Sierra Leone
3:21 pm, 23 Settembre 22 calendario
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I bungalows di don Ignazio finanziano l’ospedale della missione

Di: Sergio Rizza
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SIERRA LEONE Che ci sia un resort di bungalows, nuovo di zecca, costruito da un prete nella foresta della Sierra Leone, è già una notizia in sé. Ancor più se il prete in questione, un missionario, ha progettato e costruito la struttura ricettiva, elegante e attrezzata, gli “Earthbag Bungalows“, per finanziare il “suo” ospedale.

I bungalows di Lokomasama.

La missione di don Ignazio Poddighe a Lokomasama, Sierra Leone

Autore dell’impresa è don Ignazio Poddighe, 57 anni, sardo di Iglesias. Metro ne ha già raccontato l’opera tenace svolta durante l’infuriare dell’epidemia di Ebola. E anche prima, quando, in uno Stato a larghissima maggioranza musulmana, il “don” fu “incoronato” Paramount Chief dalla popolazione del chiefdom del distretto di Port Loko grata per le opere di bene sue e dell’associazione che lo sostiene, la LoveBridges. A Lokomasama, vicino all’aeroporto internazionale di Lungi, don Poddighe  ha fondato e conduce da quindici anni una missione la cui punta di diamante è l’ospedale: un riferimento imprescindibile, in un Paese in cui essere curati è un privilegio, grazie alle prestazioni generalmente gratuite e alle attrezzature avanzate. La struttura è stata gestita per qualche anno anche in collaborazione con Emergency.

La moderna sala operatoria dello Health Center di Lokomasama.

Dai bungalows “di lusso” i fondi per sostenere l’ospedale

I fondi per questa opera, provenienti da privati e raccolti in Italia, non bastano mai. Non bastano più. Sicché don Poddighe, durante il “fermo” generale imposto dalla recente pandemia di Covid, si è fatto venire un’idea: «Costruire una struttura turistica nel bush», accanto allo Health Medical Center intitolato a Giovanni Paolo II, e così raggranellare altri fondi per implementare le strutture sanitarie, specie quelle chirurgiche, utilizzate per interventi di tutto rispetto da parte di decine di infermieri e medici volontari. Medici italiani, e non solo: anche sierraleonesi (essenziali per garantire continuità all’ospedale) come Lawrence Teteh Kargbo, 36 anni, che è anche presidente del distretto di Koinadugu e che in questi giorni accompagna don Poddighe nella trasferta italiana “a caccia” di medici generici da coinvolgere nella missione. «Ho sempre avuto il pallino della progettazione», racconta il missionario a Metro, «durante l’infuriare del Covid mi son detto: perché non sfruttare il turismo, che, nonostante tutto, qui c’è ed è ricco? Pensavo di rivolgermi soprattutto a una clientela occidentale ed europea, invece l’85% dei clienti è costituita da sierraleonesi benestanti, che la usano anche per feste, matrimoni e weekend di relax. Qui, poi, l’ambiente è molto bello: e siamo a pochissima distanza dalle lagune e dall’Oceano».

Don Ignazio Poddighe con il chirurgo Lawrence Teteh Kargbo (foto Sergio Rizza)

La guerra civile, Ebola, il Covid e la guerra in Ucraina

La Sierra Leone è tribolatissima, come del resto negli ultimi anni hanno dimostrato anche i disordini, dovuti a una nomina vescovile, nella diocesi di Makeni, di cui pure Metro ha dato conto. Lasciatasi ormai alle spalle da due decenni una tremenda guerra civile e, più di recente, una non meno tragica epidemia di Ebola, resta un Paese poverissimo, per reddito ed infrastrutture, su cui la crisi energetica ed alimentare innescata dalla guerra in Ucraina ha infierito ulteriormente: «Il prezzo del carburante e dei cereali, come il grano e il riso, è raddoppiato», spiega don Poddighe, «e ciò ha suscitato rivolte che, nelle scorse settimane, sono state duramente represse. Nel giugno prossimo, poi, ci saranno le elezioni», e altre tensioni potrebbero esplodere.

Il bagno in un bungalow.

Bungalows e turismo in Sierra Leone. Nonostante tutto

Ma il turismo c’è, nonostante tutto. Specie interno, animato dalla locale upper class. A Lokomasama può trovare accoglienza in questi otto bungalows, «per una trentina di posti letto in tutto», spiega ancora don Poddighe; «li ho progettati personalmente e li ho costruiti con manodopera e materiali del posto, come il bellissimo legno rosso, una specie di teak, e l’argilla, o il bambù. L’artigianato locale, eccezionale, mi ha fornito gli arredi. Qui c’è tutto: massaggi, piscina, wi-fi».

Don Poddighe: «Con 100 euro si può donare una operazione chirurgica»

Fra un mese, più o meno, finirà la stagione delle piogge. E il Poddighe-resort “Earthbag bungalows” riaprirà. Nel segno della speranza, del lavoro, e della carità sanitaria. I medici volontari che vengono dall’Italia operano esclusivamente gratis, ma le troupe chirurgiche hanno comunque dei costi. Per questo don Poddighe sottolinea l’importanza delle donazioni: «Ci stiamo attrezzando anche per la chirurgia ortopedica e urologica, e per gli interventi in laparoscopia. Per ogni operazione sosteniamo costi importanti. Bastano 100 euro per assicurare una operazione chirurgica a una persona…». Oppure regalare, e regalarsi, una vacanza nel bush equatoriale. Info su www.associazionelovebridges.it.

23 Settembre 2022
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