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1:16 pm, 22 Dicembre 23 calendario

Mes, Giorgetti: “Io come ministro avrei approvato. Le dimissioni? Decido io”. L’opposizione: “La maggioranza non si rende conto della gravità di quello che fa”

Di: Redazione Metronews
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«Dimissioni? I consigli delle opposizioni sono sempre utili. Permettetemi che poi decido io».

Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, interpellato dai cronisti mentre usciva da Palazzo Madama, dopo il no dell’Italia alla Ue sul Mes con i voti di FdI e Lega, mentre Forza Italia si è astenuta.

Giorgia Meloni

Giorgetti e il Mes

«Il ministro dell’Economia e finanze aveva interesse che il Mes fosse approvato per motivazioni di tipo economico-finanziarie. Ma, per come si è sviluppato il dibattito negli ultimi giorni, giurì d’onore e roba del genere, mi è sembrato evidente che non fosse aria di approvazione, per motivazioni non solo economiche», ha detto  Giorgetti. E sul Patto di stabilità, “quando lo leggerete bene scoprirete che è molto meglio di quello che sembra”, ha aggiunto il ministro. “Che sul Mes ci fossero problemi era noto a tutti. Abbiamo fatto un passo in avanti sul Patto di stabilità ma le sfide in Europa sono ben altre. Non è che l’Europa ha sempre ragione. Ad esempio sulla vicenda Ita-Lufthansa ci hanno messo un altro stop. Hanno torto anche loro. Non è che l’Europa ha sempre ragione e l’Italia ha sempre torto”.

Momento complicato
Antonio Tajani

Tajani: “Rischio isolamento in Ue? No”

Nessun rischio isolamento per l’Italia in Europa dopo il voto del Parlamento sul Mes. Lo ha assicurato ai giornalisti il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante il sopralluogo al porto di Shengjin, dove sorgerà il centro per l’identificazione dei migranti previsto dal Protocollo sulla cooperazione in materia migratoria Italia-Albania. “Non mi pare” ci sia un rischio questo rischio, ha affermato Tajani, che ha escluso eventuali “ricadute” nei rapporti con Bruxelles. “È più importante la Costituzione europea o la riforma del Mes? È più importante la Costituzione europea se si vuole essere europeisti”, ha proseguito il titolare della Farnesina, ricordando i referendum in Francia e Olanda che hanno bocciato la Costituzione europea e “non mi pare che questi due Paesi siano isolati o additati come nemici dell’Europa”.

L’opposizione

«Il ministro Giorgetti conferma che la ratifica del Mes era interesse dell’Italia, ma ammette di essere ostaggio del populismo dell’ala più estremista della Lega. Ha vinto l’opportunismo e ha perso l’Italia». Lo scrive su X Mara Carfagna, presidente di Azione.

«Noi siamo molto interessati a lavorare insieme alle opposizioni e lo faremo anche nei prossimi giorni sulla manovra su cui sfideremo la destra. E’ chiaro che non c’è unità su tutto nelle opposizioni. Ma alle opposizioni non tocca ancora governare questo paese e difendere l’Italia sui tavoli internazionali. Ieri ha vinto Borghi e ha perso Giorgetti. Il ministro dell’Economia venga a riferire sulla questione del Mes e del Patto di Stabilità. Noi ci concentriamo soprattutto su questo», ha detto la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga a Start, su Skytg24.

«Chi è Giorgetti? Non lo so, penso che lui stesso non lo sappia. Se fosse il ministro dell’Economia si sarebbe dimesso». Carlo Calenda lo dice su La7. Sul Mes, riprende, «si è vista una caciara indegna, più che a una procedura di infrazione, penso a un Tso. Devono pensare che siamo matti».

“Quello della maggioranza sulla ratifica del Mes è un comportamento da adolescenti, da classe dirigente che non si rende conto della gravità di quello che sta facendo”. Lo ha detto Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, a Radio Anch’io. “La tesi più accreditata è che si tratti, dopo un accordo sul Patto di stabilità che non ha affatto tenuto conto delle richieste italiane, di una ritorsione contro Germania e Francia. D’altronde, a negare la possibilità, evocata da Salvini, che l’Italia possa essere chiamata a sborsare quote di capitale aggiuntive è stato il Mef, ovvero il ministero retto da Giancarlo Giorgetto, vice di Salvini. La riforma dice semplicemente che gli 80 miliardi custoditi nella cassaforte del Mes possano essere usati come paracadute nel caso in cui una grossa banca europea finisca nei guai. Questo è un fatto. Salvini è la stessa persona che andò al Tg1 che il Mes è una banca privata. In nessun paese del mondo può capitare che si lascino dire a un politico sciocchezze del genere senza fargli presente che si tratta appunto di sciocchezze. Il problema è che stiamo capendo cosa succederà alla nostra democrazia se andiamo avanti così”, ha concluso.

“Il vostro voto di astensione tradisce la vostra storia e il dialogo di Berlusconi con Kohl e Aznar per portare il partito nel Ppe. Le scelte di Berlusconi hanno ancorato Forza Italia all’europeismo. Con il voto di astensione sul Mes state tradendo l’eredità politica e culturale di Silvio Berlusconi”, ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi, rivolto a Forza Italia. E poi al Pd: “Noi ieri abbiamo votato insieme. Se tutto il campo largo avesse votato insieme, la sinistra radicale, il M5S, il Pd e il nostro gruppo, avremmo avuto oggi un dato oggettivo: il governo sarebbe andato a casa. E’ legittimo salvare il governo, ma quello che non è legittimo, amici del Pd, è non chiarirvi al vostro interno: volete stare con uno schieramento europeista o pensate di inseguire il populismo sovranista? Il campo largo ha avuto tre posizioni sul Mes. Fate chiarezza al vostro interno o non vincerete mai”.

“Giorgetti partecipa ai vertici europei e propone agli altri Paesi un pacchetto: Mes per nuovo Patto di stabilità. Si prende il Patto di stabilità dicendo che ‘è molto meglio di quello che sembrà e sul Mes dice lo avrei approvato ma non era aria”, dice Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. “Quelli seduti al tavolo con lui possono considerarlo inaffidabile o imbroglione. In tutti e due i casi in futuro con lui non prenderanno nemmeno un caffè. Poco male se non rappresentasse l’Italia all’Ecofin”, conclude.

Prodi: “Una follia”

«Isolare il Paese in una fase come questa non può che essere rischioso sia dal punto di vista politico che economico. Ci si mette sul piano di Orban. Non capisco davvero. Ho sempre pensato che le minacce di voto contrario fossero dentro una logica ricattatoria, per ottenere qualcosa dall’Europa. E pur non condividendo affatto la strategia – convinto che a Bruxelles paghi molto di più un atteggiamento collaborativo -, mi sembrava inevitabile che alla fine il voto sarebbe stato favorevole. Ma non avevo messo in conto la follia». Lo dice l’ex premier Romano Prodi in una intervista a Repubblica commentando il voto della Camera sul Mes. «Se l’Italia ha scelto di bocciarlo, unica in Europa, siamo davanti a una scelta assurda», afferma. L’astensione di Forza Italia? “E’ un segno di instabilità”.

22 Dicembre 2023
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