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9:12 am, 26 Gennaio 17 calendario

Italicum “pronto” «Ma ora tocca al Parlamento»

Di: Redazione Metronews
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ROMA «La Corte Costituzionale ha fatto il suo dovere senza fare favori politici agli uni o agli altri, ma un aggiustamento della legge in Parlamento ora sarebbe utile». Concordano su questo il professor Antonio Baldassarre, già presidente della Consulta, e il professor Giovanni Guzzetta, anche lui rinomato costituzionalista. A Metro spiegano il senso del pronunciamento sull’Italicum. «Il ballottaggio era ritenuto incostituzionale quasi da tutti, il premio di maggioranza no – afferma Baldassarre – La decisione nel complesso è equilibrata». Tutto risolto, dunque? «Chi si aspettava che la Corte risolvesse interamente il calendario dell’agenda politica e della durata della legislatura resterà deluso. La Corte Costituzionale si è sottratta al ruolo di sostituto dei partiti. Ora spetta alla politica decidere con quale sistema elettorale andare a votare, e quando». La Corte – come di consueto – ha specificato che l’Italicum così modificato è già utilizzabile. Che tipo di legge è? «Un proporzionale quasi secco – afferma Baldassarre – perché il premio di maggioranza è difficile da raggiungere. La legge come è ora tecnicamente può funzionare, ma che sia la legge migliore ho qualche dubbio. Io mi auguro che il Parlamento intervenga per rendere omogenee le leggi di Camera e Senato, perché è corretto l’appello in tal senso del presidente Mattarella». Presidente che ieri ha mantenuto uno stretto riserbo istituzionale.
Guzzetta evidenzia un altro tema discusso dalla Corte: i capolista. Per la Corte possono essere bloccati e possono candidarsi in dieci collegi, ma poi non possono scegliere loro dove prendere il seggio, bensì allo stato attuale il collegio deve essere sorteggiato. Cosa che toglie un po’ di potere di nomina ai capopartito. «La scelta del sorteggio – dice Guzzetta -non è una scelta della Corte. È il criterio residuale già scritto nella legge che resta dopo che il criterio principale è stato dichiarato illegittimo».
I due “Consultellum” a confronto
Un punto cruciale del dibattito politico, evocato anche dal presidente Mattarella, è l’omogeneità o meno delle due leggi elettorali per Camera e Senato così come uscite dalle due sentenze della Consulta. Chi vuole andare al voto subito le giudica simili, altri le reputano tanto diverse da inficiare un risultato elettorale. Cosa prevede il Consultellum del Senato? Un proporzionale puro, applicato non sui risultati nazionali ma su base regionale, con uno sbarramento all’8% (al 3 se si è in una coalizione che ottenga almeno il 20). Il Consultellum quindi spinge le liste a coalizzarsi, mentre l’Italicum anche corretto non prevede alleanze tra liste. «Tecnicamente le due leggi funzionano – spiega Antonio Baldassarre – Ci può essere però un problema politico a seguito di risultati diversi nelle due Camere, dove attualmente il rischio di maggioranze diverse pur a parità di voti esiste. In particolare sarà molto difficile ottenere una maggioranza in Senato, mentre con il premio si può avere una larga maggioranza alla Camera». «Spetta alla politica la valutazione delle due leggi – afferma Giovanni Guzzetta – Tecnicamente la divergenza tra i due sistemi c’è. Il sistema del Senato è meno proporzionale della Camera, perché prevede uno sbarramento dell’8% contro il 3%. Il secondo problema sta nel premio di maggioranza: è improbabile che scatti, ma qualora succedesse la divaricazione sarebbe ancora maggiore». 
OSVALDO BALDACCI

26 Gennaio 2017
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