Conte al consiglio Ue per evitare la procedura

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato al Consiglio europeo con la convinzione che la partita sulla procedura di infrazione per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia fosse più che mai aperta. Ma ora i segnali non sono affatto incoraggianti. Anzi a Palazzo Chigi ci sarebbe un vero e proprio allarme. Il premier sta tessendo la sua tela, dopo la lettera inviata formalmente. Spera di poter presentare una situazione economica italiana migliore di quanto sembri. Ma non sono stati pochi i Capi di Stato e di governo che hanno avvertito il premier sul rischio che corre il nostro Paese. Non basta quindi l’aggiornamento di bilancio che verrà completato con il Cdm di mercoledì. Non basta il “tesoretto” dei cinque miliardi: due già congelati nella legge di bilancio, tre derivanti dai risparmi di reddito di cittadinanza e Quota cento. E un sesto che il governo chiederebbe come dividendo a Cassa Depositi e Prestiti. Dovranno essere il ministro Tria e i tecnici del Mef a cercare una soluzione ma il problema è che i margini politici non ci sono. Perché sia Salvini che Di Maio non intendono abbassare la guardia. Il messaggio di Conte è che non bisogna sottovalutare i rischi della procedura di infrazione, sarebbe un danno vero per l’Italia. 
Conti e Autonomia
Al momento a Palazzo Chigi l’attenzione è legata ai conti del 2019, poi dopo l’assestamento al bilancio, si stringerà sulla manovra d’autunno per il 2020. E intanto torna il primo piano il tema dell’Autonomia. In un lungo post di Luigi Di Maio chiede che l’Autonomia proceda «di pari passo con un grande piano per il Sud». Dalla Lega si dice «stiano attenti a non esagerare», ma si prende anche atto dell’ammissione M5S che l’Autonomia si farà.