Teatro alla Scala
1:21 pm, 22 Novembre 22 calendario

Meyer ribadisce: «Godunov aprirà la Scala»

Di: Patrizia Pertuso
condividi

MILANO Non c’è pace per il Boris Godunov di Modest Musorgskij che il 7 dicembre aprirà la nuova stagione del Teatro alla Scala. Il primo a smuovere le acque su quella rappresentazione era stato il console ucraino a Milano Adrii Kartysh che in una lettera al sovrintendente scaligero Dominique Meyer, al sindaco Beppe Sala e al presidente della Lombardia Attilio Fontana aveva chiesto di «rivedere» la programmazione non inaugurando la stagione con l’opera russa. E aveva anche aggiunto che sarebbe stato il caso di evitare di mettere in scena anche altri spettacoli per non assecondare «eventuali elementi propagandistici». Gli altri spettacoli a cui fa riferimento il console sarebbero il recital del soprano Anna Netrebko e altre rappresentazioni di musica russa in cartellone per bloccare i quali era stata anche avviata una raccolta firme online tra la comunità ucraina e non solo.

Meyer: «Il Godunov è un capolavoro della storia dell’arte»

Oggi, la risposta più che ufficiale di Meyer durante la presentazione della prima alla Scala. Il sovrintendente ha sottolineato che la decisone di aprire la stagione con Boris Godunov, il capolavoro di Modest Musorgskij «è nata tre anni fa. E’ impossibile cancellare un progetto così e in più perché dovremmo? L’ho detto e lo ripeto: io non sono pronto a nascondermi quando leggo Dostoevskij o Pushkin, sono grandi capolavori per i quali abbiamo un grande rispetto e non c’è niente in questa presentazione che vada contro l’Ucraina. Noi non facciamo la propaganda di Putin. Abbiamo preso una decisione ragionevole: bisogna leggere il libretto dell’opera, non fa apologia del regime ma piuttosto il contrario».

Inoltre, sottolinea Meyer, dell’opera «non c’è niente che vada contro l’Ucraina. Bisogna leggere il libretto, non fa apologia di un regime politico. C’è differenza tra la situazione politica attuale della Russia e un grande capolavoro della storia dell’arte».

«Da certo punto di vista – conclude Meyer – capisco il console Kartysh, perché gli ucraini sono feriti; tutte le famiglie hanno dei morti, le case distrutte, sono le vittime. Io capisco questo atteggiamento, ma non lo posso condividere».

Il regista Holten: «Musorgskij non fa propaganda a Putin»

Dello stesso parere anche il regista del Godunov – diretto da Riccardo Chailly e con Ildar Abdrazakov nel ruolo principale – il danese Kaspar Holten. «Come si può pensare che scegliere Musorgskij sia fare propaganda per Putin? È un’opera sul potere, sulla colpa e sulla sofferenza delle vittime di un dittatore pronto a tutto per la sua sete di dominio. Un personaggio che pagherà un prezzo altissimo per i suoi delitti, slittando nella follia e nella morte».

Il Teatro alla Scala per l’Ucraina

Torna così in primo piano il rapporto tra arte e politica che già ha fatto discutere l’Italia in diverse occasioni. Il Teatro alla Scala aveva annullato il concerto di Valery Gergiev perché il Maestro non aveva preso posizione contro la guerra; l’Accademia alla Scala aveva poi accolto sette ballerine delle scuole ucraine – Polina, Aleksa, Daria, Olha, Katerina, Sofia e Mia – tra gli 8 e i 14 anni; il Piermarini aveva anche organizzato una serata benefica con l’obiettivo di raccogliere risorse per la Croce Rossa e per il fondo #MilanoAiutaUcraina. In quell’occasione sul podio, a dirigere lo Stabat Mater di Rossini, era salito Riccardo Chailly e tra i musicisti c’era anche una violinista fuggita da Leopoli, oltre alle giovanissime danzatrici ucraine accolte dalla scuola di ballo scaligera.

Lo sciopero per il contratto ferma la prova d’insieme del Godunov

A rallentare il Boris Godunov ci si mette anche uno sciopero indetto per il 26 novembre, giorno in cui si sarebbe dovuta tenere la prova d’insieme dell’opera. Stavolta la protesta non è indirizzata alla prima scaligera, ma al mancato accordo sul nuovo contratto. Per la Cgil, la Cisl, la Uil e la Fials la cifra messa a disposizione dal teatro è troppo distante da quella proposta. Così, se dal 3 novembre era scattato lo stato d’agitazione, il 26 arriverà la sciopero.

Al Teatro alla Scala 44 milioni dagli sponsor

Intanto, il Teatro alla Scala ha superato brillantemente il periodo difficile della pandemia sia per i ricavi da sponsor che per i biglietti venduti. E’ ancora il sovrintendente del Piermarini, Dominique Meyer, a spiegarlo.  «Abbiamo fatto più di 44 milioni di ricavi da sponsorizzazioni, è record storico per la Scala; è tornato il pubblico, con un tasso di presenze del 10% in più rispetto a prima della pandemia. E lo stesso per i ricavi, più 10%».

«Sono tornati anche i visitatori stranieri – conclude Meyer – . Avevamo paura, perché alcuni non possono venire, quelli dell’Estremo Oriente e i russi, ma siamo tornati al 30% di visitatori stranieri. Si viene volentieri alla Scala e si prenota in anticipo».

PATRIZIA PERTUSO

 

 

 

 

 

 

 

 

22 Novembre 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo