Intervista
12:01 am, 18 Marzo 23 calendario
5 minuti di lettura lettura

Fioretta Mari: «70 anni di spettacolo e tanto da dare!»

Di: Redazione Metronews
Fioretta Mari
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Il teatro? È il gioco di una vita. Ma tutto il resto, il cinema, la tv, l’insegnamento è una variabile di quel gioco. Praticamente ha sempre attinto dallo stesso desiderio, viscerale, di gioia. Lo ha fatto sempre Fioretta Mari. In tutta una vita sul palcoscenico. Non solo teatrale. Davanti e dietro le quinte.

Fioretta Mari anche docente di Amici

Tutta una vita insegnando a se stessa e agli altri, attrice, regista, docente di dizione e recitazione ai giovani di Amici di Maria De Filippi. Una vita accarezzando dentro di sé identità e fantasie: «Mi considero metà siciliana e metà fiorentina, per le discendenze dei miei genitori – racconta la Mari in giro per l’Italia con il musical La grande occasione… Chissà se va –. Sono nata a Firenze, cresciuta dentro Palazzo Pitti: papà era un alto funzionario dell’esercito e prestava servizio li. Avevo 15 camere e 7 bagni, ho imparato ad andare in bici dentro casa e ogni giorno vedevo un Rembrandt a destra, un Murillo a sinistra. Già da piccola mio padre mi spiegava questi grandi artisti. Quando morì disse a mamma “non ti lascio soldi ma ti lascio un bel nome”. Un grande eroe di guerra. Poi nella mia famiglia, a parte mamma, l’attrice siciliana Franca Carrara, c’era anche zia Ida e Turi Ferro. Con loro per 40 anni abbiamo portato Pirandello nel mondo. Zio Turi, mi diceva sempre che non avevo bisogno di consigli ma io ho rubato le sue tecniche e quelle di Alberto Lionello. Ricordo ancora di quando a 3 anni facevo “La maestrina” di Dario Nicodemi e dovevo dire “mi hanno detto di dirti che sei la mia mamma”. Ma siccome dovevo andare al bagno, dissi “mi hanno detto di dirti che dovevo fare la pipì”. Così andai in un angolo del palcoscenico a farla».

Anni di carriera alle spalle.

«Sono più di 70! Bellissimo: lavoravo con la mia famiglia, anche se per certi versi è stato anche un problema, poiché non ero per niente libera. Ho iniziato a vivere nel ‘74, avevo una trentina di anni circa. Ho spopolato perché come protagonista del sabato sera a Luna Park, poi Canzonissima nel ‘77 e molti altri varietà. La mia carriera è benedetta da Dio, la definisco una grande cavalcata da vivere perché quando si lavora con la famiglia e altri artisti internazionali come Laurence Olivier, Jean Louis Barrault, Madeleine Renaud e con Al Pacino a New York alla Lee Strasberg Academy, in cui insegno ancora, cosa volere di più? Se poi penso a tutti gli anni vissuti dentro la scuola di Amici mi viene nostalgia, devo tanto ringraziare Maria. Mi manca tanto quel programma, quella gioia di vivere e vorrei tornarci. Da lì sono usciti veri talenti.

Un aneddoto.
«Nel 2000 stavo per firmare il contratto per uno spettacolo con Giorgio Albertazzi, prima di uscire di casa mi squilla il telefono. Era Maria che mi invita a partecipare al suo talent, mi dice che sono solo 4 puntate. Furono molte di più. L’istinto mi fece scegliere questa nuova avventura: un altro dei miei grandi successi tanto da cambiare ancora una volta la mia vita. Tutti ricorderanno la temutissima insegnante di recitazione Fioretta Mari, ma sapevo dire cose giuste per ognuno dei ragazzi. Oggi c’è chi spara sentenze mortificandoli».

