Cinema
6:43 am, 27 Settembre 21 calendario
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Sergio Castellitto: «Tutti siamo materiale emotivo»

Di: Orietta Cicchinelli
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Sergio Castellitto presenta la sua settima fatica: “Il materiale emotivo” nelle sale in ottobre. «Per fare il regista ci vuole un fisico bestiale che non ho e poi ho la fortuna di avere in casa uno, mio figlio Pietro, che i film li sa fare bene» dice Sergio Castellitto.

Sergio Castellitto e Ettore Scola

Al suo 7° film dietro la macchina da presa con “Il materiale emotivo” (nei cinema il 7 ottobre dopo aver inaugurato il Bif&st), l’attore-regista precisa che in futuro si dedicherà soprattutto alla sua carriera da attore: «Quest’anno arrivo al mio centesimo film, non ho più la smania di dover dimostrare niente. Per fortuna mi propongono ancora dei ruoli e poi sono contento della produzione familiare, non considero una rinuncia non fare più il regista» spiega chiarendo che la stanchezza maggiore gli arriva dai film in cui è soltanto regista. E a prpoposito del film dice: «Ho avuto un rapporto storico con Ettore Scola, mi ha diretto in La Famiglia, Concorrenza sleale e nella serie tv Piazza Navona e, soprattutto mi ha fatto il grande dono della sua amicizia. Ora mi è piaciuto realizzare la sua ultima idea».

Il Covid e il distanziamento umano

Chiarito così il suo legame con l’autore della sceneggiatura della graphic novel “Un drago a forma di nuvola”, da cui il film è tratto, ma che Margaret Mazzantini ha riscritto «anche se il cuore della storia è quello di Scola. Il film ha un titolo che è un ossimoro – continua il regista – . Siamo tutti materiale emotivo anche se oggi siamo forzati a un distanziamento che era già cominciato prima della pandemia, con i messaggi whatsapp cui affidiamo i nostri sentimenti».

La storia del film

La genesi del film è simile a quella di ‘Tre Piani”: bloccato per tre anni dalla pandemia. «Quando l’abbiamo cominciato eravamo tutti persone diverse, io stesso ero diverso, avevo una “cazzimma” che oggi non ho più». L’idea centrale della scrittura? «Nella metafora del teatro, inizia con un sipario che si apre e finisce con un sipario che si chiude, proveniamo dal teatro, cinema è stato l’amante, ogni volta che tocco il teatro sento quanto sia modernissimo».

Prigioniero di un mondo

Il racconto teatrale, girato quasi tutto in interni, con la bella ma claustrofobica piazzetta parigina che ospita la libreria del protagonista ricostruita nel teatro 5 di Cinecittà ruota a personaggi prigionieri. «Il mio libraio Vincenzo è prigioniero dei suoi libri. Lui sostiene che «l’attualità ci uccide». Sua figlia è prigioniera della sua sedia a rotella. Ed è un prigioniero anche il suo pesce rosso». La scelta di inserire nel cast il convincente rapper Clementino è stata dettata da una parte, spiega dal fatto che «Massimo Troisi non c’è più, nella graphic novel di Scola aveva le sue fattezze», dall’altra per la passione di inserire cantanti nei suoi film, come è successo ad esempio con Jannacci ne La bellezza del somaro»

27 Settembre 2021 ( modificato il 26 Settembre 2021 | 18:16 )
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