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4:38 pm, 29 Giugno 23 calendario

Inflazione, linea durissima Bce: “Tassi fissati a livelli restrittivi”

Di: Redazione Metronews
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Prende consistenza una linea ancora più dura della Bce contro l’inflazione.

Il tutto proprio mentre il Governo italiano, come accaduto ieri, aveva aspramente criticato l’operato della Bce. Ancora oggi la premier Giorgia Meloni a Bruxelles ha ribadito che “per quello che riguarda la strategia della Bce ho già detto che cosa penso” mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al termine del prevertice del Partito popolare europeo a Bruxelles, ha detto: «Noi abbiamo grande rispetto nei confronti della Bce e ribadiamo la sua indipendenza. Ma è anche lecito fare delle osservazioni».

Meloni a Bruxelles

«L’inflazione è in calo ma dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine». Quindi «le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finchè necessario», si legge nel Bollettino economico della Bce.

«E’ probabile che la crescita economica resti debole nel breve periodo, rafforzandosi però nel corso dell’anno con il calo dell’inflazione e il continuo attenuarsi delle turbative dal lato dell’offerta. I diversi settori dell’economia presentano condizioni disomogenee: il comparto manifatturiero continua a indebolirsi, anche a causa della minore domanda mondiale e delle condizioni di finanziamento più restrittive nell’area dell’euro, mentre i servizi seguitano a mostrare capacità di tenuta».

Fra i rischi al ribasso per la crescita, sottolinea il documento, «vi sono la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e l’incremento delle tensioni geopolitiche su più ampia scala, rischi che potrebbero frammentare il commercio internazionale e quindi gravare sull’economia dell’area dell’euro. Inoltre, l’espansione economica potrebbe risultare più lenta se gli effetti della politica monetaria fossero più forti del previsto. Le rinnovate tensioni nei mercati finanziari potrebbero determinare condizioni di finanziamento persino più restrittive di quanto anticipato e incrinare la fiducia. Inoltre, una crescita più debole a livello mondiale potrebbe frenare ulteriormente l’attività economica dell’area dell’euro. Tuttavia, l’espansione economica potrebbe rivelarsi maggiore del previsto qualora il vigore del mercato del lavoro e il venir meno dell’incertezza si riflettessero in una maggiore fiducia di famiglie e imprese e in maggiori consumi».

Il board della Bce

«Il Consiglio direttivo», prosegue il documento, «continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse seguiteranno a essere basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria».

Tassi al top da 10 anni

«L’inasprimento della politica monetaria continua a riflettersi nei tassi di interesse privi di rischio e nelle condizioni di finanziamento più generali. Per le banche le condizioni di finanziamento sono più restrittive e il costo del credito aumenta per le imprese e le famiglie. Ad aprile i tassi sui prestiti hanno raggiunto il livello più elevato da oltre 10 anni, toccando il 4,4% per i prestiti alle imprese e il 3,4% per i mutui ipotecari», segnala il Bollettino economico della Bce.

Con il graduale attenuarsi della crisi energetica i governi dovrebbero ritirare le relative misure di sostegno tempestivamente e in maniera concordata per evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta, èla sollecitazione contenuta nel Bollettino. Le politiche di bilancio dovrebbero essere concepite in modo da rendere l’economia dell’area dell’euro più produttiva e ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico. Politiche volte a migliorare la capacità di approvvigionamento dell’area dell’euro, soprattutto nel settore energetico, possono inoltre contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo. La riforma del quadro di governance economica dell’Ue dovrebbe concludersi a breve.

29 Giugno 2023
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