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1:18 pm, 21 Marzo 22 calendario

Gimbe, Covid in ripresa ma campagna vaccinale al palo

Di: Redazione Metronews
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Gimbe, Covid in ripresa ma campagna vaccinale al palo. «La pandemia non ci lascia in pace. C’è un tema trascurato: la campagna vaccinale è al palo. Ho visto i dati e mi sono un pò arrabbiato: nelle ultime settimane abbiamo perso dal 40% al 18% in meno per quanto riguarda i nuovi vaccinati. Nell’ultima, quella dal 14 al 20 marzo, abbiamo fatto solo poco più di 20mila nuovi vaccinati, di cui circa 4 mila nella fascia tra i 5 e gli 11 anni, 11.400 nella fascia tra i 12 e i 49 anni e poco più di 4.700 nella fascia over 50. Questo significa che, al di là della circolazione virale, la campagna vaccinale ha tirato i remi in barca». Così il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ai microfoni de ‘L’Italia s’è destà su Radio Cusano Campus. E anche il virologo dell’università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco all’Adnkronos Salute fa notare come «in questa fase cominciano a vedersi, anche con minore proporzionalità rispetto a prima, ricoveri e situazioni pesanti». «Siamo di fronte a una nuova ondata, ma con effetti un pò meno ‘pesantì sia perché il virus è un terzo meno cattivo dal punto di vista della patogenicità, sia perché abbiamo una quota notevole di vaccinati e di guariti, quindi protetti, seppure non completamente, verso la variante” Omicron.

Gimbe, il Covid è in ripresa

A proposito dell’aumento dei casi Covid, Cartabellotta ha detto che «non si tratta di un’ondata come quella di inizio anno, ma i numeri cominciano a diventare importanti. Nelle grandi regioni del nord, che contano oltre 20 milioni di abitanti e, quindi, più di un terzo della popolazione italiana, c’è una circolazione del virus che è circa la metà di quelle del centro-sud. Se la cosa si ripercuotesse anche sulle regioni del nord i numeri sarebbero molto più pesanti, perchè sono le regioni con più abitanti».

Stabili i ricoveri

Un’ultima analisi riguarda la crescita dei ricoveri in terapia intensiva: «Anche con una variante meno grave, quando i casi diventano tanti – ha spiegato Cartabellotta -, i numeri si ripercuotono anche sui dati ospedalieri. Due dati interessanti sono relativi agli ingressi in terapia intensiva: sono scesi dalla metà di gennaio fino all’inizio di marzo e ora invece son stabili. C’è stata una frenata che ci dice che ci sono più persone che vengono colpite da una forma grave della malattia. Altro dato è quello relativo ai decessi: anche questa discesa dei numeri si è arrestata».

21 Marzo 2022
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