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1:20 pm, 13 Luglio 23 calendario

Obbligo di vaccino per i sanitari, la Corte di Giustizia Ue boccia il ricorso di infermiera No Vax

Di: Redazione Metronews
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La Corte di giustizia Ue ha dichiarato irricevibile la domanda pregiudiziale del giudice italiano sulla incompatibilità con il diritto Ue dell’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario.

Infermiera No Vax

Il caso riguarda la sospensione dalle funzioni e dalla retribuzione di un’infermiera dell’ospedale universitario di Padova, impiegata al servizio di neurochirurgia, che aveva violato l’obbligo di vaccinazione previsto per il personale sanitario.

Con ricorso d’urgenza presentato al giudice del lavoro di Padova, l’interessata aveva chiesto la reintegrazione in servizio, facendo valere la contrarietà della normativa italiana alla Costituzione e al diritto dell’Unione e, d’altro lato, allegando di godere di un’immunità naturale acquisita con la guarigione da un’infezione da SARS-CoV-2.

Il giudice del lavoro di Padova ha dunque adito la Corte di giustizia dell’Ue, dubitando della validità delle autorizzazioni all’immissione in commercio condizionate, concesse dalla Commissione dietro parere favorevole dell’Ema, per i vaccini contro il Covid, tenuto conto dell’esistenza di trattamenti alternativi efficaci e meno pericolosi – a suo giudizio – per la salute umana.

Con la decisione di oggi, la Corte Ue ha dichiarato l’irricevibilità del ricorso nella sua integralità. Quanto alla validità delle autorizzazioni all’immissione in commercio condizionate, i giudici Ue hanno ritenuto che il Tribunale di Padova si sia limitato ad esprimere una valutazione generale di ragionevolezza nel nutrire dubbi sulla validità di dette autorizzazioni, senza però identificarle nè sviluppare la natura concreta dei dubbi espressi. Quanto alla compatibilità delle previsioni nazionali con il regolamento sui certificati digitali Ue Covid (i cosiddetti Green pass) il giudice italiano «non identifica le disposizioni del regolamento di cui chiede l’interpretazione, ma fa riferimento unicamente ai principi di proporzionalità e di non discriminazione previsti dal regolamento. In ordine a detti principi, la Corte osserva che il regolamento intende attuarli nell’intento di facilitare l’esercizio del diritto alla libera circolazione delle persone, stabilendo un quadro per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, test e guarigione dalla Covid-19», si legge nella decisione.

13 Luglio 2023
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