Ghiaccio
6:50 am, 28 Gennaio 22 calendario
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«Ghiaccio: un film sull’amore dove la boxe è una metafora»

Di: Redazione Metronews
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Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis  durante le riprese del loro film “Ghiaccio”

«Ghiaccio è un film che parte da lontano. Nasce dall’incontro con Alessio e dalla decisione di fare un lungometraggio sulla boxe ambientato in una periferia romana, il Quarticciolo, che noi conosciamo, e negli Anni ‘90: quando noi eravamo adolescenti. La pandemia ha aiutato: non avevamo altri impegni, e finalmente oggi ci siamo». Così Fabrizio Moro presenta Ghiaccio, evento nelle sale il 7, 8 e 9 febbraio, che ha girato con Alessio De Leonardis.

Ghiaccio by Moro e De Leonardis

La storia si apre nel 1999. Giorgio (Giacomo Ferrara), promessa della boxe, vive con la madre. Il padre, assassinato, ha lasciato in eredità un debito con la malavita. Aiutato da Massimo (Vinicio Marchioni), che vede nel ragazzo il grande campione che lui non è riuscito a diventare, Giorgio ha la possibilità di riscattarsi nel mondo dello sport.

«Abbiamo finito di scrivere a luglio e iniziato a girare a ottobre con gli attori che volevamo. Questo – spiega De Leonardis – non capita spesso: forse grazie alla pandemia è stato più facile fare velocemente. Nel film abbiamo portato le nostre esperienze personali. Ghiaccio? Parla dell’amore in tutte le sue sfaccettature. La boxe è un bel pretesto per raccontarlo. Il ring è metafora della vita: si cade e ci si rialza».

La preparazione con il campione De Carolis

E il protagonista Ferrara non ha dubbi: «Facile ritrovarsi nel ruolo, grazie anche all’ottima preparazione avuta con professionisti accanto». Mentre Vinicio dice: «Difficile parlare del proprio personaggio, ma leggendo la sceneggiatura ci sono delle battute (tipo “se vinci tu vinciamo tutti”) che mi hanno colpito subito, come, pure, la metafora del ghiaccio nel pugilato. A fare un film sul pugilato dopo che è stato fatto di tutto sul tema si rischia di fare una brutta copia di qualcosa. Invece questa Roma Anni ‘90 e la preparazione avuta, rendono tutto credibile. Come un attore, poi, il pugile – continua Vinicio – è da solo. Quando nel film infilo le mani di Giacomo nel ghiaccio so quel che faccio, avendo avuto accanto il campione di boxe Giovanni De Carolis per allenarci. E, dopo due anni di pandemia dove tutti siamo un po’ più egoisti, Ghiaccio apre le porte alla comunità, perché è stato un lavoro corale, collettivo e si sente».

Marchioni che canta Baglioni in Ghiaccio

A proposito, poi, della scena del film dove gli tocca cantare Baglioni, Marchioni confessa candido: «Stono perché non so cantare, proprio com’è giusto che sia per il mio personaggio».
Mentre Fabrizio Moro se la ride di gusto: «Abbiamo scelto una canzone di Claudio Baglioni – racconta – proprio per mettere in difficoltà Vinicio: calato perfettamente nel suo ruolo, non temeva nulla come attore! Ma puntualmente veniva nel camerino a chiedere a me consigli su come cantare…».

Moro a Sanremo 72 con tanta energia positiva

E a proposito di canzoni: Moro sarà a Sanremo con la ballata romantica “Sei tu”. «Dopo due anni chiuso in casa – chiosa – sto cercando di raccogliere i frutti del mio lavoro: ho tanta energia positiva addosso. Rabbia? Non ce n’è, ma c’è tanto amore, nel film come nella canzone che porto al Festival. Ho cercato di esprimere me stesso sino in fondo, senza paura di mettermi a nudo, nonostante il periodo complicato. La mia cover sanremese di “Uomini soli” dei Pooh? L’ho scelta perché mi veniva molto bene ai matrimoni», sorride ancora.

28 Gennaio 2022 ( modificato il 27 Gennaio 2022 | 15:03 )
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