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4:35 pm, 9 Aprile 24 calendario

Via libera del Cdm al Def con stima di crescita del Pil all’1% nel 2024

Di: Redazione Metronews
via libera al Def
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Via libera del Consiglio dei ministri al Def che nel nuovo quadro tendenziale dei conti pubblici prevede una crescita del Pil pari all’1% nel 2024 e un rapporto deficit/Pil che si attesterà al 4,3% quest’anno, lo stesso livello previsto nel quadro programmatico della Nadef. Il rapporto debito/pil è atteso collocarsi nel 2024 al 137,8%. Secondo il nuovo quadro tendenziale, il Pil dovrebbe crescere dell’1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027. Il deficit, invece, dovrebbe attestarsi al 3,7% il prossimo anno per poi scendere al 3% nel 2026 e al 2,2% nel 2027. Quanto al rapporto debito/Pil è previsto in rialzo al 138,9% nel 2025, al 139,8% nel 2026 per poi attestarsi al 139,6% nel 2027.

Via libera del Cdm al Def

«Le nostre previsioni per la crescita economica sono riviste al ribasso rispetto alla Nadef, passiamo ad una stima di crescita del +1% per il 2024, in calo dello 0,2% rispetto a quanto previsto lo scorso autunno. È chiaro che le previsioni di tipo macroeconomico sono complicate da fare in un quadro economico e geopolitico complicato», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa a Palazzo Chigi. L’economia italiana si è dimostrata «più resiliente» di altre, ha proseguito: «Siamo ottimisti e bisogna essere ottimisti: il quadro generale induce alla prudenza».

La “zavorra” del Superbonus

«L’andamento del debito è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del pagamento dei crediti fiscali del Superbonus nei prossimi anni . ha rimarcato il ministro dell’Economia – c’è questa enorme massa di 219 miliardi di crediti edilizi quando scenderanno in forma di compensazione, quindi minori versamenti nei prossimi anni, diventeranno a tutti gli effetti debito pubblico, anche ai fini contabili, oltre a esserlo già oggi, di fatto, in termini di impegni assunti nei confronti dei cittadini italiani». Un ammontare che il ministro valuta come un «impatto devastante» sui conti pubblici.

Inflazione sotto controllo

«L’auspicio è che finalmente ci sia un inizio di riduzione dei tassi in relazione al fatto che l’inflazione, almeno nel nostro Paese, sembra essere sotto controllo nell’ambito dei target tipici della politica monetaria della Bce – ha precisato Giorgetti – l’inflazione è arrivata a livelli bassi, sotto al 2% questo significa che la Banca centrale europea potrebbe procedere con l’abbassamento dei tassi». Il ministro ha confermato che il Governo intende confermare alcuni impegni «come la decontribuzione che scade nel 2024 e intendiamo replicare nel 2025». Si tratta del «vero obiettivo che ci poniamo quando andremo a definire il piano strutturale entro il 20 settembre». Il Def approvato dal Consiglio dei ministri «tiene conto delle nuove regole europee di cui mancano ancora le disposizioni attuative», ha detto ancora il ministro. Il quadro programmatico sarà contenuto nel nuovo Piano fiscale strutturale di medio termine la scadenza è prevista per il 20 settembre, il titolare del Mef riferisce che «il nostro obiettivo è presentarlo anche prima».

Gentiloni: «Nessuna proroga a Pnrr»

Intanto dalla Commissione Ue arriva una doccia fredda sul Pnrr. «L’attuazione tempestiva dei piani è essenziale, perchè la scadenza del 2026 è fissa. Quindi è fondamentale che in questa seconda metà, gli Stati membri mantengono lo slancio e accelerino dove necessario». È quanto ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Ma Giorgetti insiste sull’ipotesi di una proroga: «Io faccio il ministro dell’Economia, Gentiloni fa il commissario, Lagarde fa il governatore della banca centrale. Posso esprimere il mio auspicio o è una bestemmia? Tra colleghi ministri tutti quanti ci diciamo questo, la commissione rimane ferma, chissà la prossima forse valuterà diversamente. Io la proposta l’ho già portata, mi consigliano di non insistere, io invece insisto ma da quando è stato approvato il Pnrr è scoppiata una guerra in Europa, forse qualcuno non se ne è accorto. Penso che questa sia ragionevole. Sarà sicuramente un argomento di dibattito nei prossimi mesi o nei prossimi anni. Non vorrei che Bruxelles faccia come si fa a Roma che la proroga si fa il giorno prima».

9 Aprile 2024
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