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5:23 pm, 4 Gennaio 24 calendario
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Meloni guarda alle europee, incontro con la stampa durato tre ore

Di: Redazione Metronews
Meloni
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La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato i giornalisti nell’incontro con la stampa durato tre ore. La premier guarda già alle elezioni europee e liquida i casi Pozzolo e corruzione in Anas.

Meloni guarda alle europee, incontro con la stampa durato tre ore

Un anno che dovrà affrontare il «test» delle elezioni europee, con l’Italia che punta a un «ruolo di peso» nel prossimo esecutivo Ue. Un 2024 in cui saranno prioritarie le riforme della burocrazia e della giustizia, oltre a quella costituzionale e dell’autonomia. Prematuro, invece, parlare adesso di manovra correttiva.

Giorgia Meloni incontra i giornalisti nella tradizionale conferenza. E il quadro che traccia, rispondendo alle domande dei cronisti a Montecitorio, è subito rivolto all’appuntamento del 6-9 giugno. A chi le chiede se è disposta a sostenere una commissione sul modello di quella attuale, la leader di FdI tiene a rispondere tracciando una separazione tra il Parlamento e l’esecutivo europeo.

«In Europa nessuna alleanza con la sinistra»

«Lavoro per una maggioranza alternativa» a quella attuale, afferma, e «non sono mai stata disponibile a fare alleanze parlamentari con la sinistra: non l’ho fatto in Italia e non lo farò in Europa, non sarei disposta a fare una maggioranza stabile con la sinistra in Parlamento». «Ma è cosa diversa il voto all’esecutivo», puntualizza, dove «quando si fa un accordo» e «ciascuno nomina un commissario, poi i partiti di governo» tendono a votare a favore dell’accordo. A tal proposito, Meloni cita il caso del Pis polacco, suo alleato nei Conservatori europei, e che votò la commissione di Ursula von der Leyen ma poi «non ha mai fatto parte della sua maggioranza».

La premier parla, invece, di «distanze insormontabili» con gli alleati tedeschi di Matteo Salvini, AfD (ma non chiude al Rassemblemnt national di Marine Le Pen) e spiega di non aver ancora deciso se candidarsi alle elezioni di giugno. «Trovo che misurarsi con il consenso dei cittadini sarebbe utile, potrebbe portare altri leader a candidarsi e far diventare un test ad alto livello», afferma. «Ma la ragione per cui non ho deciso è che voglio valutare se una mia candidatura toglierà tempo al mio lavoro da premier. E poi si tratta di una decisione che sarà presa con gli altri leader del centrodestra».

Meloni sembra poi escludere eventuali candidature di ministri del suo partito, quando chiarisce di non essere in alcun modo al lavoro per un rimpasto di governo.

Sì al confronto con la segretaria Dem Elly Schlein

Infine, sempre in vista della campagna per le europee, la premier si dice disponibile a un confronto con la segretaria Pd Schlein, cui non risparmia bacchettate quando stigmatizza lei e Paolo Gentiloni per il silenzio sulle frasi del consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni.

La presidente del Consiglio respinge poi chi le chiede di fare una «scelta di centro» e schierarsi a favore della nomina di Mario Draghi a presidente della prossima commissione Ue. «Oggi parlare del totonomi è buono per fare dibattito ma non è il tema, il vero tema è cosa debba fare la Commissione», taglia corto, rilevando che sia stato lo stesso ex governatore Bce a dire “no”.

I casi Pozzolo e Verdini

Inevitabili le domande rispetto ai recenti casi di cronaca, quello in cui è rimasto coinvolto il deputato di FdI Emanuele Pozzolo e l’inchiesta sulle commesse Anas per cui sono indagati Tommaso e Denis Verdini, fratello e padre della fidanzata di Salvini. «Ho chiesto che Pozzolo venga deferito al consiglio garanzia dei probiviri e che venga sospeso da FdI», dice Meloni. «C’è sempre qualcuno che fa degli errori. Penso che sia bene ricordare a tutti la responsabilità che noi abbiamo. Su questo io intendo essere rigida».

Per quanto riguarda Anas, «penso che bisogna attendere gli sviluppi e non commentare teoremi», premette. «Le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in causa e quindi ritengo che non debba riferire in Aula».

Meloni poi difende la scelta di aver invitato Elon Musk sul palco di Atreju. La sua esperienza, afferma, «non cambia la mia posizione sulla maternità surrogata e sono contenta se il Parlamento approva la legge sul reato universale».

Sui presunti attacchi Meloni commenta: «Non sono condizionabile»

A chi le chiede di precisare sugli attacchi di cui si sente vittima, risponde, facendosi cupa: «Io penso che qualcuno in questa nazione abbia pensato di poter dare le carte, ma in uno Stato normale non ci sono condizionamenti, l’ho visto accadere e non dico di più. Vedo degli attacchi e pensano che ti spaventi se non fai quello che vogliono, ma io non sono una che si spaventa facilmente, preferisco 100 volte andare a casa, hanno a che fare con la persona sbagliata. Ci sono quelli che pensano che possono indirizzare le scelte, ma con me non funziona, io sono il premier e le faccio io, me ne assumo la responsabilità».

La accuse di familismo

Quarantacinque domande, con una sola pausa e la richiesta di andare in bagno, la conferenza stampa si chiude con un riferimento al suo partito e alle polemiche per gli incarichi ai familiari e con la richiesta di «maggiore trasparenza nella beneficenza» dopo il caso Ferragni. «Questa accusa di familismo comincia a stufarmi. Nell’attuale legislatura ci sono due coppie di coniugi entrambe a sinistra, Pd e sinistra Italiana che ha un gruppo di otto persone per cui la coppia fa il 25% del partito e non c’è mai stata un’accusa di familismo. Si sa che quando dedichi tanto tempo alla politica le persone diventano amici, moglie o marito. ma non toglie il valore del militante». «Mia sorella è da 30 anni militante di Fdi (Fratelli d’Italia esiste però solo da 11 anni, ndr). Forse la dovevo mettere in una partecipata statale come fanno gli altri, l’ho messa a lavorare al partito mio».

 

4 Gennaio 2024
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