Sindacati contro il governo: “Sulle pensioni confermata e peggiorata la Fornero”
Sindacati contro il governo sulle pensioni. «Il capitolo previdenza ha qualcosa di clamoroso. Le forze di maggioranza avevano promesso di cancellare la legge Monti/Fornero e invece la confermano e addirittura la peggiorano. Vengono neutralizzate, di fatto, le già insufficienti misure di flessibilità in uscita: con i nuovi requisiti più restrittivi, quota 103 e ape sociale riguarderanno nel complesso nemmeno 10.000 persone, mentre opzione donna, ulteriormente peggiorata con l’incremento di un anno dell’età anagrafica, rimarrà concretamente inutilizzata». Così il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, nel corso della sua audizione sulla manovra in Senato di fronte alle Commissioni congiunte Bilancio. «Si tagliano i futuri assegni di molti lavoratori pubblici attraverso una revisione retroattiva delle aliquote di rendimento – ha aggiunto – cosa che riteniamo incostituzionale. Viene confermato il taglio all’indicizzazione delle pensioni in essere; sostanzialmente, stabilendo dal 2024 il pieno ritorno dei 67 anni di vecchiaia, dei 42 anni e 10 mesi di anticipata e dei 71 anni per giovani e donne nel sistema contributivo. Dal 2025, con la riattivazione dell’adeguamento dell’attesa di vita, anche i 42 anni e 10 mesi rischiano di non essere più sufficienti. In pratica, il governo torna a fare cassa con le pensioni, sottraendo 2,7 miliardi complessivi al sistema e penalizzando soprattutto giovani e donne».
Sindacati contro il governo
«Tra gli aspetti negativi che la Cisl chiede di modificare durante la discussione parlamentare, evidenziamo in primo luogo tutti gli elementi penalizzanti introdotti sulle norme di accesso alla pensione e il taglio alle rendite pensionistiche retributive dei lavoratori degli enti locali, della sanità, degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate, degli ufficiali, aiutanti e coadiutori giudiziari», ha aggiunto il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga, nel corso della sua audizione al Senato. «Occorre rafforzare le dotazioni finanziarie – ha proseguito – con riguardo a sanità, scuola/istruzione, enti locali e pubblica amministrazione nel suo complesso, sbloccando assunzioni e stabilizzando il precariato storico. Non sono assolutamente condivisibili i numerosi vincoli introdotti sulla pensione anticipata contributiva che restringono in modo ancora più marcato il numero di coloro che possono accedere a questa prestazione riservandola a situazioni dove le retribuzioni sono molto elevate».
Penalizzate donne e giovani
«Non c’è nessun superamento della legge Fornero sulle pensioni, addirittura è previsto un inasprimento delle condizioni di accesso. Quota 103, Opzione Donna, Ape sociale riproposte con requisiti e penalizzazioni ancora più stringenti, mentre per i giovani che andranno in pensione con il sistema contributivo puro, si prospettano precarietà e un’uscita dopo i 70 anni», ha commentato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, nel corso della sua audizione sulla manovra in Senato di fronte alle Commissioni congiunte Bilancio. «Non c’è niente riguardo a una pensione di garanzia per i giovani – ha proseguito – nulla per valorizzare il lavoro di cura delle donne, permane il blocco dell’indicizzazione delle pensioni, nessun riferimento all’estensione della 14-esima a tutti i pensionati sotto i 1.500 lordi al mese». Ma non è solo il comparto pensioni a preoccupare i sindacati. «Il lavoro è il grande assente di questa manovra: non c’è alcuna politica per la creazione di nuovi posti, a partire dalla Pubblica amministrazione, e si continua con la logica delle decontribuzioni, dei bonus e degli incentivi alle imprese. Non c’è nulla contro la precarietà, il lavoro povero, il sommerso, anzi il contrario: dal no al salario minimo alla liberalizzazione dei contratti a termine, all’allargamento dei voucher previsti dal cosiddetto decreto lavoro; nessun intervento sul fronte della salute e sicurezza», ha sottolineato il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, nel corso dell’audizione a Palazzo Madama.
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