Milano
6:20 pm, 15 Gennaio 24 calendario
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Niguarda, primo trapianto di cuore artificiale in Lombardia

Di: Redazione Metronews
Niguarda
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Intervento senza precedenti all’ospedale Niguarda di Milano. I medici hanno effettuato il primo trapianto di cuore artificiale in Lombardia.

Niguarda, primo trapianto di cuore artificiale in Lombardia

Impiantato per la prima volta in Lombardia un cuore artificiale di ultima generazione, munito di valvole biologiche, che va a sostituire totalmente il cuore con funzioni molto vicine a quelle fisiologiche. Il nuovo dispositivo, che riproduce esattamente l’attività dell’organo originario e si adatta automaticamente all’attività fisica del paziente, è stato utilizzato nei giorni scorsi all’ospedale Niguarda di Milano. Lo spiega oggi l’Asst Grande ospedale metropolitano.

Il paziente soffriva di scompenso cardiaco grave con disfunzione del ventricolo sinistro e destro. Erano mesi che attendeva un trapianto di cuore. L’équipe di Cardiochirurgia e Trapianto di cuore sotto la direzione di Claudio Russo, e il supporto dello staff di Anestesia e Rianimazione cardiotoracovascolare, sotto il coordinamento di Michele Mondino, ha effettuato l’intervento con successo. Il nuovo device permetterà al paziente di affrontare con una migliore qualità di vita il periodo che lo separa dal trapianto di cuore.

Dispositivo di ultima generazione

Il cuore artificiale di nuova generazione – spiega lo staff del Niguarda – sostituisce totalmente il cuore nativo, rimosso con un intervento cardiochirurgico in circolazione extracorporea. Il dispositivo comprende una camera ventricolare sinistra e una ventricolare destra, a differenza dei sistemi di assistenza Vad (Ventricular Assist Device) usati normalmente, che sono pompe a turbine miniaturizzate in grado di fornire un flusso sanguigno di tipo continuo (costante, senza una sistole e una diastole), con funzione di supporto pressoché esclusivo al ventricolo sinistro.

Il nuovo cuore artificiale, con le sue 4 valvole biologiche che corrispondono alle valvole tricuspide, polmonare, mitrale e aorta del cuore nativo, è in grado invece di generare un flusso fisiologico di tipo pulsato, cioè con una pressione sistolica e una diastolica, come quello garantito in natura dal cuore.

«Questa caratteristica – sottolinea Russo – mette al riparo da tutte le possibili complicanze del flusso continuo. Inoltre, il cuore artificiale a valvole biologiche è dotato di sensori che permettono un adattamento dell’attività in base alle richieste dell’organismo, così come succede nel cuore nativo. Tra i vantaggi di questo nuovo device rientrano anche le superfici interne totalmente rivestite di membrane biologiche che richiedono bassi livelli di terapia anticoagulante con un ridotto rischio di complicanze correlate».

L’intervento per l’impianto del nuovo dispositivo è una procedura piuttosto complessa, perché richiede la totale rimozione del cuore nativo che viene sezionato a livello delle valvola tricuspide e mitrale. «La tecnica deve essere estremamente accurata per evitare qualsiasi rischio di emorragia», puntualizza Russo. Dopo avere completato le suture il sistema viene attivato, sospendendo la circolazione extracorporea. L’attivazione è di tipo elettromagnetico e l’energia, così come anche nei Vad, viene fornita tramite un cavo percutaneo che dall’esterno alimenta il sistema, totalmente alloggiato nel torace al posto del cuore nativo.

«Si consideri che l’attesa media in lista ordinaria per trapianto di cuore in Italia è di circa 3 anni – rammenta Russo – e una tecnologia che mima da vicino la fisiologia cuore può aiutare a portare nelle migliori condizioni possibili i pazienti ad affrontare il trapianto. L’auspicio è che in un futuro prossimo l’impiego del cuore artificiale possa perfezionarsi e divenire una soluzione alternativa definitiva al trapianto di cuore, in particolare per quelle categorie di malati con disfunzione cardiaca biventricolare e con controindicazioni (per età o malattie associate) al trapianto di cuore», conclude lo specialista.

15 Gennaio 2024
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