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9:16 pm, 4 Maggio 15 calendario

L’Italicum è legge nell’aula dimezzata

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Impegno mantenuto». Esulta Matteo Renzi un minuto dopo il via libera definitivo dell’Italicum. Non nasconde la soddisfazione Maria Elena Boschi: «Missione compiuta». La riforma elettorale è legge: con 334 sì e 61 voti contrari, a scrutinio segreto richiesto da Forza Italia e Lega, l’Aula di Montecitorio ha approvato il nuovo sistema di voto, che introduce i capilista bloccati (100 in tutto), le preferenze, il ballottaggio qualora nessuna lista o partito ottenga il 40% dei voti, il premio di maggioranza non più alla coalizione ma al partito. 
Il Pd si pacca, almeno 40 – se non 45 – dissidenti interni votano contro (da Bersani a Letta, da Cuperlo a Bindi e Fassina). E le opposizioni che abbandonano l’Aula e scelgono l’Aventino, non prima di aver chiesto lo scrutinio segreto, nell’ultimo tentativo di mettere in atto un blitz. Sin dalla mattina Forza Italia ha annunciato che non avrebbe partecipato al voto, ma conmolti malumori interni. Le altre forze di minoranza riflettono, valutano tutte le alternative, con i grillini favorevoli a restare nell’emiciclo se il voto fosse stato palese. 
Renzi ostenta tranquillità: la nuova legge «porterà chiarezza e stabilità», dice il premier, convinto che con l’Italicum «le cose cambieranno davvero». Duri i commenti della minoranza Pd: «Che amarezza la Camera mezza vuota. Così la sfida del Pd al Paese è più debole», afferma il capogruppo dimissionario Roberto Speranza. «Il dissenso è stato abbastanza ampio. Il dato politico sia sull’approvazione della legge sia sulle dimensioni del dissenso è non poco rilevante», osserva Pierluigi Bersani. «Una cosa è certa: io questo governo non lo sosterrò più», commenta Civati, prefigurando un possibile addio al PD.  
I grillini hanno chiesto al presidente Mattarella di non firmare la legge. «Sono convinta che dall’alto della sua esperienza firmerà l’Italicum», ha detto il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. 
Entrando nel merito del voto, vi hanno preso parte 399 deputati mentre non hanno partecipato 214 deputati (il 34,02%), con 16 assenti giustificati. Risulta che su 310 deputati del Pd, 303 hanno partecipato al voto, 1 era in missione e 6 non hanno preso parte al voto finale. 38 avevano votato contro la fiducia, forse più di quaranta hanno detto no ieri. Sostanzialmente compatte le altre forze sia di maggioranza (Area Popolare, Scelta Civica, Per l’Italia) che di opposizione (M5S, FI, Sel, Lega,FdI). Non ci sarebbero sorprese tra i 61 no da minoranza PD, ex 5stelle e Misto.
METRO
 

4 Maggio 2015
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