I ricordi ai quale è più legata

«Il mio incontro con Salvatore Quasimodo e Gina Lollobrigida. Facevo uno spettacolo al Club della Stampa di Catania e dovevo leggere le poesie di Quasimodo, difficilissime da interpretare. Chiesi alla Lollo di venirmi a guardare e da lontano vidi lei davanti con una marea di gente che le correva dietro. Lei e Quasimodo sedettero in prima fila ad ascoltare, alla fine dell’ultima poesia “A mio padre”, il poeta venne da me e mi fece una dedica. Gina, accanto a me, disse “Ma quanto hai amato tuo padre?”. Io ero incredula, avevo 24 anni e vedere entrambi ad ascoltare me era un sogno. Una serata piena di emozioni. Ricordo pure che con Baudo abbiamo creato Antenna Sicilia. La prima serata vennero Heather Parisi e Beppe Grillo e insieme tagliammo il nastro. Anche grazie a Pippo lavorai nelle sue prime serate in tv, ancora, con Michele Guardì a 20 anni vinsi un provino per “Secondo Voi”, quello che poi sarebbe diventato “Fantastico”. E poi in teatro quando sono stata la prima donna di Nino Manfredi, per molti anni anche di Ugo Tognazzi, Pino Caruso e Giorgio Albertazzi».

La Sicilia di Fioretta Mari
«Catania, come tutta la Sicilia rappresenta l’amore per me. Potrei scrivere un libro sulla mia Sicilia, una volta, durante una pausa, scoprimmo la necropoli di Pantalica vicino Siracusa, all’epoca nessuno la conosceva. Insomma. Tanti bei ricordi, il mio è un rapporto viscerale, per me è un qualcosa di strano, un fascino inspiegabile. Non l’ho mai odiata, anzi, ho odiato una donna siciliana perché per colpa sua mi sono lasciata con mio marito. Ma la Sicilia non si può odiare, perché come dice Sciascia “la Sicilia è una fantastica dimensione se non sei un po’ fantastico non ci puoi stare”.

Momenti fondamentali

«Le tournée internazionali, a Mosca al teatro Malyj facevamo Liolà. Successo pazzesco applausi per 10 minuti, quelli più lunghi a Buenos Aires 20 minuti e forse più. A Londra, io ero incaricata da mio zio di fare l’insegnante ai bambini come stare in scena e fare alcune battute in siciliano. Il giorno dopo i tabloid britannici ci osannarono, a Parigi la sera della prima un’attrice doveva levare il vestito invece mi ha lasciato nuda, il giorno dopo i giornali scrivevano “Merci, les italiens” per dire che avevamo nobilitato les folies bergère».

E nei panni di chi entra in questo musical di Claudio Pallottini?
«Interpreto Berta, la sarta di scena e come tutte quelle vere, cerco di accontentare l’ego della prima donna. Come ruolo lo paragono a quello che portò in teatro Lauren Bacall, tra le mie attrici preferite. Questo musical è una grande occasione per essere allegri e pensare che il teatro è gioia e vita, godere di momenti incredibili. Il problema dei musical in Italia è che ci sono bravi ballerini. Grandi cantanti ma scarsi attori forse perché la sottovalutano, mentre in America si dà molta importanza. Per fare questo mestiere bisogna saper fare bene tutto questo. Il pubblico sa quello che vale».

Com’è lavorare con sua figlia Ida Elena De Razza?
«Mi riempie di orgoglio e di soddisfazione. Finalmente dopo 16 anni lavoro con mia figlia, non avevamo mai lavorato insieme. Lei canterà e incanterà con la sua voce particolare. È stata una sorpresa pure per me. Come tutti i genitori non vivo bene questa lontananza, purtroppo i veri talenti in Italia non vengono valorizzati. Finite queste due repliche a Catania, lei tornerà in Svizzera per proseguire con i suoi concerti. Non so se rifaremo mai questa bella esperienza insieme».

Cosa vorrebbe fare Fioretta Mari

E che sogni conserva?
«Personalmente, vorrei che Ida mi facesse diventare nonna, mi piacerebbe poter riunire in un villaggio tutti i miei amici. Artisticamente vorrei portare in teatro “Madre Coraggio e i suoi figli” di Brecht, un testo difficile con canzoni d’amore splendide».

Progetti prossimi venturi?
«Dopo le tappe del musical sarò l’1 aprile a Roma alla Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, farò uno spettacolo insieme a Enzo De Caro, la voce della soprano Chiara Taigi e le coreografie di Raffaele Paganini. Al cinema, l’11 aprile uscirà il film “Uomini da marciapiede” per la regia di Francesco Albanese, una commedia sul mondo del calcio girata a Todi. Reciterò accanto a Rocio Munoz Morales, Clementino, Cristina Marino, Paolo Ruffini. Poi ho in ballo altri progetti in tv e uno in teatro con un grande attore amato dal pubblico, ma è work in progress e non posso parlarne».

18 Marzo 2023 ( modificato il 16 Marzo 2023 | 10:10 )
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