Teatro alla Scala
3:26 pm, 6 Dicembre 23 calendario

Tutto pronto per il Don Carlo alla Scala, loggionisti in coda da oggi

Di: Redazione Metronews
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Sant’Ambrogio con produzione kolossal al Teatro alla Scala per l’apertura della stagione 2023/24 domani, alle 18, con Don Carlo di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884, diretta da Lluis Pasqual. Come ogni anno lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3.

Il cast del Don Carlo di Verdi: l’opera inaugura la stagione della Scala per la nona volta

L’opera verdiana – che ha già inaugurato la stagione otto volte (nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008) – sarà diretta da Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast di grandi voci che sono “di casa” sul palco scaligero, a cominciare da quella della “leonessa” Anna Netrebko e della “tigre” Elina Garanca, come le ha ribattezzate Dominique Meyer (rispettivamente nel ruolo di Elisabetta di Valois e in quello della Principessa d’Eboli). Per continuare con Francesco Meli (come Don Carlo), Michele Pertusi (come Filippo II), Luca Salsi (come Marchese di Posa) e Jongmin Park (come Grande Inquisitore; ha sostituito all’ultimo Ain Anger che si è ammalato).

Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón.

Per Chailly Don Carlo è il compimento di una riflessione sul potere

Per il maestro Riccardo Chailly, Don Carlo è il compimento di una riflessione sul potere estesa su tre inaugurazioni di stagione, dopo Macbeth di Verdi nel 2021 e Boris Godunov di Musorgskij nel 2022. Ma si tratta anche di un ritorno al Verdi della maturità dopo le tre inaugurazioni dedicate all’evoluzione delle opere giovanili con Giovanna d’Arco nel 2015, Attila nel 2018 e Macbeth nel 2021 (Chailly peraltro ha proposto anche Aida in forma di concerto nel 2020, dopo averla diretta nell’allestimento di Franco Zeffirelli il 7 dicembre 2006).

Il Don Carlo di Chailly riprende le edizioni di Abbado del 1968 e 1977

Nel suo nuovo approccio a Don Carlo, che aveva diretto ad Amsterdam nel 2010 nell’allestimento di Willy Decker, Chailly torna con la memoria alle edizioni dirette da Claudio Abbado nel 1968 e 1977, di cui aveva seguito le prove, ma fa riferimento anche allo studio diretto dei manoscritti messigli a disposizione da Ricordi.

Come nell’edizione di Abbado, si ascolterà l’introduzione al monologo di Filippo affidato alla fila dei violoncelli secondo partitura e non al violoncello solo come spesso avviene. Con i complessi scaligeri Riccardo Chailly ha recentemente diretto la scena di Filippo con Ildar Abdrazakov nella serata A riveder le stelle del 7 dicembre 2020, in pieno Covid, l’aria di Elisabetta in concerto con Anna Netrebko e il coro del II atto in disco e in tournée.

Don Carlo conduce lo spettatore dietro le quinte dello spettacolo del potere: anche l’autodafé, cerimonia abbagliante e macabra di auto rappresentazione dell’assolutismo, non troppo diversa dai meccanismi della propaganda di oggi, è mostrata soprattutto nel momento della preparazione e solo pochi minuti sono riservati alla “festa” nella sua magniloquente esteriorità. Qui campeggia un colossale retablo dorato e finemente istoriato.

Questi spazi sono animati dal pittoricismo dei costumi del premio Oscar Franca Squarciapino, che riprendono l’abbigliamento rappresentato nella ritrattistica del tempo ma lo alleggeriscono nella scelta dei materiali, garantendo facilità di movimento e una certa romantica vitalità ai personaggi.

L’impianto è documentato ma non necessariamente filologico: pur collocati nella loro epoca, i protagonisti rappresentano emozioni e caratteristiche umane presenti in ogni tempo. Il colore prevalente è il nero, non inteso come espressione di mortificazione o di lutto ma come esibizione di potere e ricchezza: nel ‘500 velluti e broccati neri erano tra le stoffe di maggior pregio.

Don Carlo torna al Teatro alla Scala in una grande produzione che rispecchia la doppia natura di dramma storico e manifesto romantico dell’originale schilleriano mettendo in luce gli straordinari artisti e artigiani che operano nei laboratori del Teatro.
Un impianto scenico unico si trasforma senza interrompere lo svolgimento dell’azione nei diversi spazi previsti dal libretto grazie alla spettacolare alternanza di colossali elementi scenografici. Verdi propone i temi a lui cari della libertà dei sentimenti, della difficile relazione tra padri e figli e della liberazione dei popoli oppressi sullo sfondo del conflitto tra il potere temporale e quello religioso.

