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9:11 pm, 9 Ottobre 18 calendario

Per la manovra arriva raffica di bocciature

Di: Redazione Metronews
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ROMA Nel giorno delle audizioni parlamentari sulla Nota di aggiornamento al Def, arrivano due frasi chiave e tante bocciature secche. La prima frase è del vicepremier Salvini che, in riferimento allo spread in salita, afferma sibillino: «Io sono convinto che gli italiani siano pronti a darci una mano». La seconda è del ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, che ammette l’esistenza di un problema: «Se ci sfugge lo spread la manovra deve cambiare». Ma poi aggiunge: «Sono abbastanza sicuro che lo spread non arriverà a 400, vincerà il mercato». E accusa Draghi. Per abbattere lo spread «la Bce deve intervenire in acquisti di titoli, perché tra i suoi compiti c’è la stabilità finanziaria». E ieri lo spread è schizzato alle stelle, sino a quando non sono arrivate le parole del ministro dell’Economia. «Il livello dello spread non è accettabile né giustificato dai fondamentali – ha detto Tria – se uno si pone il problema di cosa farà il governo se c’è una crisi economica generale o una crisi finanziaria, il governo farà quello che deve fare. Come ha fatto anche Draghi». Frase che ha rassicurato i mercati finanziari.
«Effetti modesti e graduali»
Per la Nota di aggiornamento, però, sono arrivate solo bocciature. L’Ufficio parlamentare di Bilancio non ha validato «le previsioni macroeconomiche relative al 2019» soprattutto per una «eccessivamente ottimistica previsione di crescita sia del Pil reale (1,5%) che di quello nominale (3,1% nel 2019)». Pesanti osservazioni anche dalle audizioni della Banca d’Italia e della Corte dei Conti. Hanno messo in guardia: le misure cardine della manovra – reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni – produrranno effetti solo «modesti e graduali»; mentre preoccupano le «coperture temporanee e incerte». «Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero, la prossima volta si presenti alle elezioni con questo programma», ha replicato il vicepremier Luigi Di Maio. Intanto il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’Italia, invitando il governo a rispettare le regole europee e a preservare la riforma Fornero e il Jobs Act.
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9 Ottobre 2018
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