Sierra Leone
4:49 pm, 13 Febbraio 23 calendario
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Le rivolte e 12 anni di stallo: a Makeni primo vescovo non italiano

Di: Sergio Rizza
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La diocesi di Makeni, la più grande della Sierra Leone, per la prima volta ha un vescovo non italiano, ma locale: si chiama Bob John Hassan Koroma (nella foto in alto, appena ricevuto l’annuncio) ed è stato nominato da Papa Francesco sabato scorso. Si chiude così, finalmente, un caso grave e singolarissimo scoppiato nel lontano gennaio del 2011, quando clero e laici del posto si ribellarono alla nomina, fatta dall’allora Papa Ratzinger, di Henry Aruna, vescovo sì sierraleonese, ma proveniente da altra diocesi e da altra etnia del Paese.

Makeni, la storia tutta “italiana” della diocesi

La vicenda, che la storica della Chiesa Paola Vismara non esitò a definire «inedita», è già stata raccontata da Metro. In questa ex colonia equatoriale britannica a maggioranza musulmana, dove i cattolici sono una piccola minoranza, la diocesi di Makeni, in assoluto la più importante del Paese (sia per estensione territoriale che per ricchezza delle “opere” attive: ospedali, università, contatti con la cooperazione internazionale), ha sempre avuto una fortissima impronta italiana: furono i padri saveriani di Parma, infatti, a fondarla con monsignor Augusto Azzolini, poi a condurla per tanti anni, anche attraverso la terribile guerra civile, con monsignor Giorgio Biguzzi.

Aruna con Ratzinger (Metro)

Azzolini, Biguzzi e la rivolta del 2011 contro la nomina di Ratzinger

Quando Biguzzi, 76enne, raggiunse i limiti di età, Ratzinger nominò il successore in monsignor Henry Aruna, che però non potè mai prendere possesso, canonicamente, della diocesi, né fare il suo ingresso nella cattedrale. Temette addirittura per la propria vita. Scoppiò infatti una rivolta, raccontata anche dalle testate locali sierraleonesi, con tanto di atti violenti, porte sbarrate della cattedrale, incendi. Il motivo? Una questione tribale, in parte, perché Aruna era di etnia mende, mentre a Makeni è maggioritaria l’etnia temne. Più prosaicamente e più verosimilmente, però, prevalse una questione di orgoglio, e di rancore dei locali verso la nomina di un “forestiero” che avrebbe gestito le opere della diocesi. Ne nacque così uno stallo: durante il quale Papa Francesco nominò “amministratore apostolico” un altro saveriano, il bergamasco Natalio Paganelli, poi fatto vescovo ma non titolare della sede di Makeni.

Il Nunzio Apostolico Walter Erbì.

Papa Francesco nomina vescovo Bob John Hassan Koroma

La svolta, appunto, sabato scorso. Papa Francesco ha nominato Bob John Hassan Koroma vescovo titolare. E stavolta il vescovo dovrebbe essere accettato: è “locale” (è nato nel ’71 a Kamabai, lì vicino), fu cresimato da Azzolini, fatto prete da Biguzzi, e, sotto Paganelli, è stato in questi anni vicario generale della diocesi e amministratore della Cattedrale. La risoluzione del caso si deve, a quanto risulta a Metro, alla paziente e abile tessitura del nuovo nunzio apostolico, Walter Erbì. Il quale, preso in mano un dossier già avviato dal predecessore, lo ha portato (sottoponendo la possibile nomina di Hassan Koroma a Francesco, che l’ha approvata) a una conclusione che ha tutte le carte in regola per essere felice: il nominato viene dal clero locale e ha avuto una sorta di assenso anche degli altri vescovi del Paese (tra cui lo stesso Aruna, che ora è vescovo di Kenema).

Della presa di possesso della diocesi di Makeni, Paganelli rimarrà come amministratore apostolico. Ad ogni modo, la storia “italiana” e “saveriana” di questo angolo di mondo volge al termine. Nel segno della più che probabile riconciliazione. SERGIO RIZZA

13 Febbraio 2023 ( modificato il 14 Febbraio 2023 | 0:25 )
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