PREVENZIONE
4:54 pm, 24 Aprile 24 calendario

Nasce l’Intergruppo Parlamentare stili di vita e riduzione del rischio

Di: Redazione Metronews
Intergruppo Parlamentare stili di vita e riduzione del rischio
condividi

La prevenzione da oggi passa anche attraverso l’Intergruppo Parlamentare Stili di Vita e Riduzione del Rischio. Diminuire il carico di malattie grazie a informazione, literacy e diminuzione delle disuguaglianze è infatti l’ambizioso obiettivo dell’Intergruppo Parlamentare Stili di Vita e Riduzione del Rischio che si è costituito a Roma ed è stato presentato alla Sala Stampa della Camera dei Deputati.

Perchè l’Intergruppo parlamentare stili di vita e riduzione del rischio

Promosso dall’Osservatorio MOHRE si occuperà di studiare strategie per aiutare i cittadini a fare scelte più salutari e intervenire sui fattori di rischio modificabili.

Sui 600 mila decessi (2016) occorsi in Italia, circa 200mila sono attribuibili a 5 stili di vita modificabili che pesano per il 33% nei maschi e per il 26% nelle donne.

Basti pensare che dei 19,8 milioni di decessi per cause cardiovascolari, l’80% sarebbero prevenibili modificando i comportamenti dannosi (JACC/dic 2023).

Circa la metà dei decessi per cancro riconoscono nelle cause stili di vita errati con un numero di 4,45 milioni di persone a livello globale.

L’importanza di modificare i comportamenti

«Sono cifre sconcertanti, soprattutto considerando che l’80% dei decessi per cause cardiovascolari potrebbe essere prevenuto con modifiche comportamentali» ha dichiarato l’Onorevole Simona Loizzo, Presidente dell’Intergruppo Stili di Vita e Riduzione del Rischio.

«La nostra visione di prevenzione non è paternalistica né aspecifica. Ci rivolgiamo alla personalizzazione, seguendo l’andamento della medicina moderna. Riteniamo che si possa applicare meglio il Piano Nazionale Prevenzione. Considerandolo un investimento ad alto tasso di rendimento. La prevenzione che si allinea alle esigenze e alle sfide del mondo contemporaneo è una sinergia tra impegno individuale e delle istituzioni a superare, quando possibile, gli ostacoli socioeconomici. Al fine di non creare disuguaglianze di opportunità».

«La prevenzione e l’adozione dei corretti stili di vita non può essere consigliata in modo paternalistico e aspecifico. Ma va pensata in maniera “personalizzata”, nella stessa direzione in cui sta andando la medicina. Crediamo in una “prevenzione evidence based” che si basi sulle evidenze scientifiche e tenga conto dei contesti e delle situazioni individuali» ha invece dichiarato il Dottor Fabio Beatrice, Direttore del Board Scientifico dell’Osservatorio.

La salute umana non solo è intrecciata a quella animale e dell’ambiente ma è influenzata da fattori socioeconomici. «Le sinergie tra contesti, ambienti e stress sociali – spesso negative – vanno analizzate e gestite anche con strumenti di psicologia cognitiva e neuroscienze» ha dichiarato la Dottoressa Johann Rossi Mason, Direttore del MOHRE.

Occhio a stress, fumo e sedentarietà

Che ha poi aggiunto come «I primi stili di vita oggetto della nostra discussione saranno stress, fumo e sedentarietà che insieme sono responsabili di oltre 150mila decessi evitabili l’anno. Successivamente ci occuperemo del consumo di alcol e dell’igiene del sonno. Non vogliamo sovrapporci al lavoro che altri intergruppi stanno facendo egregiamente ma siamo aperti a fare rete su specifici progetti. Una visione globale dei fattori che attentano alla salute è per noi una lente fondamentale per passare dal carico della “responsabilità individuale” all’empowerment rispetto ad alcune scelte. Dove le persone trovano ostacoli o reticenze, il sistema deve offrire soluzioni anche parziali che possano ridurre i rischi”.

Intergruppo Parlamentare Stili di Vita e Riduzione del Rischio, donne motore del cambiamento

È necessario puntare alle donne come target della prevenzione. Una ricerca globale sulla salute femminile ha infatti posto l’Italia al diciassettesimo posto nelle attività di prevenzione nell’Unione Europea (al di sotto della media).

Le donne italiane sono tra le meno aderenti ai programmi di prevenzione oncologica: solo l’11% si è sottoposta ad una indagine negli ultimi 12 mesi rispetto al 20% della media UE.  La salute delle donne è un investimento sociale visto che sono ancora principalmente loro le responsabili della cura dei nuclei familiari.

Hanno aderito all’Intergruppo: on.le Simona Loizzo, on.le Matteo Rosso, on.le Ugo Cappellacci, on.le Luciano Ciocchetti, on.le Martina Semenzato, on.le Ilenia Malavasi, on.le Laura Cavandoli, sen. Elena Murelli, sen. Francesco Zaffini, Andrea Costa.

Il dottor Fabio Beatrice, direttore del board scientifico dell’Osservatorio, e la dottoressa Jo Mason, direttrice del Mohre./METRO 
24 Aprile 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo