Festa del Cinema
2:00 pm, 23 Ottobre 21 calendario
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Rubini: I De Filippo da ferita familiare ad arte

Di: Orietta Cicchinelli
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I fratelli De Filippo di Sergio Rubini conquistano la Festa del cinema di Roma. Applausi per il regista, presente in sala con il cast che spiega così la genesi del lungometraggio.

“I fratelli De Filippo colgono l’essenza dell’umanità della famiglia”

«Il film nasce dalla passione per De Filippo. Per me Eduardo – spiega il regista Sergio Rubini – coincide con il teatro e viceversa, perché il mio papà mi porto a vedere le sue rappresentazioni la prima volta che andammo a teatro. Poi ho debuttato a 14 anni facendo proprio Natale in Casa Cupiello. E conobbi Peppino: gli portai allora una tessera onoraria del nostro club di giovani attori, e lui ci disse che le battute della pièce erano tutte sue. Allora mi chiesi: perché questo 70enne parlava a noi ragazzi in questo modo del fratello. Capii che la ferita ancora aperta».

«I De Filippo che rappresento nel film – riflette ancora Rubini – sono capaci di tradire, non sono tipi museali, ma donnaioli con le loro ferite. La storia è tutta italiana. Un racconto emblematico dell’Italia che parte sempre in una condizione di difficoltà, ma riesce ogni volta ad affermarsi. Sono sempre stato affascinato da loro: rappresentano la storia del nostro Paese. Un giorno parlando con Saccà – dice, riguardo all’origine del film – gli dissi che avrei raccontato la formazione del trio come fosse quella dei Beatles e gli riferii dell’impressione che mi fece Peppino. Da lì, il brivido che sentimmo fu lo stesso. Il progetto era di realizzare una serie, poi abbiamo deciso di farne un film e abbiamo lavorato molto sulla sceneggiatura».

Capitolo Martone

«Quando ho saputo che Mario Martone girava su Scarpetta (Qui rido io n.d.r.) non mi sono preoccupato perché il focus della mia storia resta il trio e il loro scioglimento (il nostro film ha già un suo sequel). Scarpetta è una sorta di Mangiafuoco», chiarisce Rubini, un po’ scocciato sulla domanda riguardo al film del collega.
«Io, poi, ho cercato delle somiglianze interiori e non fisiche con i De Filippo e gli altri protagonisti – aggiunge il regista –. Certo, oggi le due famiglie Scarpetta-De Filippo si possono considerare allargate, ma negli anni Trenta non era possibile. C’è da dire poi da u punto di vista strettamente biografico – precisa Rugini – che Eduardo ha trasformato in arte e commedie i propri drammi, mentre Peppino lo ha fatto in un libro velenoso sui loro rapporti. Non ci sono falsificazioni  nel film,ma abbiamo spostato cronologicamente degli eventi e riempito dei silenzi. Come tutti i grandi autori Eduardo: si è scrollato di dosso l’Ottocento e siamo ancora nel suo solco».

Gli interpreti

Eduardo viene interpretato da Mario Autore, mentre Domenico Pinelli veste i panni di Peppino. Per entrambi «è grande l’onore di essere i De Filippo». L’attrice Anna Ferraioli (Titina nel film) a proposito del suo ruolo nel film dice: «Abbiamo lavorato sull’identità e sull’essenza umana del personaggio. Ne è venuto fuori un film sulle relazioni. Il trio è raccontato in materia inedita con un approccio sia interno che esterno, senza celebrarlo».

Biagio Izzo convince nei panni di Scarpetta: «Vengo da un cinema diverso, e ringrazio Sergio per aver creduto in me. Questo personaggio mi ha emozionato molto nella sua sofferenza. Spero da domani di continuar a fare film seri».

La “nostra” frase del film

“Napoli è un teatro antico sempre aperto. Scendi per strada e ognuno fa una parte, una macchietta per far successo o per farsi guardare.
La vita è una commedia dove il pianto e la risata stanno imbrugliate” (De Filippo).

 

23 Ottobre 2021
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