Teatro Milano
10:28 am, 29 Giugno 22 calendario

PaT presenta i Discorsi di Pier Vittorio Mannucci

Di: Redazione Metronews
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TEATRO Dopo il successo di Cafards – Il Buio Dopo L’alba e Petrolio. Una Storia a Colori, PaT – Passi Teatrali torna sulle scene milanesi con la prima nazionale di Discorsi Senza Punto Mentre la Verità Ciao, sul palco del teatro fACTORy32 dal primo al 3 luglio (www.passiteatrali.org).

Sul palco per questo spettacolo scritto da Rodolfo Ciulla e Aureliano Delisi, che chiuderà la stagione teatrale 2021/2022 di fACTORy32, gli attori Gledis Cinque, Erica Del Bianco, Federico Rubino e Nick Russo, diretti dalla regia di Pier Vittorio Mannucci.

Lo spettacolo in scena per PaT – Passi Teatrali

Discorsi Senza Punto Mentre la Verità Ciao è un testo che con la sua originalità ha sedotto molti addetti ai lavori ancor prima di debuttare, vincendo la prima edizione del concorso PaT – Passi Teatrali per la Drammaturgia Italiana Contemporanea Under 35 (organizzato in collaborazione con fACTORy32 e lo spazio teatrale Quarta Parete di Milano), conquistando il premio di drammaturgia contemporanea  con Shakespeare Is Now (2019) e arrivando alla finale grazie a Drammi Di Forza Maggiore (2021).

I Discorsi secondo Pier Vittorio Mannucci

«”Discorsi”, come ormai lo chiamiamo in confidenza, mi ha colpito come una folgore – racconta il regista Pier Vittorio Mannucci – è spiazzante, esilarante, stimolante, e tante altre cose che finiscono in “ante”. È un testo-iceberg, con una molteplicità di livelli di lettura che sebbene nascosti a un primo sguardo, emergono con prepotenza con il passare dei minuti».

La vita tra leggerezza e dramma

«”Discorsi” – prosegue il regista – abbraccia la poliedricità della natura (umana e non), raccontandola in tutte le sue forme, e alternando con maestria leggerezza e dramma per raccontare la cosa più semplice e complessa che ci sia: la vita. Una vita fatta di ostacoli, cadute, sforzi che sembrano infiniti. Una vita vissuta di corsa, senza fermarsi mai, inseguendo un traguardo che pare allontanarsi sempre più: una maratona. Questa è l’idea che ha guidato la messa in scena: i personaggi come maratoneti, corridori senza volto che solcano le strade della vita. Le loro identità sono fugaci, effimere: etichette che ci appiccichiamo addosso senza sapere perché, abbandonate nel magazzino di ruoli creato della società contemporanea, in cui tutti possono essere tutto e finiscono, paradossalmente, per non essere niente».

I Discorsi a PaT reiventano l’uomo

«La vita – si chiede il regista nello spettacolo di scena per PaT – è il ruolo che ci assegniamo, o quello che decidiamo di prenderci? O, forse, la vita va oltre i ruoli, ma siamo divenuti incapaci di farne a meno, spinti dal nostro desiderio di incasellare, categorizzare, ridurre l’orribile incertezza che ci circonda per creare un ordine illusorio? Scegliendo di essere qualcosa – qualunque cosa scegliamo la finitezza dell’essere e rinunciamo alle infinite possibilità del non-essere, sacrificando la proteiforme capacità umana di reinventarsi ancora, e ancora, e ancora».

 

29 Giugno 2022
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