In scena, una torre di alabastro simbolo del potere

Per rendere l’atmosfera sospesa tra ambiente ecclesiastico e secolare il regista Lluís Pasqual e lo scenografo Daniel Bianco hanno fatto riferimento all’uso dell’alabastro nelle finestre degli edifici religiosi ma anche civili e in particolare alla grande finestra della Collegiata di Santa María La Mayor nella città spagnola di Toro. Una grande torre di alabastro è inquadrata in un sistema di cancellate che anch’esse ricorrono nell’architettura religiosa quanto in quella civile. La scena permette di ritagliare nei grandi spazi del palcoscenico i numerosi momenti di intimità e di isolamento che punteggiano la tragedia. La grande torre di alabastro dominerà la scenografia. E le atmosfere che saranno create sul palcoscenico sembreranno richiamare i quadri moderni di grandi artisti spagnoli come El Greco, Francisco Goya e Diego Velázquez, suggestioni scelte per rievocare lo scontro fra Filippo II di Spagna e il figlio Don Carlo.

Gli addobbi ispirati alle nature morte dell’arte fiamminga

La decorazione floreale del palco centrale sarà ispirata alle nature morte dell’arte fiamminga con una palette di colori caldi composta da dalie, ranuncoli, anemoni giapponesi. Tra i fiori anche la protea king, che torna anche nei centrotavola della cena.

Le porte del Teatro alla Scala apriranno alle 17, loggionisti in coda già oggi

Le porte del Teatro alla Scala per la Prima si aprono alle ore 17. La diretta Rai inizia alle ore 17,45. Alle 18 si apre la serata con l’esecuzione dell’Inno nazionale. A seguire l’opera verdiana, per una durata complessiva di quattro ore, compresi due intervalli. Intanto, è già iniziata la coda per assicurarsi un posto nel loggione in vista della Prima di domani sera. Sono 144 i posti disponibili nel loggione. Il primo appello ufficiale è previsto per oggi alle 18 mentre la vendita avverrà domani alle 13.

Gli ospiti che assisteranno alla Prima del Don Carlo alla Scala

Evento musicale, culturale e mondano per eccellenza, la Prima della Scala raduna ogni anno nel capoluogo meneghino alta società, uomini e donne della politica, della danza, dello spettacolo e della moda. Stavolta forse avrà un palco Reale meno affollato, poiché sarà assente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, impossibilitato per motivi di agenda, e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, presente l’anno scorso accanto a Ursula von der Leyen.

Per la prima volta nel palco reale del Teatro alla Scala ci sarà anche la senatrice a vita Liliana Segre. È questa la soluzione che è stata trovata, dopo che il sindaco di Milano, Beppe Sala, che è anche presidente del Piermarini, ha manifestato il desiderio di stare seduto accanto alla senatrice Segre proprio nel giorno della Prima per dare “un messaggio politico chiaro”. Come prevede il cerimoniale, saranno presenti in prima fila il presidente del Senato, Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, con le rispettive consorti. «Per me – ha spiegato il sindaco- in questo momento il messaggio politico è la vicinanza con la senatrice Segre, che vuol dire tante cose. Vuol dire quello che lei ha dato a Milano, vuol dire riflettere sulla tragedia che sta succedendo in Medioriente».

Hanno confermato la presenza anche il vice premier Matteo Salvini («da milanese non potevo mancare»),  il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la ministra per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, i sottosegretari alla Cultura Gianmarco Mazzi e Vittorio Sgarbi, il prefetto Claudio Sgaraglia, il senatore a vita Mario Monti, il Capo di Stato Maggiore Giuseppe Cavo Dragone. Per la Rai è atteso l’Ad Roberto Sergio.

Cgil e Anpi in una nota: «Non incontreremo chi non condanna il fascismo»

I rappresentanti della Cgil e della sezione Anpi del Teatro alla Scala in un comunicato hanno annunciato che non parteciperanno «ad alcun cerimoniale di saluto istituzionale rivolto a chi non ha mai condannato il fascismo, le sue guerre coloniali, l’alleanza e la sudditanza al nazismo che ha generato leggi razziali e tanto lutto e miseria al popolo italiano».

Quella che era diventata una consuetudine del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (che stavolta però non potrà presenziare all’opera) di portare un saluto al direttore d’orchestra, agli artisti e a una rappresentanza di lavoratori, durante l’intervallo, in questa occasione potrebbe essere portata avanti dal presidente del Senato Ignazio La Russa, presente nel palco Reale, con il vice premier Matteo Salvini.

