ucraina
3:02 pm, 8 Marzo 22 calendario

Usa, embargo a petrolio e gas da Mosca

Di: Redazione Metronews
condividi

Niente più petrolio, da Mosca. E non solo: Joe Biden infatti oggi annuncia sì l’embargo degli Usa sul petrolio, ma anche sul gas provenienti dalla Russia.

Basta petrolio da Mosca

Il presidente Usa, Joe Biden, ha ufficialmente annunciato il divieto delle importazioni di petrolio e gas russi, in risposta all’invasione dell’Ucraina. In una dichiarazione trasmessa in tv, ha Biden spiegato di aver preso la decisione in stretta contatto con i suoi alleati e comprende che alcuni partner europei non saranno in grado di fare la stessa mossa, a causa della loro dipendenza dal petrolio russo.

Gli Stati Uniti, ha aggiunto, hanno varato le sanzioni più significative della storia nei confronti della Russia e hanno danneggiato la sua economia. Biden ha anche avvertito che la decisione avrà conseguenze anche per le famiglie americane, perchè il prezzo del gas dovrebbe aumentare ulteriormente.

Nell’annunciare il blocco all’importazione di petrolio russo, Biden, ha dichiarato che «colpendo la maggiore arteria dell’economia russa», il popolo americano darà un altro «potente colpo alla macchina da guerra di Putin».

Le sanzioni contro la Russia sono”il più importante pacchetto di sanzioni mai approvato nella storia, sta danneggiando l’economia russa e un rublo vale meno di un penny” americano. “L’Ucraina non sarà mai una vittoria per Putin. Putin potrà riuscire a conquistare una città, ma non sarà mai in grado di prendere il Paese”.

Anche Londra: stop a petrolio russo

Il Regno Unito eliminerà gradualmente le importazioni di petrolio dalla Russia. Lo ha annunciato il segretario di Stato per il business e il commercio, Kwasi Kwarteng.
Il Regno Unito «eliminerà gradualmente» l’importazione di petrolio e prodotti petroliferi russi entro la fine del 2022, ha spiegato, spronando le aziende britanniche a utilizzare il resto dell’anno per «assicurare una transizione senza intoppi».

Il prezzo del greggio sale

Il Brent supera la soglia dei 129 dollari a barile proprio sulla scia delle indiscrezioni sullo stop alle importazioni di greggio russo, anche senza accordo con gli alleati europei. Il future sul barile europeo sale del 6,07% a 129,28 dollari, mentre quello sul Wti avanza del 5,23% a 124,61 dollari.

Chi compra petrolio da Mosca

L’idea del bando alle importazioni di petrolio russo ha fatto schizzare i corsi del greggio e diviso Stati Uniti ed Europa. Le sanzioni sul greggio sarebbero un duro colpo per le finanze di Mosca, ma rappresenterebbero anche un macigno per le economie del Vecchio continente, che avrebbero seri problemi a sostituire l’oro nero in arrivo dalla Russia. Meno tensioni si avrebbero invece per la locomotiva a stelle e strisce, che si rifornisce per lo più da Canada e Messico, oltre a poter contare su un’ampia quota di produzione nazionale. Se tutte le esportazioni di petrolio dalla Russia verso gli Usa e i Paesi europei fossero interrotte, stimano gli analisti interpellati dal Financial Times, alle raffinerie di tutto il mondo verrebbe a mancare il 5% delle forniture, mentre il totale dei prodotti raffinati subirebbe un taglio del 10%.

La Russia è il terzo produttore al Mondo di petrolio con 11,3 milioni di barili al giorno, contro i 17,6 milioni degli Stati Uniti e i 12 milioni dell’Arabia Saudita. Mosca è però il primo esportatore globale, con 7,8 milioni di barili al giorno a dicembre scorso, di cui 5 milioni di greggio e condensato e 2,85 milioni di prodotti petroliferi raffinati.

Nel 2019 le fonti energetiche hanno rappresentato il 59% delle esportazioni russe in valore, per un totale di 240 miliardi di dollari (dei quali 190 da petrolio greggio e raffinato). Un embargo occidentale sul petrolio russo costerebbe al bilancio di Mosca entrate per almeno 90 miliardi di dollari, anche nell’ipotesi di un prezzo medio al barile di un terzo meno caro di quello di oggi. L’Europa, del resto, è di gran lunga la prima cliente del greggio russo, dato che compra più di metà dell’export totale. La stessa Cina, con ogni probabilità, non riuscirebbe a compensare per Mosca la scomparsa del mercato europeo.

L’Europa Ocse assorbe circa il 60% delle esportazioni di petrolio russo. Si tratta di quasi 4,5 milioni di barili al giorno che coprono il 34% dell’import totale, pari a 13,2 milioni di barili. La classifica dei Paesi più dipendenti vede sul podio Lituania (83%), Finlandia (80%) e Slovacchia (74%). Tra i mercati principali, spicca invece la Germania, che su 2,748 milioni di barili al giorno di import ne riceve 835.000 da Mosca, circa il 30%.

L’Italia, nel 2021, ha comprato dalla Russia 204.000 barili di petrolio al giorno, il 13% del totale delle proprie importazioni di greggio. Si tratta di un dato identico a quello francese e poco superiore all’11% di Spagna e Regno Unito. Nel complesso, segnalano i dati dell’Unem, l’anno scorso il nostro Pese si è rifornito da 22 produttori, con 72 diversi tipi di greggio.

A livello mondiale, la Cina è il singolo maggior acquirente di petrolio russo, con circa 1,6 milioni di barili al giorno. Praticamente indipendenti sono invece gli Stati Uniti. Secondo i dati dell’Afpm, l’anno scorso gli Usa hanno importato in media 209.000 barili al giorno di greggio dalla Russia. Il livello è risultato in crescita rispetto agli anni precedenti, ma rappresenta appena il 3% dell’import totale di greggio a stelle e strisce, con il 61% che arriva dal Canada, il 10% dal Messico e il 6% dall’Arabia Saudita.

8 Marzo 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo