Cannes 2022
6:09 pm, 19 Maggio 22 calendario

Cannes 2022, lunghi applausi per Marinelli e Borghi

Di: Patrizia Pertuso
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CINEMA Al Festival di Cannes l’Italia incassa un nuovo successo. Dieci minuti d’applausi hanno accolto Le otto montagne, il film tratto dal romanzo di Paolo Cognetti, diretto dai registi belgi Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen ed interpretato da Luca Marinelli e Alessandro Borghi. I due attori sono tornati insieme sul grande schermo sette anni dopo quel  Non essere cattivo che ha regalato loro la fama.

Marinelli e Borghi, amici nella vita e sul grande schermo

«Non poteva essere più pazzesca, la mia prima volta a Cannes, che con lui», afferma Marinelli mentre Borghi spiega: «Luca è un fratello ed è bello ritrovarsi in questa esplorazione di un’amicizia profonda, ci si scontra e ci si ritrova, ci si capisce senza parlare. Abitiamo lontani, ma è come se fossimo sempre insieme. È stato bello il set ed è bello stare qui, anche con i miei genitori. Nel mio percorso artistico ho voluto bene a molte persone, ma con Luca ci unisce l’amore per Claudio Caligari, l’esperienza unica che abbiamo vissuto, ci siamo incontrati, con Alessandro, e ci siamo riconosciuti e poi sostenuti».

Amici nella vita tanto quanto nel film tratto dal romanzo Premio Strega di Cognetti: nel film si racconta, infatti, il profondo legame che c’è tra un torinese in vacanza in Valle d’Aosta sulle orme del padre e un figlio della montagna che, dal canto suo, non ha mai visto il resto del mondo.

Il viaggio di Le otto Montagne

Entrambi alle prese con un viaggio tanto fisico quanto mentale. «Da alcuni anni – racconta Borghi – ho iniziato ad amare la montagna; questo film e il romanzo di Cognetti mi hanno insegnato a guardarla con occhi non da turista ma da montanaro, avendo a che fare con le parti complicate. Con Luca ogni sentiero, ogni fatica ci aiutava ad arrivare vicino al personaggio. Avrei voluto che non finisse mai».

Per Marinelli ritrovarsi «sulle cime del Nepal è stato come essere in mare aperto: mi sono innamorato, immergendomi in una concentrazione e in un silenzio pieno di spiritualità. A fine set ci siamo arrampicati e da soli abbiamo dormito nella baita; risvegliati nell’incanto, ci siamo tuffati nell’acqua gelida».

Kirill Serèbrennikov, tra emozione e polemiche

In gara per la Palma d’Oro, anche il film del regista dissidente russo Kirill Serèbrennikov La moglie di Tchaikovsky ha suscitato grandi emozioni: la storia del compositore che solo per mettere a tacere le chiacchiere sulla sua sessualità decide di sposarsi e la follia che imprigiona la donna per gli ultimi suoi 20 anni di vita ha toccato il cuore di molti. Ma, non senza polemiche. Prima di tutto scaturite dall’inclusione al Festival del regista russo. Nel mirino sono finiti i finanziamenti per il film che il regista ha ricevuto da Kinoprime, la fondazione creata dal magnate Roman Abramovich, ex padrone del Chelsea, sanzionato per i suoi legami con il presidente russo  Putin.

La “questione” Abramovich

«Abramovich  – ha spiegato Serèbrennikov – è da anni un mecenate delle arti e grazie a lui e alla sua fondazione è stato realizzato il miglior cinema russo d’autore degli ultimi anni». Il regista ha fatto anche notare che lo stesso presidente dell’Ucraina Zelensky aveva chiesto al presidente degli Stati Uniti Biden di non procedere con le sanzioni contro Abramovich poiché ritenuto come una possibile figura chiave in un eventuale trattativa per la pace.

