Per i due schieramenti l’incognita ballottaggi

ROMA Il centrosinistra esce dal primo turno delle elezioni amministrative come la prima forza politica del Paese e il suo avversario diretto è il centrodestra, che insegue da presso, mentre il M5S è molto staccato e non supera il 10%. È quanto emerge dal riepilogo che considera i risultati di 141 Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti nelle Regioni a Statuto ordinario. Il Pd raccoglie il 16,6% dei voti e i partiti di centrosinistra insieme il 20,2%. La somma tocca il 36,8%. I partiti di sinistra ottengono il 6,9%. Nel campo opposto, la Lega Nord è al 7,8%, Fi al 7% e Fratelli d’Italia al 2,5%. La somma porta al 34,2%, 2,6 punti in meno del totale del centrosinistra.
Grillo nega il flop
Sono 22 i sindaci di centrosinistra eletti al primo turno, 8 quelli di centrodestra, 4 espressi da liste da civiche, 1 di FdI, 1 della Lega Nord. Nessuno per M5S e tutti gli altri partiti. La vera partita si giocherà però il 25 giugno con i ballottaggi. Intanto Grillo nega il flop dei 5 Stelle e rivendica una «crescita lenta ma inesorabile» del Movimento: «Tutti gongolano esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle. Illudetevi che sia così per dormire sonni più tranquilli». Ma nel M5S monta la “maretta” sia sul ruolo verticistico di Di Maio che sulla perdita di contatto con i territori.
Renzi dai terremotati
 
«Buoni i dati delle amministrative, adesso avanti per i ballottaggi. In bocca al lupo ai sindaci già eletti». È il messaggio lanciato dal segretario del Pd, Matteo Renzi, che ai commenti del dopo voto ha preferito una visita nelle zone terremotate di Accumoli e Amatrice. I suoi parlano di «punizione dell’incompetenza dei Cinque Stelle». Sul fronte del centrodestra, Matteo Salvini rivendica la forza «trainante» della Lega; mentre Silvio Berlusconi ricorda che «il centro-destra può vincere quando è unito, quando sa far prevalere le ragioni dell’alleanza su programmi concreti e quando sceglie candidati credibili».
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