«I fascisti non sono graditi al Teatro alla Scala. Abbiamo appreso con rammarico che il Presidente della Repubblica non potrà quest’anno presenziare all’inaugurazione della stagione scaligera. Come ogni anno avremmo volentieri portato i saluti di tutti i lavoratori e le lavoratrici del teatro alla più alta carica dello Stato. Non parteciperemo invece – si legge nella nota firmata dalle RSA e RLS SLC-CGIL Teatro alla Scala e ANPI Scala – ad alcun cerimoniale di saluto istituzionale rivolto a chi non ha mai condannato il fascismo, le sue guerre coloniali, l’alleanza e la sudditanza al nazismo che ha generato leggi razziali e tanto lutto e miseria al popolo italiano».

Il Teatro alla Scala rappresenta un «luogo democratico e civile, e il nostro sindacato e la sezione Anpi del teatro non possono omaggiare chi ancora non combatte queste politiche» conclude la nota.

Le personalità del mondo dell’arte presenti all’inaugurazione della Scala

Come sempre numerose saranno le personalità del mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura: dall’attrice Andrea Jonasson, alle cantanti Ornella Vanoni e Patti Smith. L’icona rock aveva già assistito a una Prima scaligera nel 2019, quando andò in scena Tosca. Del parterre di ospiti faranno parte dal soprano Raina Kabaivanska (che è stata Elisabetta nel 1964 con Gabriele Santini e nel 1969 con Claudio Abbado), al presidente della Triennale Stefano Boeri, dall’architetto Mario Botta che ha completato con la nuova torre di via Verdi il progetto di ampliamento dell’edificio storico del Piermarini, all’editore Luca Formenton passando per l’artista Francesco Vezzoli che ha partecipato alla mostra Fantasmagoria Callas presso il Museo Teatrale della Scala curata dal direttore artistico del Maxxi di Roma Francesco Stocchi, anch’egli presente.

Il mondo del Teatro e della danza parteciperà alla Prima del Don Carlo

Il mondo del Teatro è rappresentato dal direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi, la direttrice del Teatro Franco Parenti Andrèe Ruth Shammah e la scenografa Margherita Palli; particolarmente nutrita la pattuglia dei Teatri d’Opera con il Direttore Generale dell’Opèra di Parigi Alexandre Neef, il Direttore Generale e Artistico della Monnaie di Bruxelles Peter de Caluwe, il Direttore artistico del Real di Madrid Joan Matabosch e i Sovrintendenti dell’Accademia di Santa Cecilia Michele dall’Ongaro, dell’Opera di Roma Francesco Giambrone, del Carlo Felice di Genova Claudio Orazi, del Regio di Torino Mathieu Jouvain, del Comunale di Bologna Fulvio Macciardi. Con loro gli ex sovrintendenti del Teatro alla Scala Carlo Fontana e Alexander Pereira.

Anche quest’anno il sovrintendente Dominique Meyer ha voluto dare evidenza anche il 7 dicembre al balletto scaligero: seduti al suo fianco ci saranno le étoile Nicoletta Manni e Roberto Bolle mentre in sala troveranno posto i primi ballerini Antonella Albano, Martina Arduino, Alice Mariani, Virna Toppi, Marco Agostino, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Nicola Del Freo e Antonino Sutera.

Il menù verdiano di Bartolini per la cena di gala dopo la Prima alla Scala

La Prima del Don Carlo di Verdi sarà seguita come ogni anno da una cena di gala alla Società del Giardino. Organizzata per il dodicesimo anno da Caffè Scala, si avvale per la seconda volta dello Chef Enrico Bartolini (nel 2019 era stato scelto da Caffè Scala per la realizzazione della cena di Sant’Ambrogio) affiancato da Davide Boglioli, Executive Chef del ristorante tristellato Enrico Bartolini al Mudec.

«Per il menu di questa prestigiosa cena – spiega Bartolini – ho pensato a dei piatti che celebrassero il ricco territorio che ha dato i natali a Giuseppe Verdi, utilizzando ingredienti tipici per rendere omaggio alla cucina tradizionale. Il dessert sarà invece un omaggio al Principe protagonista dell’opera verdiana».

