Ucraina
11:57 am, 21 Aprile 24 calendario

Sebastopoli, attacco missilistico antinave respinto dai russi

Di: Redazione Metronews
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A Sebastopoli, su una delle navi sul lato Nord, l’esercito russo ha respinto un attacco missilistico antinave compiuto da filo ucraini. Lo ha riferito il governatore della città nominato dalla Russia, Mikhail Razvozhaev, per il quale, a causa della caduta di detriti, è scoppiato un piccolo incendio, che è stato rapidamente spento. Il nome della nave in questione non è riportato nel messaggio di Razvozhaev. L’attacco è stato rivendicato dal movimento paramilitare filo-ucraino Atesh.

Intorno alle 8.30, ora di Mosca, il traffico sul ponte di Crimea è stato temporaneamente bloccato ed è ripreso un’ora dopo. Sul lato nord testimoni oculari hanno osservato i camion dei pompieri dirigersi verso la baia.

Nuovo attacco con missili balistici lanciati a partire dalla penisola della Crimea contro il porto ucraino di Odessa. I media ucraini hanno dato notizia di un’esplosione nella città che ha causato il ferimento di almeno quattro persone.

Mosca, liberato villaggio di Bogdanovka nel Donbass

Unità del gruppo “meridionale” delle truppe russe hanno preso il controllo del villaggio di Bogdanovka nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo citato da Ria Novosti.

Kiev smentisce la cattura di Budanov da parte dei russi

Lo Spravdi, il Centro per le comunicazioni strategiche del governo ucraino, smentisce categoricamente la notizia fatta circolare in rete dai cosiddetti “z-warriors” del Cremlino secondo cui il capo degli 007 di Kiev, Kyrylo Budanov, sarebbe stato catturato dall’esercito russo. “E’ una menzogna” hanno scritto sul loro canale Telegram ricordando le altre fake news circolate su Budanov in passato come quella relativa alla sua morte.

Mosca, “un volgare furto” il via libera della Camera Usa al sequestro dei beni russi

Un “volgare furto”. Così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito l’autorizzazione concessa ieri dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti al sequestro di circa 6 miliardi di euro di beni russi congelati nel Paese, nel quadro del pacchetto di aiuti all’Ucraina approvato dalla Camera dei Rappresentanti.

Miliardi di beni russi all’estero sono congelati nell’ambito delle sanzioni contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina, ma finora il denaro è rimasto al suo posto: il via libera di ieri implica che l’amministrazione Biden, una volta che il pacchetto di aiuti sarà approvato dal Senato nei prossimi giorni e poi firmato dal Presidente potrà eventualmente dirottare il denaro su un “fondo speciale per l’Ucraina”.

Per la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, anche se “la questione in sé non è di alcun interesse” per il suo Paese, questo possibile sequestro è il sintomo che “le élite al potere negli Stati Uniti sono disposte a rifornire di armi il regime ucraino affinché possa continuare a compiere attacchi terroristici contro obiettivi civili” e, per farlo, “Washington finisce per ricorrere anche al volgare furto di beni russi”.

Contro il rischio black out ricambi da Germania e Lituania all’Ucraina

Intanto, l’Ucraina riceverà componenti di centrali termoelettriche chiuse dalla Germania e dalla Lituania per riparare le sue infrastrutture danneggiate dagli attacchi russi e scongiurare un rischio di black-out che comunque non c’è: lo ha annunciato il ministro ucraino dell’Energia Herman Galushchenko.

Il vice cancelliere tedesco Robert Habeck, durante la sua visita a Kiev questa settimana, si è offerto di valutare quali siano «gli impianti chiusi in Germania, che possono anche essere utilizzati», ha riportato Galushchenko.

Gli stabilimenti chiusi sono quelli serrati nell’ambito del piano tedesco di dire addio al carbone. «Il nostro team di specialisti in Lituania sta attualmente esaminando quali attrezzature si trovano nei vecchi impianti termici che possiamo utilizzare per la ricostruzione in Ucraina», ha detto il ministro che ha spiegato che è una buona opzione perché, anche se Kiev ordinasse adesso nuovi componenti per riparare i suoi impianti, questi non potrebbero essere forniti prima del prossimo inverno.

Galushchenko ha ammesso che, dopo i recenti attacchi russi contro le infrastrutture energetiche ucraine, la situazione è complicata e che alcune delle strutture distrutte non hanno potuto neppure essere ripulite dalle macerie per verificare i danni.

Il ministro ha però rassicurato la popolazione che anche nel peggiore dei casi non si verificherà un «blackout totale», nonostante la Russia abbia distrutto nelle ultime settimane alcuni degli impianti più importanti dell’Ucraina e, con essa, l’80% della capacità di generazione termica del Paese.

Mosca, con gli aiuti Usa «migliaia di ucraini finiranno nel tritacarne»

Dal canto suo, il vice ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyansky annuncia: «Non c’è nulla da festeggiare»; con i nuovi aiuti americani da 60 miliardi di dollari approvati ieri dalla Camera dei rappresentanti altre «decine di migliaia di ucraini finiranno nel tritacarne». Secondo Polyansky, la guerra continuerà e «si intascheranno altri soldi, si ruberanno altre armi e decine di migliaia di ucraini finiranno nel tritacarne». E la sconfitta dell’Ucraina è «inevitabile», ha concluso.

Il tutto mentre i russi hanno attaccato ieri la regione di Zaporizhzhia “390 volte” secondo quanto riferito su Telegram dal capo dell’amministrazione militare regionale, Ivan Fedorov, per il quale negli attacchi sono stati usati anche 124 droni.

Washington Post: «Gli aiuti Usa arriveranno in meno di una settimana»

Ci vorrà meno di una settimana – a conclusione definitiva dell’iter al Congresso – perché alcune delle armi che verranno fornite dagli Stati Uniti all’Ucraina nel quadro del pacchetto di aiuti varato ieri sera dalla Camera dei Rappresentanti di Washington raggiungano il fronte. Ad anticiparlo è il Washington Post, spiegando che il Pentagono ha tutto pronto, in attesa del via libera definitivo. Il Senato dovrebbe votare la misura martedì, per poi passarla al presidente Joe Biden per la firma.

21 Aprile 2024
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