Australian Open
5:26 pm, 26 Gennaio 23 calendario
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La “Tigre” Aryna Sabalenka in finale contro Elena Rybakina

Di: Redazione Metronews
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Sono bastati quattro set totali, con due tie break per decidere le finaliste degli Australian Open: Elena Rybakina (a destra nella foto in alto), la moscovita dal passaporto kazako che nell’estate scorsa ha vinto a Wimbledon, si è disfatta in due set della Azarenka pur tremando in più di una occasione: 7-6, 6-3 il risultato finale. Nell’altra semifinale Aryna Sabalenka (a sinistra nella foto), anche lei in due partite (7-6, 6-2) ha superato la polacca Magda Lynette, la polacca «sbagliata» nel senso che ha preso il posto della sua più celebre connazionale, la numero 1 al mondo Iga Swiatek, che iniziato l’anno con un’altra marcia, decisamente inferiore, rispetto al 2022.

Aryna Sabalenka favorita in finale contro Elena Rybakina

La Sabalenka è bielorussa come la Azarenka: sarà la sua prima finale in carriera in un Major. Di singolare, almeno, visto che in doppio, al fianco di Elise Mertens, ha vinto due titoli, a New York nel 2021 e a Melbourne l’anno dopo. E che anche per questo vestirà i panni della favorita visto che i precedenti con la Rybakina parlano di tre vittorie a zero. Non solo, è reduce da dieci vittorie consecutive e a fine novembre a Fort Worth si è giocata il titolo delle Wta Finals perdendo contro Caroline Garcia. Segno di una crescita indubitabile che potrebbe trovare alla Rod Laver Arena il suo coronamento.

La “Tigre” è considerata vicina a Lukashenko

La «Tigre” (questo il soprannome) è considerata vicina al presidente bielorusso Lukashenko e per questo non molto amata da alcune colleghe, connazionali e no, che le imputano di non avere mai speso una parola in difesa dell’Ucraina. Il suo successo avrebbe dunque una valenza «politica» di non lieve spessore.

Papà Djokovic e la polemica sulle manifestazioni filorusse

Di cronaca e di politica, del resto, si è parlato a questi Australian Open. Specie dopo le comparsate di tifosi russi sulla Rod Laver Arena con bandiere del loro paese e magliette con su ritratta la «Z», la consonante simbolo dell’invasione ucraina da parte dell’Armata Rossa. Ma soprattutto dopo il video, diffuso su Youtube, di Sdrijan Djokovic, padre di Nole, che solidarizza al di fuori dello stadio con i tifosi di cui sopra e li saluta con un eloquente «Lunga vita ai russi».

26 Gennaio 2023
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