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12:49 pm, 4 Dicembre 23 calendario

Covid, in una settimana +25% di ricoveri. Scatta nuovo allarme, ipotesi open days per i vaccini. Bassetti: “Bene, riaprire gli hub”

Di: Redazione Metronews
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Covid, nuovo allarme: in una settimana registrato un +25% di ricoveri.

È quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere. Si tratta – si legge in una nota Fiaso – per la stragrande maggioranza di pazienti ricoverati nei reparti Covid ordinari. Solo il 3% del totale degli ospedalizzati, infatti, è in terapia intensiva.

Covid, in una settimana +25% di ricoveri

I dati rivelano ancora una volta come negli ospedali solo il 26% sia ricoverato ‘per Covid’, ovvero con sindromi respiratorie e polmonari, mentre il 74% è ricoverato ‘con Covid’, cioè arrivato in ospedale per curare altre malattie, ma trovato positivo al coronavirus Sars-CoV-2.

“I numeri dell’ultima rilevazione” negli ospedali sentinella della Fiaso “confermano il trend in crescita” dei ricoveri Covid in Italia, sottolinea il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore. “Assistiamo a una maggiore circolazione del virus che impatta, seppur in minima parte, sugli ospedali, incrementando i ricoveri. L’età media dei pazienti, tuttavia, rimane elevata, pari a 76 anni”, e “questo evidenzia come il Covid in questa fase sia pericoloso soprattutto per anziani affetti da altre patologie che il virus contribuisce ad aggravare”. “Di contro – evidenzia – la campagna vaccinale registra ancora una adesione molto bassa” per il vaccino anti-Covid: “A essersi vaccinati” sono “poco più di un milione di persone”.

Open day per i vaccini

La campagna vaccinale anti-Covid che stenta a decollare, le proteste dei cittadini e dei medici di famiglia che non trovano le dosi, i casi Covid che salgono. Immediata la risposta della direzione della Prevenzione del ministero della Salute che convoca le Regioni, domani per una Cabina di regia straordinaria sul tema delle vaccinazioni e sull’ipotesi di open day nazionali per rilanciarle in modo più robusto. Si vuole anche capire perché le vaccinazioni anti-Covid non stiano procedendo in modo uniforme nei vari territori.

“Condivido l’idea, che mi pare ottima, del direttore della Prevenzione Francesco Vaia di tornare a fare gli open day vaccinali per il Covid, anche per semplificare le procedure. Mi risulta che ci siano persone, anche anziane, che risiedono in regioni diverse dalla propria che non si possono vaccinare per le anagrafiche diverse. Io credo che sia una buona idea rimettere gli open day anche riattivando gli hub delle regioni. La percentuale di vaccinati over 80 è veramente bassa, facciamo presto”. Così Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova.

“Oggi la parte del sistema a soffrire di più il crescere dei contagi Covid non sono le terapie intensive ma i ricoveri ordinari. L’idea del direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, di fare gli Open day vaccinali o strategie simili potrebbe avvicinare la vaccinazione agli anziani e ai fragili che ancora non si sono immunizzati. Dopo i 75 anni le infezioni di tipo respiratorio importanti, se non sei vaccinato, sia contro il Covid che l’antinfluenzale, possono dare problemi e anche il ricovero”, dice anche  Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, commentando il report Fiaso che registra un +25% di ricoveri Covid in Italia nell’ultima settimana. “Chiariamo una cosa: se non c’è la certezza di avere avuto la malattia Covid, quindi un tampone positivo, il vaccino andrebbe fatto – spiega Ciccozzi – Se invece c’è la certezza si possono aspettare i 4 mesi, ma nel dubbio, e considerando il caso di una persona con età avanzata, meglio fare l’immunizzazione. Non ci sono problemi dal punto di vista immunologico”.

“L’Open day vaccinale per potenziare la campagna anti-Covid può essere una buona idea, ma è necessario coinvolgere i medici di famiglia che possono aiutare i loro pazienti a vincere la stanchezza vaccinale che limita l’adesione. Senza questo, una giornata dedicata all’immunizzazione contro il Covid può raggiungere solo quel 25% di popolazione già convinta a farla, ma che ha avuto poche opportunità per le difficoltà organizzative e di distribuzione delle dosi, che ci sono state durante la campagna”. A dirlo Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), in merito all’ipotesi di un Open day vaccinale.

4 Dicembre 2023
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