Festa del Cinema
7:06 pm, 23 Ottobre 21 calendario
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Tim Burton: «A Roma come in un sogno»

Di: Orietta Cicchinelli
Tim Burton
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Tim Burton
Tutti pazzi per Tim Burton alla Festa di Roma.

Finalmente il giorno di Tim Burton alla Festa del ciema di Roma che chiuderà domani il sipario della XVI edizione. Il visionario regista che ha firmato capolavori della storia del cinema (da “Edward mani di forbice” a “La fabbrica di cioccolato”, passando per “Ed Wood”, “Il mistero di Sleepy Hollow”, “La sposa cadavere”, Dumbo…), trent’anni di vita artistica all’attivo, è al Parco della Musica, anche lui come Tarantino, per ricever il Premio alla Carriera. Mentre nel pomeriggio sarà protagonista dell’Incontro Ravvicinato già sold out da giorni, si concede ai giornalisti che affollano la Sala Petrassi.

Tim Burton e la scelta dei film

«Ho sempre fatto scelte emotive per i miei film e il principio vale ancora. Ho sempre voluto scegliere emotivamente quei progetti che mi facevano provare passione e entusiasmo. Quali sono i personaggi che più mi assomigliano? Ed Wood ed Edward mani di forbice… solo che io non indosso abiti femminili».

Il regista, che sto lavorando a una serie e che ha girato negli ultimi mesi in Romania, ha prediletto dagli esordi il punto di vista dei più deboli e per loro si è battuto. E a proposito dell’inclusività oggi sbandierata dice: «Io mi sono sempre considerato diverso dagli altri. Oggi vediamo maggiore inclusivita, certo, ma io non ho mai cambiato prospettiva. Ho sempre visto il diverso parte della mia vita».

La vita ha molta più fantasia di noi

A chi, da visionario qual è, gli chiede se nel mondo del cinema ci sia ancora spazio, Tim Burton risponde secco: «C’è sempre! La cosa straordinaria del cinema è questa. Certo, vediamo dei biopic, ma è vero anche che la verità spesso supera la fantasia».

E a proposito delle colonne sonore dei suoi film firmate da  Danny Elfman, a cui lo lega un lungo e profondo sodalizio, il regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, scrittore, animatore e disegnatore Usa dice: «Mi dimentico del tempo che passa, ma Dany sta facendo un concerto su Nightmare Before Christmas e dovrei essere lì ma sono qui purtroppo. Scherzo, sono felice di esserci! Ma tornando all musica: per me è come un personaggio, come la scenografia e la fotografia. Ha lo stesso peso».

Tim Burton e la paura

Tra le note che contraddistinguono le pellicole di Tim Burton sicuramente c’è il suo particolare tratto capace di trasformare la paura e di renderla accettabile. Ma di cosa ha paura Tim: «Trovarmi sul palco così mi fa paura: ieri sera non c’ho dormito e non mi abituerò mai, anche se mi fa sempre piacere esserci (sorride, ndr). Sicuramente però non ho mai avuto paura di fare quel che la mia passione mi indicava e non ho mai temuto il fallimento. Per realizzare un progetto e fare qualcosa di speciale davvero bisogna avere coraggio».

«Johnny Depp? Certo che farei un altro film con lui»

La domanda su Depp non poteva mancare, visto che la star, protagonista di diverse pellicole del regista, era alla Festa del Cinema di Roma appena domenica scorsa.
«Sono stato fortunato a lavorare con artisti come Depp sempre pronto a sperimentare. Depp messo alla porta da Hollywood per la sua vita privata? Io non vivo a Hollywood e non seguo, e comunque tengo a lui. E, sì, lavorerei ancora con lui. Su di lui poi ho tante opinioni in merito ma non è questo il tempo».

A chi gli chiede se conosce la Loredana Bertè che proprio qui alla Festa, presentando la Famiglia Addams 2 (dove la cantante ha doppiato un personaggio) ha detto di voler lavorare con lui nel ruolo della Sposa Cadavere risponde divertito: «Chissà se mi fanno fare un altro film magari la chiamo!».

Il Premio alla carriera

«Son qui con tutta la mia famiglia per riceverlo. Mi sento un po’ come al mio funerale. C’è anche il mio cane, Levi. Scherzo sono orgoglioso: Roma è nel mio cuore da sempre: ho sempre amato, poi, i grandi cineasti italiani da Fellini a Bava a Dario Argento! Quando sono a passeggio per la città, mi sembra di vivere in un sogno e non nella realtà, e mi sento finalmente come i protagonisti dei miei film». E a proposito dei suoi lavori il suo preferito? «Vincent, perché dura 5 minuti», ridacchia. Mentre sul ruolo del comico oggi spara: «Non vorrei essere oggi un comico perché puoi ritrovarti nei guai per far ridere la gente e non puoi dire nulla».

Tim Burton: «Non sono dark»

Le etichette, anche secondo Tim, sono fatte per i vestiti e non per le persone. Quindi, senza mezzi termini, mette in chiaro: «La cosa più sbagliata che si dice di me? Mi accusavano, sin dalle origini, di essere dark e questa etichetta mi è rimasta addosso e non mi piace! Una cosa che mi ha abbastanza segnato. Progetti prossimi?
Ho sempre qualcosa in mente ma nulla in cantiere, perché ci vuole un artista un po’ speciale per fare stop motion che richiede altissima specializzazione ma ci tornerò anche il futuro!.
E su Tim Burton giovane racconta: «Adoravo il cinema sin da piccolo e sono fortunato, perché quando fai questo mestieri puoi esercitare la tua creatività e questo aiuta lo spirito umano ad elevarsi e consente di realizzare qualcosa per se stessi».

Burton stile

«Ogni attore è diverso e io non sono bravo a comunicare come regista, ma cerco di sondare il terreno e capire fin dove i miei attori sono disposti a spingersi. Ricordo Michelle Pfeiffer in Batman nel ruolo di Catwoman che balla sui tetti, si circonda di gatti e accetta di mettere persino un topo in bocca. Ecco mi piace lavorare con attori che non amano osservare loro stessi, ma sono innamorati del processo creativo del lavoro».

Un premio Oscar che non arriva

Con due candidature al Premio Oscar all’attivo, ma nessuna statuetta vinta, Tim scherza: «Ho preso il Golden Globe e sono felice. Non è vero! Sto mentendo. Anche lì ho avuto solo la nomination ma non me l’hanno data. Pazienza!». E a chi gli chiede da dove prenda ispirazione per i suoi personaggi strambi e fantastici assicura:
«A volte si va al bar e si prende un bicchiere e funziona… no per me sognare ad occhi aperti non è una scelta: sono così ed ero così. Passo molto tempo a guardare le cose e scopro cose diverse ogni volta, come sempre ho fatto».

Tempo di bilanci

«Pentimenti non ne ho. Tutti i film per me – assicura – sono come figli e non ho rimpianti. Si possono fare errori, ma c’è sempre un motivo dietro ogni cosa che ho fatto. Quel che fai diventa parte di te e io ho bei ricordi e brutti per ogni progetto. Forse non vorrei ripetere gli stessi errori». E a proposito di Dumbo, ultimo suo lungometraggio d’animazione targato Disney chiosa: «Ho avuto un esaurimento nervoso dopo questo film e ho capito che era un’auto biografia: io mi sentivo Dumbo! Per questo forse mi son fermato lì!».

23 Ottobre 2021
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