Rispetto, invece, all’inclusione del film nel concorso il direttore artistico Thierry Frèmaux ha ribadito che la narrazione di La moglie di Tchaikovsky risulta essere in contrasto con quella dello Stato russo; inoltre, il film è stato girato ben prima dell’inizio della guerra in Ucraina.

Impossibile non far riferimento all’esclusione di artisti russi da diverse manifestazioni.

«Il boicottaggio della cultura russa è insopportabile per me»

«Il boicottaggio della cultura russa è insopportabile per me – ha dichiarato Kirill Serèbrennikov – perché la cultura russa ha sempre promosso i valori umani e la compassione. Chi scatena guerre e getta altri in trincea non è interessato alla vita e al dolore, la parola guerra e la parola cultura sono antagoniste e la cultura continuerà a lottare per difendere i valori. Cosa c’entra mai la cultura russa con la guerra? La nostra cultura ha sempre approfondito l’anima più che la violenza».

A Cannes arriva Mariupol 2 di Kvedaravicius

Ancora in primo piano la guerra in Ucraina con Mariupol 2, il documentario del regista lituano Mantas Kvedaravicius, ucciso alla fine di marzo mentre stava cercando di lasciare Mariupol assediata: si trovava lì per documentare la guerra in un’ora e 45 minuti di immagini, senza alcun commento musicale o voci fuori campo. Solo ciò che è essenziale per mostrare la vita in guerra o, meglio, gli scampoli di vita che non vogliono e non possono essere sopraffatti dalla morte.

Dopo l’uccisione di Kvedaravicius, è stata la sua compagna, Hanna Bilobrova, che era con lui, a portare a termine il film. Il regista lituano aveva già girato un primo film a Mariupol nel 2015 (Mariupolis), durante la guerra nel Donbass. Ci è tornato dopo l’invasione russa dell’Ucraina, lo scorso febbraio, per ritrovare le persone che aveva incontrato e filmato tra il 2014 e il 2015.

L’Ucraina al Festival

L’Ucraina sarà presente al Festival di Cannes anche attraverso altri registi del Paese: The Natural History of Destruction di Sergei Loznitsa, sulla distruzione delle città tedesche da parte degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale (in una sessione speciale) e due opere prime: Butterfly Visions di Maksim Nakonechnyi (per Un certain regard) e Pamfir di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk (nella Quinzaine des Rèalisateurs).

Due donne da  Oscar, Cotillard e Hathaway aspettando la Trinca

Dopo le due donne da Oscar, Marion Cotillard e Anne Hathaway – la prima torna a Cannes con il film Frère et Sœur del francese Arnaud Desplechin; la seconda è protagonista di Armageddon Time diretto dall’americano James Gray con nel cast anche Anthony Hopkins assente a Cannes e Jeremy Strong – il 21 maggio toccherà a Jasmine Trinca che, smessi i panni di giurata, vestirà quelli di regista del suo Marcel!.

Il ritorno al Festival di George Miller

Nello stesso giorno, l’altro ritorno al Festival: quello del regista australiano George Miller (nel 2015 aveva portato a Cannes Mad Max: Fury Road conCharlize Theron e Tom Hardy) con il suo Three Thousand Years of Longing che vanta nel cast Tilda Swinton e Idris Elba.

Valeria Bruni Tedeschi e Alicia Vikander a Cannes

Ancora Italia il 22 maggio con Valeria Bruni Tedeschi in concorso con Les Amandiers il film che traspone sul grande schermo il rapporto con il suo maestro, Patrice Chéreau, mentre sul red carpet sfilerà l’attrice premio Oscar Alicia Vikander protagonista della serie televisiva Irma Vep diretta da Olivier Assayas. Il regista nel 1996  aveva girato un film interpretato da Maggie Cheung e lo aveva presentato a Cannes: stavolta torna con la nuova versione per la televisione.

Tutti gli appuntamenti del Festival sono su https://www.festival-cannes.com/en/

PATRIZIA PERTUSO

 

 

 

19 Maggio 2022
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