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6:43 pm, 13 Dicembre 23 calendario

Melina della maggioranza sul Mes mentre Giorgia Meloni minaccia il veto al Consiglio europeo

Di: Redazione Metronews
Melina della maggioranza
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Melina della maggioranza nell’Aula della Camera per far slittare al 2024 il voto sul trattato Mes. Ma sarà più difficile sfuggire ai tavoli negoziali Ue, dove a partire dal Consiglio europeo si giocano partite decisive per il futuro dell’Unione: da un lato la revisione del bilancio pluriennale della Ue, dall’altra le regole del gioco da riscrivere con un nuovo Patto di stabilità e crescita. Rispetto al quale la premier Giorgia Meloni ha detto ieri di aver visto «qualche spiraglio», benché «la trattativa sia complessa e con posizioni distanti», a partire dal pugno duro della Germania di Scholz. Così la premier – che sabato riceverà a Palazzo Chigi anche Rishi Sunak e Edi Rama – ha agitato il fantasma del «veto dell’Italia» all’accordo: «Non escludo nessuna scelta, credo che alla fine si debba dare una valutazione di ciò che è meglio per l’Italia, sapendo che se non si trova un accordo noi torniamo sui parametri precedenti», ha messo in guardia. Dopo il dibattito in Parlamento in vista del Consiglio europeo, mentre Giorgia Meloni andava al Quirinale, nell’Aula della Camera la maggioranza ha iniziato un «auto ostruzionismo» sul dl Anticipi – definito «surreale» dalle opposizioni – per allungare i tempi e impedire di passare giovedì al voto sul Mes.

Melina della maggioranza

«Il governo si è illuso di poter utilizzare la mancata ratifica del trattato Mes come merce di scambio per il Patto di stabilità – ha commentato il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd – ma così facendo ha messo l’Italia in un vicolo cieco. La pantomima sul Mes ha indebolito la credibilità del nostro Paese. Nel frattempo il trattato è stato approvato da 26 Paesi su 27. Governi di destra e di sinistra, Paesi grandi e piccoli. Manca solo l’Italia. Capisco, è complicato rimangiarsi anni e anni di slogan, di post sui social, di propaganda. Ma lo avete fatto per tante altre cose, dai migranti alle pensioni, lo dovrete fare anche sul Mes». «Il Mes nasce con il governo Berlusconi e Meloni era ministra. Si dipinge come “underdog” ma stava al governo quando è nato il Mes – ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi – avete il diritto di dire “no” al Mes, ma fate votare il Parlamento. Il fatto che faccia melina non le fa onore».

Il fax di Di Maio

Nel dibattito in Aula, la premier Meloni si è giocata anche un colpo di teatro: «Negate che il governo Conte abbia alla chetichella dato l’assenso alla riforma del Mes, e ho portato qui un bel fax in cui Luigi Di Maio firma l’autorizzazione alla riforma del Mes. Una firma messa il giorno dopo la fine del governo Conte, senza dibattito in Parlamento, senza dirlo agli italiani, con il favore delle tenebre – ha detto la presidente del Consiglio – questo foglio dimostra la scarsissima serietà di un governo che prima di fare gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo». Si tratta del fax inviato all’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente d’Italia presso la Ue, dall’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in cui c’era l’autorizzazione a siglare il Mes.

13 Dicembre 2023
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