Elezioni Usa
8:24 pm, 17 Novembre 16 calendario

Hillary torna in pubblico: Volevo chiudermi in casa

Di: Redazione Metronews
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usa «Lo ammetto, venire qui non è stata la cosa più facile per me, ci sono stati dei momenti nella scorsa settimana in cui l’unica cosa che volevo fare era rannicchiarmi con un libro e con i nostri cani e non uscire più di casa». Hillary Clinton, visibilmente provata, ha ammesso così la delusione cocente e la sofferenza provocategli dalla sconfitta elettorale della scorsa settimana, lo ha fatto nella sua prima uscita pubblica dal discorso con cui ha riconosciuto la vittoria di Donald Trump il 9 novembre scorso.
Sprona ancora i suoi sostenitori
Clinton ha voluto comunque spronare se stessa e i suoi sostenitori a continuare l’impegno politico: «So che non è facile, so che nell’ultima settimana molti si sono chiesti se l’America sia il Paese che noi pensavamo che fosse, ma per favore ascoltatemi: per l’America, per i nostri figli vale la pena credere nel nostro Paese, combattere per i nostri valori e mai, mai rinunciarvi. Per favore non perdetevi d’animo, non rinunciate ai valori che abbiamo in comune – ha detto ancora l’ex segretario di Stato intervenendo ad una cerimonia per il Children’s Defense Fund al Newseum auditorium – vi chiedo di rimanere impegnati, impegnati ad ogni livello, abbiamo bisogno di voi, della vostra energia, della vostra ambizione, del vostro talento, è così che potremo superare tutto questo». La presidente della Children’s Defense Fund, Marian Wright Edelman, ha presentato Clinton come la «presidente del popolo», in riferimento al fatto che la candidata democratica, pur avendo perso nel calcolo di voto sui collegi elettorali, ha avuto oltre un milione di voti in più nel voto popolare.
Trump non fa i nomi
Intanto il Transition Team di Donald Trump si è scordato del Pentagono, del dipartimento di Stato e di altre agenzie dell’amministrazione. Ancora nessuno nella squadra del presidente eletto ha preso contatti con le agenzie fra le più importanti del governo, rende noto Cnn, ricordando gli scontri interni al gruppo del nuovo presidente che rallentano ulteriormente il processo. Le “landing teams” di Trump erano attese a Washington lunedì, ma ancora nessun segnale. Quelle di Obama nel 2008 avevano iniziato a lavorare pochi giorni dopo il voto, sottolinea l’emittente televisiva. La Casa Bianca, a ieri, stava ancora aspettando i nomi e i documenti che escludono conflitti di interessi.
Rispunta Henry Kissinger
Torna in campo il 93enne leggendario ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger. L’uomo che segnò la storia degli anni Settanta, architetto della distensione tra gli Usa e l’ex Unione Sovietica, premio Nobel nel 1973,  sarà ricevuto oggi dal presidente eletto Donald Trump. Gli analisi non escludono per il 93enne Kissinger un ruolo da consigliere e intermediario nelle relazioni con Mosca, profilando un nuovo “new deal”, con il ritorno ad un approccio nixoniano.
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17 Novembre 2016
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