Migranti
2:39 pm, 19 Aprile 24 calendario
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Caso Iuventa, tutti assolti: salvare vite in mare non è reato

Di: Redazione Metronews
Iuventa
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Caso Iuventa, tutti assolti: salvare vite in mare non è reato. Non luogo a procedere per 4 membri dell’equipaggio e altri 17 indagati.

Caso Iuventa, tutti assolti: salvare vite in mare non è reato

Una vicenda durata sette anni e 40 udienze, chiusa questa mattina con la sentenza del Gup di Trapani che ha disposto il non luogo a procedere. Il caso è quello della nave umanitaria «Iuventa» della ong Jugend Rettet. Gli indagati rispondevano di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Era il 2017 e il 2 agosto di quell’anno la nave venne sottoposta a sequestro per «assistenza alla migrazione illegale» e collusione con i trafficanti durante tre diverse operazioni di salvataggio avvenute durante il 2016 e il 2017. La procura trapanese lo scorso 28 febbraio aveva chiesto il non luogo a procedere e il dissequestro della nave. Ora c’è la decisione del giudice.

L’equipaggio: «Abbiamo subito gravi danni»

L’equipaggio esprime «grande disappunto per gli irreparabili danni inflitti». Sascha Girke, membro delle persone a bordo accusa: «Il risultato di un’indagine viziata e guidata secondo motivazioni politiche è che migliaia di persone sono morte nel Mediterraneo. Oppure sono state riportate con la forza in una Libia devastata dalla guerra».

«Nel frattempo, la nostra nave è stata lasciata marcire mentre noi siamo rimasti invischiati in un procedimento durato anni», prosegue Girke, che aggiunge: «Per di più, nel tentativo di ostacolare e diffamare la flotta civile di soccorso in mare sono stati sprecati fondi pubblici per una cifra di circa 3 milioni di euro. Il nostro caso è un simbolo lampante delle strategie che i governi europei mettono in atto per impedire alle persone di raggiungere un luogo sicuro». Manovre che provocano e normalizzano la morte di migliaia di persone».

Il caso Iuventa, incalza la ong tedesca, «ha segnato l’inizio di una campagna diffamatoria volta a legittimare la repressione contro i soccorsi in mare della società civile. La natura politica del caso è stata evidenziata, tra l’altro, dal fatto che il ministero degli Interni si sia costituito parte civile nel processo».

«A riprova del fatto che le accuse fossero infondate, lo stesso pubblico ministero dopo anni di accanimento lo scorso 28 febbraio ha chiesto il non luogo a procedere per gli imputati durante le conclusioni dell’accusa».

L’Ong: «Superare la criminalizzazione sul soccorso ai migranti»

Per evitare che si ripeta il caso Iuventa, l’equipaggio chiede che venga abolita la disciplina che «criminalizza il favoreggiamento della migrazione. Denunciano il “Facilitators package” europeo e l’articolo 12 del testo unico sull’immigrazione italiano, che consentono e incoraggiano la criminalizzazione della solidarietà tra e verso le persone in movimento, mettendo a repentaglio diritti fondamentali. La Corte di giustizia dell’Ue è attualmente impegnata in un caso che concerne la validità e l’interpretazione del pacchetto “facilitatori”».

 

 

19 Aprile 2024
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