Festa del Cinema
2:47 pm, 22 Ottobre 21 calendario
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Verdone: «Vita da Carlo? Una bella sfida»

Di: Orietta Cicchinelli
Carlo Verdone
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Verdone è sempre Verdone e, poi, gioca in casa alla Festa del Cinema di Roma dove presenta la sua prima serie tv: “Vita da Carlo”.
La curiosità è tanta, innanzitutto, com’è saltato in mente a un autore-attore come lui, una carriera che parte dagli Anni ’70, tuffarsi nel mondo della serialità?
«L’input me lo ha dato lo sceneggiatore: io ero molto incerto. Alla fine ho voluto cogliere l’opportunità nuova che m’intrigava», spiega accompagnandosi con la sua solita gestualità. Tanto che si fa fatica a capire dove iniziano i suoi personaggi e dove comincia l’uomo, Carlo, appunto.

Carlo Verdone e le sfide

«Bisognava partire dagli esordi con “Un sacco bello” e finire all’oggi con questa nuova serie. Nel mezzo ben 44 anni di lavoro: era tosto ma grazie anche all’aiuto di un bravo regista come Arnaldo Catinari ce l’ho fatta. Rispetto al film ho avuto più libertà stilistica ed è tutto più dilatato. Abbiamo scritto in 2 mesi 10 puntate: incredibile, tanto eravamo motivati. Mi piaceva che ci fosse molto della mia vita privata e questo mi ha fatto recitare in maniera più leggera, intima e naturale. Arnaldo ha voluto girare in modo dinamico perché voleva che Vita da Carlo non somigliasse a nessuna serie italiana. E così è stato. Il dinamismo e i movimenti di macchina fanno l’eleganza del film».

«Il più bel cast della mia carriera»

A a proposito del cast che lo ha accompagnato in questo viaggio (composto da Max Tortora, Anita Caprioli, Monica Guerritore, Antonio Bannò, Caterina De Angelis) Verdone non ha dubbi: «È il più bel cast della mia carriera. Tutti attori che hanno dato il massimo. Già dal provino sapevano cosa fare. Anita, in particolare, l’ho avuta già in due film, la De Angelis è un giovane talento… Mi sono sentito con i tre giovani nel cast come il Sergio Leone che spinge i suoi attori. Auguro loro il massimo. A questo punto della mia carriera? Ho avuto opportunità di fare una bella performance, ma anche dirigere ragazzi fantastici. Questa è tutta energia nuova per me: c’è un motivo se faccio ancora questo lavoro».

La serie su Amazon Prime

Verdone, pur auspicando che ci sia presto una ripresa del settore cinema, ringrazia chi il progetto seriale ha reso possibile. «Grazie ad Amazon Prime Video che con Luigi e Aurelio ci hanno incoraggiato senza porre limiti. È stato un lavoro stremante, difficile. Ma quando ho visto il tutto mi sono detto che ne è davvero valsa la pena». In particolare, poi, su Monica Guerritore (presente con lui e altri attori in Sala Petrassi per l’anteprima), che nella serie ha il ruolo della moglie: «Fantastica! Una grande attrice e donna a cui volgi tanto tanto bene».

Verdone sindaco forever

Nel film come nella vita gli è stato proposto di fare il sindaco e il mattatore romano non si sottrae alle domande.
«Anni fa – conferma serafico – sono venuti con sondaggi alla mano per convincermi a candidarmi a sindaco. Ma c’ho messo 30 minuti per dire che io so fare cinema e scrivere e non ho competenza per fare altro. Perché abbandonare un lavoro che amo, iniziato in un teatrino negli Anni ’70, per buttarmi in politica. No grazie, anche se i sondaggi (chissà quanti soldi avranno speso per farli!) mi davano vincitore al primo turno con il 70 per cento delle preferenze!»

A proposito di Gualtieri…

E la domanda sul neoeletto sindaco di Roma è d’obbligo. «Gualtieri? Non lo conosco personalmente. Vedremo! Penso che il segreto per riuscire a far bene il lavoro di primo cittadino, sia circondarsi di una squadra molto rapida ed efficiente, fatta di gente onesta, che abbatta le troppe barriere burocratiche che fregano questa città. Ho girato una scena al Gianicolo – ricorda Carlo – e chiesi alla sindaca Virginia Raggi quanto ci volesse per togliere le impalcature dal monumento? Beh lei mi ha detto che ci sono tre sovrintendenze. Insomma, nemmeno lei, a cui io davo del tu, ha potuto nulla. Ma è mai possibile? Da sei anni stiamo così per un blocco di marmo (staccato da un fulmine) che toccherebbe solo riavvicinare: perché?».

La ricetta di Verdone

Sempre a proposito di fare il sindaco, Carlo un’idea ce l’ha per risollevare una città complicata come Roma. «Tocca ripartire dalle periferie con i trasporti e magari aprire una libreria, anche se ci entreranno tre gatti che importa! Una sala cinema e una sala teatro non devono mancare. Più parcheggi e strisce blu? Non so che dire. Dà fastidio spendere soldi per le strisce blu, ma bisogna vedere dove vanno a finire poi questi soldi. Il dialogo sugli ebrei nel film? Non se ne può più del politicamente corretto. Il mio personaggio, poi, è un po’ ubriaco – spiega Carlo – un po’ Shakespeare, ma lui da ebreo dice la verità: basta con l’ipocrisia».

La parola a Max Tortora

«Un grande onore essere chiamato da Carlo per questa serie e la cosa che mi ha più meravigliato è constatare quanto gli autori sapessero di me!» commenta Max Tortora, dando l’assist a Verdone che lo incalza in romanesco: «Certo! Te scambiano per De Sica: questo è er dramma». E giù risate. Allora, nel gioco di domande e risposte, dice la sua anche la Guerritore: «Questa serie racconta la vita di un personaggio generoso e sempre disponibile, di grande spessore. Quando mi hanno chiesto di farne parte non ho avuto dubbi: ho fatto la madre del Re di Roma, non potevo non fare la mamma dell’Imperatore di Roma» chiosa, tra gli applausi.

Ai giovani: «Siate umili e farete strada!»

Poi la parola torna a Carlo che rassicura i cinefili doc: «Sto lavorando con Filmauro per nuovo film per il cinema. Ma la serie, io ho i miei anni, e l’ho voluto farla, pur sapendo che è difficile eguagliare quelle americane. Sicuramente, però, abbiamo fatto un buon lavoro per un pubblico giovane che segue molto la serialità». E a proposito dei giovanissimi che gli chiedono un’imbeccata da navigato regista, per affermarsi nel mondo dello spettacolo, Verdone non ha dubbi.
«Cominciate realizzando dei corti e offritevi per fare gli assistenti volontari. Sapete quanti ne ho presi io che oggi fanno i registi?! Tocca lavorare con umiltà, come, ad esempio, Paolo Sorrentino che ha fatto il custode, e poi è stato promosso a segretario di produzione, a ispettore e, infine, ha trovato la sua strada. È importante, inoltre, crearsi amicizie e sinergie con persone che hanno stessa passione». L’unione fa la forza, e se lo dice Carlo…

22 Ottobre 2021
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