Migranti
9:59 pm, 14 Marzo 24 calendario
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Strage di migranti in mare: 60 morti per fame e sete

Di: Redazione Metronews
Strage di migranti
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Strage di migranti in mare: 60 morti per fame e sete. La tragedia al largo delle coste libiche. In 75 su un gommone in avaria per 7 giorni.

Strage di migranti in mare: 60 morti per fame e sete

Nuova strage nel Mediterraneo. I 25 migranti soccorsi mercoledì al largo della Libia da Ocean Viking di Sos Mediterranee hanno riferito che almeno 60 persone sono morte, tra cui donne e almeno un bambino: «Sono partiti da Zawiya – riporta la ong – 7 giorni prima di essere salvati. Il motore si è rotto dopo 3 giorni, lasciando la barca alla deriva senza acqua e cibo. I sopravvissuti dicono che almeno 60 persone sono morte durante il viaggio, tra cui donne e almeno un bambino». Dopo il salvataggio delle persone in condizioni di salute precarie, è stata effettuata un’evacuazione medica con la Guardia costiera italiana. Si tratta di «due persone svenute che le nostre squadre non sono riuscite a rianimare, e che sono state trasportate in Sicilia in elicottero», aggiunge Sos Mediterranee.

Sbarchi senza sosta

Nuovi sbarchi di migranti a Lampedusa dopo i 107 arrivati nella notte: in 207 sono stati soccorsi da capitaneria di porto e guardia di finanza. Un primo gruppo, composto da 45 tunisini e siriani, è stato agganciato mentre navigava su un barcone di 8 metri. A bordo pure quattro donne e sei minori. Ai soccorritori hanno dichiarato di essere partiti da Chebba, in Tunisia. Il secondo, con altre 45 persone di nazionalità bengalese, pakistana, eritrea e sudanese, è partito invece da Zuara, in Libia. Stesso punto di partenza dal quale hanno iniziato il viaggio gli ultimi 127 arrivati, fra cui tre donne e due minori. Sarebbero, secondo quanto dichiarato, sudanesi, marocchini, bengalesi, pakistani, siriani, egiziani e indiani. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove gli ospiti sono adesso 324.

Msf: «Responsabili anche Europa e Italia»

«Non esistono modi sicuri e legali per uscire dalla Libia», e il Paese «continua a essere un luogo dove contro i migranti vengono commessi crimini contro l’umanità. Lo dice l’Onu». L’ultimo naufragio, aggiunge, mette in luce anche “responsabilità politiche importanti. L’Unione Europea e l’Italia portano avanti il respingimento degli arrivi e il controllo delle frontiere invece di creare modi sicuri e legali per uscire dalla Libia». Queste le parole di Federica Franco, capo missione di Medici senza frontiere (Msf) in Libia, dopo l’ultima strage di migranti in mare.

14 Marzo 2024
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