Scienza
6:57 pm, 11 Settembre 23 calendario

Addio al papà della pecora Dolly, primo mammifero clonato nel 1997

Di: Redazione Metronews
condividi

La sua impresa genetica più grande è stata senza dubbio la pecora Dolly, primo mammifero clonato. E’ per aver “creato” l’ovino più famoso che lo scienziato britannico Ian Wilmut, morto domenica all’età di 79 anni, verrà ricordato per sempre insieme al suo team. Un traguardo scientifico che ha sconvolto il mondo della ricerca: ai tempi infatti, oltre 25 anni fa, si pensava che la clonazione fosse impossibile. Wilmut, che guidò quel progetto pionieristico, si è spento dopo una lunga convivenza con la malattia di Parkinson. La sua scomparsa è stata annunciata dal Roslin Institute, centro di ricerca vicino a Edimburgo, dove Wilmut aveva lavorato per decenni.
Lo scienziato, nato vicino a Stratford-upon-Avon, in Inghilterra, annunciò con il suo gruppo la nascita di Dolly nel febbraio 1997. La pecora più celebre della storia venne al mondo a partire  da una cellula della ghiandola mammaria di una pecora di 6 anni grazie ad una madre surrogata al Roslin Institute il 5 luglio 1996, ed era rimasta avvolta nel segreto per mesi. Morì nel febbraio 2003 all’età di 6 anni, dopo aver sviluppato una forma di artrite a un’età relativamente giovane, facendo ipotizzare che il nucleo della cellula adulta non fosse stato adeguatamente riprogrammato, e quindi che Dolly avesse sei anni già alla nascita . E da allora è esposta al museo nazionale della Scozia.

Il padre della pecora Dolly

Il suo nome è stato scelto in onore alla cantante Dolly Parton. «Era un animale molto amichevole, faceva parte di una grande scoperta scientifica». Sono queste le parole con cui Wilmut la ricordò alla sua morte.
Dopo un post doc all’università di Cambridge, Wilmut ha continuato il suo lavoro come embriologo in Scozia, svolgendo ricerche per modificare geneticamente e clonare pecore, nel tentativo di creare latte contenente proteine da usare per trattare malattie umane e per produrre cellule staminali da impiegare nella medicina rigenerativa. Nel 2005 si è trasferito all’Università di Edimburgo, dalla quale si è ritirato nel 2012.
Nel 2018 fu lui stesso ad annunciare di essere malato di Parkinson, spiegando che avrebbe partecipato a un programma di ricerca per testare nuovi tipi di trattamenti finalizzati a rallentare la malattia.

11 Settembre 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo