Europee 2024
4:30 pm, 21 Aprile 24 calendario

Elly Schlein sarà la candidata alle Europee, dibattito sul suo nome nel simbolo

Di: Redazione Metronews
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Elly Schlein è in campo: correrà come capolista nella circoscrizione Centro e nelle Isole alle prossime europee. Non solo: il nome della segretaria potrebbe comparire nel simbolo. Un’idea, questa, emersa durante la riunione della segreteria che si è svolta prima della direzione nazionale. Una scelta che risponderebbe anche alla necessità, sottolineata da Schlein nel corso della sua relazione alla direzione nazionale, di contrastare l’astensionismo in Italia.

Elly Schlein: «Votare fa la differenza»

«Tina Anselmi diceva che fare politica è organizzare la speranza – ha spiegato la segretaria che si è detta colpita dai numeri dell’astensionismo visti alle ultime tornate elettorali -. Dobbiamo, in queste settimane che ci separano dal voto, dare un messaggio di speranza a quelle persone che non vanno più a votare, per dimostrare che votare fa la differenza», ha aggiunto Schlein prima che il responsabile Organizzazione dem Igor Taruffi leggesse le liste.

Il dibattito sulla possibilità che il nome di Schlein sia nel simbolo

Il tema del nome della segretaria Pd nel simbolo delle prossime europee ha monopolizzato i lavori della direzione del Partito Democratico che ha approvato le liste. Domani entro le 16 la segretaria scioglierà il nodo del contendere. Il dibattito nasce dalla proposta avanzata in direzione dal presidente dem Stefano Bonaccini di prevedere nel simbolo dem il nome di Elly Schlein. Una proposta che era stata messa sul tavolo della segreteria già questa mattina e che aveva visto contrari esponenti della maggioranza dem come Marco Sarracino e Peppe Provenzano.

Dubbi avanzati anche da Debora Serracchiani

Dubbi sarebbero stati manifestati anche da Debora Serracchiani, responsabile Giustizia che al congresso ha sostenuto Bonaccini. I contrari, emerge dal dibattito, temono in particolare una eccessiva personalizzazione del partito e della campagna elettorale.

Inoltre, a non convincere è la tempistica della proposta: la discussione, ha sottolineato ad esempio Giuseppe Provenzano, non andava aperta oggi, ma dopo le europee e inserita in un lavoro più ampio sull’organizzazione del partito e del suo modello. Un modello che, per chi si oppone all’inserimento del nome di Schlein nel simbolo, non può essere quello leaderistico che si vede in altri partiti.

Cuperlo: «La guida di Schlein  più autorevole e forte senza quella scelta»

«Elly, tu non sei Giorgia Meloni, Matteo Salvini, non sei Tajani, non sei Renzi, Calenda. Sei meglio di loro e vieni da una cultura diversa», ha sottolineato Gianni Cuperlo. La guida di Schlein, per Cuperlo, «è più autorevole e forte senza necessariamente quella scelta».

D’Attorre: «Sono contrario a scelte leaderiste»

Alfredo D’Attorre, responsabile Università e Ricerca del Pd ed esponente dell’area ex Articolo 1, respinge l’idea di un partito leaderistico, ma apre all’ipotesi del nome di Schlein nel simbolo: «Sono contrario in linea di principio a una scelta leaderistica. Ma in questo passaggio, inserire il nome di Schlein nel simbolo può servire a rispondere a quella necessità di apertura e cambiamento a cui quest’anno non sempre siamo riusciti a rispondere compiutamente. Non sia un modello di partito, ma uno strumento per rilanciare rispetto a quella fase costituente che avevamo promesso durante il congresso».

I renziani all’attacco: «Non aveva detto basta al “partito dell’io”?»

Il dibattito, intanto, si sposta fuori dal Partito Democratico con i renziani che vanno all’attacco: «Aveva detto che bisognava dire basta col “partito dell’io”, che bisogna fare il “partito del noi”, e finisce col mettere il suo nome nel simbolo, come Berlusconi che lo aveva fatto ben prima di lei, per tentare di trasformare il Pd nel nuovo Pds, il “Partito di Schlein”», sottolinea Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato.

«Seppellite e archiviate – aggiunge – ore e ore di pensose prediche dei sinedri della sinistra contro la deriva personalistica e contro il narcisismo al potere. Parte da noi, ma arriva solo lei».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Libdem, Andrea Marcucci: «Elly Schlein diceva di volere un “partito comunità”. Sarà la prima segretaria del Pd nella storia a candidarsi alle elezioni europee per dimettersi il giorno dopo. E per di più avrà il suo nome nel simbolo. Una bella coerenza in effetti. Deriva personalistica?».

Prodi: «Queste sono ferite alla democrazia»

«Ragioniamo con un po’ di buonsenso – afferma Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea – perché dobbiamo dare un voto a una persona che, se vince, di sicuro non ci va. Queste sono ferite della democrazia, si scava un fosso per cui la democrazia non è più amata. Ho detto solo questo. Riguarda Meloni, Schlein, Tajani e tutti. Non è questo il modo di sostenere che la democrazia è un sistema al servizio del popolo».

Gli altri capilista oltre a Schlein

Oltre a Schlein, gli altri capilista sono Cecilia Strada nel Nord Ovest, Stefano Bonaccini nel Nord Est e Lucia Annunziata al Sud. Il voto della direzione del Pd sull’impianto delle liste dovrebbe arrivare oggi, al termine della direzione. In un secondo momento, Taruffi provvederà al completamento delle caselle mancanti, in coordinamento con i livelli territoriali del partito.

«Mancano poche caselle, qualcosa va assestato, chiederemo il mandato per completarle in coordinamento con i livelli territoriali», ha spiegato Taruffi.

Schlein sostiene Nicolas Schmit alla presidenza della Commissione Europea

Nel corso del suo intervento, Schlein ha ribadito la fiducia nel candidato alla presidenza della Commissione Europea, Nicolas Schmit e la necessità di lavorare per una vera integrazione europea contro il ritorno dei nazionalismi.

«Non si chiuda questa finestra di cambiamento che abbiamo contribuito come Pd e famiglia socialista ad aprire in questa legislatura europea. Solo una vera integrazione potrà fare da argine ai nazionalismi. Per questo sosteniamo con convinzione Nicolas Schmit alla presidenza della Commissione Europea», sono state le parole della segretaria.

Conte annuncia come candidata con il M5S l’ex calciatrice Carolina Morace

Dal canto suo, Giuseppe Conte, ai microfoni di Mezz’ora in inda sulla Rai, annuncia la candidatura alle europee con il M5S di  «Carolina Morace, è una calciatrice che ha superato tantissimi primati sportivi, ma ha fatto anche saltare tutta una serie di stereotipi e ha squarciato degli schemi in un campo prima prevalentemente dei maschi». Conte ha già presentato il simbolo al Viminale per le elezioni europee del 8 e 9 giugno.

Calenda presenterà la lista “Siamo Europei” martedì a Milano

Martedi 23 aprile, alle ore 18 presso il Teatro ECO a Milano il segretario di Azione, Carlo Calenda, aprirà la campagna elettorale della lista “Siamo Europei” presentando i candidati che correranno per le elezioni dell’8 e del 9 giugno.

21 Aprile 2024
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