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4:55 pm, 8 Novembre 22 calendario

Dal caro-bollette a fisco e pensioni: corsa per la manovra. Riapre la rottamazione Ter

Di: Redazione Metronews
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Il cantiere della manovra è ancora aperto ma il tempo stringe per il via libera del Governo entro una decina di giorni e l’esame-lampo delle Camere per l’approvazione entro il 31 dicembre, scongiurando il rischio di incorrere nell’esercizio provvisorio. In pista ci sono interventi per caro-bollette, avvio della flat tax, pensioni e proroga del taglio delle tasse sul lavoro.

Manovra, risorse in campo

La manovra lorda dovrebbe aggirarsi intorno ai da 30 miliardi di euro lordi: 22 miliardi trovati rialzando l’asticella del deficit al 4,5% e la restante parte con misure equivalenti nello stesso ambito di intervento delle misure. Si tratterebbe di trovare circa 3-4 miliardi, visto che altri 4-5 miliardi circa arriverebbero de facto da misure varate con il dl Aiuti quater ma con effetti nel 2023.

La fetta maggiore delle risorse della manovra andrebbe al rinnovo delle misure contro il caro energia dal credito di imposta al bonus sociale, tra le altre, e magari nuove misure per ridurre l’impatto dei prezzi del gas, che tornerebbero a salire nei prossimi mesi. le restanti risorse verrebbero invece destinate all’avvio delle principali misure promesse in campagna elettorale, flat tax e pensioni. In linea con questo principio eventuali misure fiscali, nella fattispecie l’estansione della flat tax al 15% per autonomi e partite Iva con ricavi fino a 85mila euro (contro gli attuali 65mila), andrà coperta con risparmi realizzati in ambito fiscale. Costo dell’operazione 500 milioni.

Taglio a detrazioni

Le risorse per finanziare la flat tax potrebbero essere reperite con un intervento sulle detrazioni o deduzioni, riducendo gli sconti fino ad azzerarli a partire dalla soglia di 85mila euro di reddito (oggi il tetto di partenza è fissato a 120mila euro con azzeramento per i redditi dai 240mila euro annui in sù).

Cuneo fiscale

L’obiettivo a intervenire gradualmente sul cuneo fiscale fino ad un taglio di almeno 5 punti è al momento in stand by, e si profila in manovra al momento la sola proroga del taglio di 2 punti percentuali per i lavoratori con reddito fino a 35mila euro finanziata finora fino al 31 dicembre.

Pensioni

In manovra dovrebbe trovare spazio un nuovo schema di anticipo pensionistico più sostenibile di Quota 100. In assenza di misure tornerebbe si applicherebbe integralmente la legge Fornero. Atteso anche un intervento per l’indicizzazione delle pensioni.

Energia

Il decreto aiuti sbarcherà in Consiglio dei ministri a giorni con una dote da 9,1 miliardi ereditati dal governo Draghi.  Di questi 4-5 miliardi andranno a finanziare la proroga delle misure contro il caro-energia, il resto è destinato a interventi approvati con il decreto ma con effetti nel 2023. Tra le misure attese la proroga al 31 dicembre del taglio accise 30,5 centesimi sui carburanti e del credito di imposta imprese energivore e non. In dirittura di arrivo anche l’estensione massima del tetto (attualmente a 600 euro) sui fringe benefits per i lavoratori da destinare al pagamento delle bollette.

Rottamazione Ter, si riparte

La rottamazione ter riapre i battenti, per consentire a più di mezzo milione di contribuenti di versare 2,5 miliardi di euro. L’esecutivo vuole recuperare coloro che hanno aderito alla sanatoria ma non sono riusciti a rispettare la tabella dei pagamenti e, di conseguenza, non hanno fatto pace con il fisco. Secondo i dati del Mef sono su un totale 1 milione e 250.000 adesioni al condono sono ben 532.000 coloro i quali hanno interrotto i versamenti che avrebbero consentito di chiudere il conto con l’amministrazione (versando le imposte dovute, senza però sanzioni e interessi).
Le misure allo studio dovrebbero consentire al quel 43% che ha perso i benefici previsti dalla rottamazione ter di stringere un nuovo patto, per altri 5 anni (o 10), versando le imposte dovute e solo il 5% di sanzioni e interessi. Recuperando i contribuenti che hanno perso il diritto alla sanatoria sarebbe possibile recuperare i 2,5 miliardi di euro non versati. Cifra che potrebbe ulteriormente aumentare se si considera che la rottamazione ter ‘scadè il 30 novembre (con possibilità di pagare fino al 5 dicembre) e dovranno essere versate le rate di febbraio, maggio e luglio, posticipate a causa del covid. Anche con i 5 giorni di tempo in più si teme infatti che non tutti potranno versare quanto dovuto.

La riapertura dei termini rappresenta un primo passo di un percorso, che proseguirà con la legge di bilancio 2023. Il nuovo intervento dovrebbe consentire a chi ha ricevuto una cartella sopra i 2.500 euro di pagare l’imposta più il 5% di sanzioni e interessi; mentre da 1.000 a 2.500 euro sarebbe sufficiente versare il 20% dell’importo dovuto. E per chi ha un debito fino a 1.000 euro viene addirittura cancellato, senza alcun versamento.

8 Novembre 2022
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