Fascia arcobaleno “One Love”, Blinken e Amnesty contro la Fifa
Il segretario di Stato americano Antony Blinken e Amnesty International hanno criticato la decisione della Fifa di “bandire” la fascia arcobaleno “One Love” al braccio dei capitani di sette squadre nazionali europee.
Blinken definisce la decisione «preoccupante»
Blinken ha definito «preoccupante» la decisione della Fifa di vietare ai capitani di alcune nazionali impegnate ai Mondiali in Qatar di indossare la fascia arcobaleno al braccio. Parlando a Doha poche ore dopo aver visto gli Stati Uniti pareggiare 1-1 contro il Galles, Blinken ha dichiarato in una conferenza stampa che nessuna squadra dovrebbe essere costretta a scegliere tra «sostenere i propri valori» e giocare.
Noury di Amnesty International: «La Fifa tradisce i suoi valori»
Un’altra critica, affidata a Lapresse, viene da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: «C’è una responsabilità enorme da parte della Fifa. Solo tre giorni prima il presidente della Fifa Infantino aveva fatto sfoggio di retorica dicendo ‘io mi sento gay’, poi non appena qualcuno prende una iniziativa per ricordare la discriminalizzione degli omosessuali in Qatar si minacciano sanzioni come un cartellino giallo. C’è una profonda incoerenza. C’è un tradimento dei valori della Fifa che dovrebbe incoraggiare questi gesti anziché minacciare». Le sue speranze, dice, sono appese al capitano della Germania, che aveva preannunciato di voler tenere duro.
Per Malagò «un autogol della Fifa», per la Christillin «la fascia non è prevista»
Sfumature diverse, nell’affrontare la questione della fascia arcobaleno, vengono dall’Italia. Per Giovanni Malagò, numero 1 del Coni, il fatto che a fronte della minaccia di ammonizione la rinuncia a portare la fascia è stato «un autogol clamoroso, non capisco come in una cosa barattata a fronte di un’altra tutela, non abbiano pesato questo atteggiamento soprattutto in termini di difesa dei diritti umani».
Evelina Christillin, membro del board della Fifa, sembra avere un approccio più pragmatico: «Che il Qatar non sia un paese apertissimo ai diritti della comunità Lgbt+ si sa da quando è stato assegnato questo mondiale. Che salti fuori ora fa riflettere. C’è un articolo del regolamento Fifa che prevede che per l’abbigliamento di calciatori e capitani si devono seguire le regole Fifa. Quindi indossare la fascia con la scritta One Love, come volevano fare alcuni capitani, non era previsto». L’unico sì della Fifa è stato su una fascia, che poi Kane ha indossato (foto Lapresse), «prodotta dalla Fifa contro la discriminazione. Questo è stato l’unico cambiamento: la fascia è stata data a tutti i capitani e non solo a quelli che arriveranno con le nazioni ai quarti di finale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA