Narni Città Teatro
7:30 pm, 19 Giugno 21 calendario

Clementino: «Voglio fare uno show tutto mio in tv»

Di: Redazione Metronews
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NARNI Clementino superstar della seconda edizione di Narni Città Teatro. Inaugurata ieri – momento clou lo spettacolo mozzafiato “Look”, con Francesco Montanari voce recitante, nella suggestiva boscaglia dello Stifone, tra musiche ambient, flessuose danzatrici del Centro Ceco Roma, e le acrobatiche coreografie nelle verdi acque del Nera della campionessa del mondo di nuoto sincronizzato Manila Flamini – la rassegna umbra ha raggiunto il suo apice con l’arrivo del rapper avellinese.
Clemente Maccaro, classe 1982 ha dato il meglio di sé prima alla Rocca Albornoz di Narni (maestosa sentinella alla porta dell’Umbria costruita nel 1367) dove si è messo letteralmente alla gogna “per scontare i suoi tanti peccati ancora e ancora”, parole sue, e ha rappato nel pozzo del cortile interno, prima di esibire i suoi tanti tatuaggi e lasciarsi andare cantando Reginella, con tanto di coro di giornalisti e staff al seguito. Poi in piazza dei Priori, intervistato da un divertito Francesco Montanari, letteralmente fagocitato dalla presenza scenica di Clementino.
«Da grande volevo fare l’attore – ha spiegato il rapper – e mi sono laureato con 110 all’Accademia dello spettacolo di Napoli. La musica era solo una passione per me, ma non ci puntavo. Mi sono trasferito a Roma e ho bazzicato gli studi di Cinecittà dove però continuavo a fare la comparsa per pochi soldi, mentre la mia passione, il rap, che coltivavo parallelamente nel tempo libero, mi faceva guadagnare. Così ho scelto la seconda via».
Perché ha scelto la “iena” come alias di Clementino?
«Facevo gare di freestyle, improvvisavo e dovevo essere il più forte d’Italia dal vivo. Iena vuol dire io e nessun altro, perché nel rap non contano le minchiate e i like che si comprano, ma la musica: bisogna essere originali, riconoscibili in 10 secondi. Come Gemitaiz, Salmo, Fabri Fibra… La iena spacca le ossa all’avversario e quindi ho spazzavo via molti rapper ma le ho pure prese!».
La presenza scenica da dove le viene?
«I miei genitori recitavano a teatro e da lì mi sono appassionato. Sono pochi i rap che hanno presenza scenica, come Salmo e Caparezza…e la differenza si vede tra chi sa stare sul palco e chi no! Ho fatto anche dei film come “Zeta” dove interpreto me stesso e “Cobra non è” e altre piccole cose. Poi Sergio Castellitto mi ha voluto nel ruolo di un cameriere napoletano a Parigi, in un film con Matilde De Angelis che non è ancora uscito causa Covid, ma sarà nelle sale prossimamente…».
Un “Amleto” per la regia di Montanari?
«Certo che lo farei… Anche un Cyrano di Bergerac (e inizia a recitare il divertente monologo del naso, corretto e rivisto alla maniera rap, tra gli applausi dei tanti fan, ndr.)». 
Un ricordo di Pino Daniele?
«Vengo da una famiglia che mi ha fatto ascoltare da Battisti a Murolo, da De André a Avitabile. Quando ho tirato fuori O’ vient, nel 2013, Pino mi fece chiamare per aprire i suoi concerti: entro nel teatro dove lui provava e lo sento in camerino che cantava la mia canzone! Che emozione: mi disse che il testo aveva la sue “pennellate” e così duettammo, prima di fare un pezzo insieme “Attraverso le parole” che la Universal tiene ancora nel cassetto e non è mai uscito. Pino, poco prima di andarsene, mi ha lasciato un regalo: la registrazione di “Da che parte stai”. La sua ultima incisione…».
Clementino, gran tifoso del Napoli, e Maradona.
«Ero in autostrada e la mia manager mi dice che devo consegnare un premio a un giocatore del Napoli per conto della Gazzetta dello Sport e chi ti trovo? Gianni Minà e Diego Maradona! Lui era il più forte di tutti: lo gridai anche a Pelè che non volle farmi un autografo. Diventammo subito amici: lui era un fiume in piena quando iniziava a parlare…».
A proposito di cadute della vita e di rinascite.
«Beh, quando ho visto mia madre, una guerriera, piangere per me ho capito che dovevo cambiare strada: mi stavo perdendo e i suoi silenzi erano pugnalate e mi hanno fatto capire che per salvare Clemente ci voleva Clemente, altrimenti rischiavo di perdere, per colpa di una dipendenza, quel che avevo costruito… Tutti facciamo cazzate, l’importante è rialzarsi. Stavo facendo soffrire i miei… Per fortuna ho seguito la mia passione e sul palco sono finalmente io!».
Clementino e la fama.
«Quando diventi famoso tutti ti vogliono e ti chiamano fratello, ma poi quando cadi in disgrazia non c’è nessuno se non la tua famiglia, chi ti ama davvero e ti conosce da sempre, ad aiutarti. Ricordate, ragazzi, la famiglia vi salva!».
Il prossimo passo?
«Intanto l’8 luglio sono a Caserta per una data live… Poi, avendo fatto The Voice, per colpa della pandemia non potendo andare in tour, ho scoperto che mi piace assai la tv: è stato bello lavorare con Gigi D’Alessio e Loredana Bertè! Allora voglio fare uno spettacolo tutto mio: “Clementime” come facevo tanti anni fa nei villaggi turistici con chitarra e microfono… Vorrei fare uno show alla Fiorello, alla Cattelan, insomma, con ospiti da Verdone a Montanari a Mertens!».
 
 
 
ORIETTA CICCHINELLI

19 Giugno 2021
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