Le portate per i 500 invitati alla cena di gala

Il menù per i 500 invitati si aprirà con un antipasto che onora la più autentica tradizione emiliana: parmigiano, pepe e puntarelle, panada emiliana e tartufo, focaccia al rosmarino con spalla di San Secondo. Come prima portata, l’immancabile risotto, per l’occasione con porcini, anice e amarene: in omaggio non solo alla cultura milanese, ma anche e soprattutto a Giuseppina Strepponi, celebre soprano e seconda moglie del Maestro Verdi, originaria di Lodi (quindi lombarda doc) particolarmente appassionata di questo piatto.
La seconda portata sarà una pietanza “classica” che avrebbe reso felice il Maestro, grande estimatore delle carni bianche e della mostarda: faraona, mostarda e cime di rapa. Per concludere in dolcezza, la Corona Don Carlo, con mele, spezie e grano saraceno.
Ad accompagnare i piatti, le bollicine dei Franciacorta firmati Bellavista, che al teatro milanese ha dedicato una delle sue cuvée più pregiate: il Brut Teatro alla Scala che farà il suo debutto con il millesimo 2019 insieme all’Alma Grande Cuvèe Brut, al Petra Toscana Rosso Igt 2020, al Nectar Demi-sec e al Distillato di vino Arzente.

L’allestimento dei tavoli è affidato agli allievi scenografi del NABA

Intento rinnovato anche questo anno di Caffè Scala è quello di promuovere l’inclusione dei giovani, dando loro la possibilità di contribuire al successo dell’evento. Dopo aver coinvolto la scuola Capac in cucina e in sala nell’edizione 2022, questo anno il progetto di allestimento dei tavoli è affidato agli studenti del Triennio di Scenografia NABA, Nuova Accademia di Belle Arti coordinata da Margherita Palli e Francesca Guarnone.

«Incentrandoci sul personaggio, vediamo prevalere nell’allestimento i colori bordeaux, oro e antracite, ritrovati anche nei dipinti “Ritratto dell’infante di Don Carlos” di Diego Velàzques e “Ritratto dell’infante di Don Carlos di Spagna” di Alonso Sànchez Coello». In parallelo alla cena alla Società del Giardino, verrà servita la cena per la festa di tutte le maestranze del Teatro nel retro-palcoscenico, un gran buffet per 500 persone.

La Prima diffusa del Don Carlo e la diretta sulla Rai

Saranno 35 i luoghi in cui l’opera verdiana sarà diffusa in diretta: dall’Ottagono alla Galleria Vittorio Emanuele II, dal Teatro dal Verme a l carcere di San Vittore passando per la casa circondariale Cesare Beccaria, tanto per citarne alcuni. I maxi schermi faranno bella mostra di loro nel centro cittadino mentre si rinnova la collaborazione tra Rai e Teatro alla Scala. Per la prima volta Rai Cultura riprende in 4K una Prima della Scala per trasmetterla come ormai di consueto in diretta su Rai1. Don Carlo sarà quindi visibile in una definizione quattro volte superiore rispetto agli standard televisivi a cui siamo abituati.

Dieci telecamere in alta definizione, 45 microfoni nella buca d’orchestra e in palcoscenico, 15 radiomicrofoni dedicati ai solisti. Un gruppo di lavoro di 50 persone tra cameraman, microfonisti, tecnici audio e video se ne occuperanno.

Lo spettacolo, con la regia televisiva di Arnalda Canali, sarà trasmesso in diretta anche su Radio3, su Rai1 HD canale 501 e su RaiPlay. Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare il capolavoro di Verdi nelle case degli italiani, perché la grande musica è di tutti, come ha dimostrato il milione e mezzo di telespettatori del Boris Godunov del 7 dicembre 2022.

Su Rai1 Milly Carlucci e Bruno Vespa, con collegamenti di Serena Scorzoni dal foyer, condurranno la diretta televisiva incontrando, prima dell’inizio e durante l’intervallo, i protagonisti e gli ospiti presenti. Per Rai Radio3 seguiranno la diretta Gaia Varon e Oreste Bossini. Saranno coinvolte anche le diverse testate giornalistiche della Rai con dirette, servizi e approfondimenti, con ospiti in studio e dal foyer della Scala.

Numerosi anche i broadcaster di tutti i continenti che trasmetteranno l’evento in diretta da Milano grazie agli accordi sottoscritti con Rai Com: da Arte per Austria, Belgio, Francia, Germania, Liechtenstein e Lussemburgo alla Svizzera Rsi, dalla portoghese Rtp alla ceca  Televize. Dall’Europa al Giappone, dove la Nhk manderà in onda Don Carlo (in differita) in formato 4K Hdr, la Prima della Scala sarà fruibile in tutto il mondo sulla piattaforma Medici Tv e sarà proiettata in diretta anche nelle sale cinematografiche di Spagna, Svizzera, America Latina, Australia e Nuova Zelanda e in un network di quindici sale in Italia.

 

 

6 Dicembre 2023
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