Sierra Leone
8:50 pm, 17 Settembre 15 calendario

Ebola è (quasi) passata Ora resta…l’uveite

Di: Sergio Rizza
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MILANO – La fase acuta di Ebola è passata. Il flagello un anno fa terrorizzava il mondo. Oggi ci sono pochissimi casi. La Liberia è appena stata proclamata Ebola-free (ma lo era già stata in maggio, con successiva ricaduta). La Guinea, dice l’Ebola Situation Report dell’Oms, dal 6 al 13 settembre ha avuto la prima settimana senza nuovi contagiati mentre la Sierra Leone ne ha avuti “solo” 5. Ma al sollievo si accompagna la smobilitazione. E sorge un nuovo campo di intervento: quello dei “survivors”.

Luca Rolla di Emergency e i “survivors” di Ebola

Lo dice, a Metro, Luca Rolla, 43 anni, “program coordinator” per la Sierra Leone di Emergency. «Le Ong di solito vanno dove ci sono i fondi», spiega Rolla, «non i bisogni. Il problema dei survivors di Ebola (si calcola che siano 4 mila) viene enfatizzato. L’obiettivo sono le risorse stanziate per l’epidemia. Si convocano gruppi di lavoro sull’uveite che colpisce gli occhi di chi è guarito. Ma ha senso parlare in un Paese in cui la mortalità dei bambini sotto i 5 anni è la più alta al mondo? In cui non esiste un sistema sanitario? In cui la malaria uccide più di Ebola?». Ora che è passata l’emergenza bisognerebbe aiutare la Sierra Leone a darsi una Sanità di base, spiega Rolla, «per migliorare l’igiene, sensibilizzare la gente. Altrimenti succederà come con il colera: tutti si diedero da fare, andandosene subito. Poi ci fu Ebola». Un anno fa c’erano «100-120 casi al giorno di Ebola», per dirla ancora con Rolla. Oggi anche l’organizzazione di Gino Strada ha smobilitato le strutture anti-epidemia a Lakka, Waterloo, Goderich (salvo il laboratorio di analisi a Freetown), anche perché «non ha senso tenere aperto un ospedale per uno e due malati» che possono essere curati a Kambia dagli International Medical Corps.

L’ospedale di Lokomasama di don Poddighe

Ma Emergency resta. Anzitutto, a Goderich, penisola di Freetown, con il centro traumatologico «che ormai è il riferimento per la Sierra Leone. 6 milioni di abitanti», prosegue Rolla, 100 posti letto e 3 sale operatorie. E poi aprendo due pronto soccorso per la “stabilizzazione” dei pazienti in attesa del ricovero: presidi preziosi in un Paese in cui i trasporti sono rari e costosissimi, in cui una brutta frattura rimediata a 3-4 ore da Freetown può essere una tragedia. I pronto soccorso saranno, nel giro di un paio di mesi, a Lokomasama (Port Loko), nella struttura “nuova, ben fatta” costruita da un missionario, don Ignazio Poddighe, e dalla sua Associazione LoveBridges, e a Waterloo, più vicina a Freetown (Lokomasama è a 3 ore e mezza). «Non possiamo costruire da soli una Sanità inesistente», conclude Rolla, «almeno diamo un segnale». SERGIO RIZZA

L’epidemia di Ebola in numeri

L’emergenza Ebola fu proclamata dall’OMS nell’agosto 2014, con mesi di ritardo. Contagi e vittime Secondo l’OMS (www.who.int, dati aggiornati al 13 settembre), in totale, i casi di Ebola sono stati 28.256 e 11.306 le vittime, concentrate in Guinea, Liberia e Sierra Leone soprattutto.

17 Settembre 2015 ( modificato il 12 Febbraio 2022 | 18:42 )
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