Infantino difende il “suo” mondiale: “Fifa orgogliosa di essere qui”
Il numero uno della Fifa Gianni Infantino, difende il “suo mondiale” e passa al contrattacco.
Alla vigilia della partita d’apertura dei Mondiali del Qatar, in conferenza stampa a Doha, Infantino ha risposto alle critiche per il mancato rispetto dei diritti umani, le condizioni che i lavoratori, e non solo, vivono in Qatar, in particolare quelli impiegati per la costruzione degli stadi con le associazioni che denunciano migliaia di morti e alle polemiche per l’assegnazione di un mondiale a un paese senza tradizione calcistica in pieno inverno. E lo fa con parole forti.
«Oggi mi sento del Qatar, mi sento arabo, africano, gay, disabile, un lavoratore migrante», ha detto, «Mi sento come loro e so cosa vuol dire essere vittima di bullismo, perché lo sono stato. Ho pianto e ho cercato di reagire. Sono figlio di lavoratori migranti che hanno vissuto in condizioni molto difficili in Svizzera per come vivevano e i diritti che avevano. Ho visto come veniva trattato chi cercava di entrare nel paese, ma ora la Svizzera è un esempio di tolleranza. Il Qatar ha fatto progressi e ne parleremo, come spero che parleremo anche di calcio. La Fifa è orgogliosa di essere qui, questo sarà il Mondiale più bello per la gente che ama il calcio, ma sono stanco di leggere commenti su persone e su decisioni prese dodici anni fa».
«Si possono passare tre ore senza birra»
«Tutte le decisioni che vengono prese, vengono prese congiuntamente dalla Fifa e dall’organizzazione. Ci sono molti punti in cui si possono bere alcolici e se non si può fare allo stadio penso che si possa stare tre ore senza bere birra, eppure siccome siamo in un paese arabo anche questo sembra un grande problema. In Francia, Spagna e in alcuni altri paesi accade la stessa cosa. Budweiser è uno dei partner della Fifa e continueremo con loro fino al 2026, alla fine spero che tutti i problemi di questo Mondiale siano legati alla birra…», dice Infantino che resterà a guidare la Fifa, dal momento che è l’unico candidato per il prossimo quadrienno e che difende l’operato della Federcalcio mondiale: «Il mondo crede nella Fifa e in quello che abbiamo fatto per ripulire la Federazione. Adesso dobbiamo dare la possibilità alla gente di potersi godere questo Mondiale, cercando di unire e non di creare conflitti».
«Gli europei dovrebbero chiedere scusa per 3 mila anni»
Ma Infantino è andato oltre. Non solo ha difeso i mondiali catarioti, ma ha attaccato: «La cosa triste è che gli europei in questi giorni danno molte lezioni morali. Anche io sono un europeo e penso che dovremmo scusarci per tante cose e per 3mila anni dopo quello che abbiamo fatto. Sono venuto qui sei anni fa e la prima cosa che ho fatto è stata quella di capire quante aziende europee guadagnano qui o in altri paesi dell’area, ma anche quante si sono occupate dei lavoratori. Sapete quanti giornalisti sono venuti a una manifestazione sui disabili due giorni fa? Quattro». Non contento, il capo del pallone mondiale, ha rincarato la dose contro il Vecchio Continente «dove migliaia di lavoratori migranti muoiono e nessuno se ne ricorda. Il Qatar ha offerto a molti migranti di guadagnare dieci volte di più che nel loro Paese. In Europa non lo permettiamo, ma se si ha a cuore la sorte di questi migranti, bisognerebbe creare rotte che permettano loro di raggiungere l’Europa, come sta facendo il Qatar. Non possiamo chiudere gli occhi, ci sono cose che non funzionano in Qatar, ma la moralità a senso unico è solo ipocrisia. Questo Mondiale farà aprire gli occhi a tante persone».
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