Elezioni Usa
1:00 pm, 20 Gennaio 21 calendario

Trump si congeda con una raffica di grazie

Di: Redazione Metronews
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ROMA.  Il presidente Usa Donald Trump si è congedato dalla Casa Bianca: lo ha fatto con un discorso in cui non ha mai menzionato il suo successore, Joe Biden (che oggi giura come 46esimo presidente degli Stati Uniti alle ore 18 ora italiana), in cui ha elencato i suoi successi (non solo in economia ma anche contro la pandemia, nonostante proprio nel suo ultimo giorno di mandato il Covid abbia fatto registrare un nuovo cupo bilancio, 400 mila morti) e ha promesso che il suo movimento Make America Great Again è «solo all’inizio».
 «Abbiamo fatto quello per cui eravamo venuti, e molto di più», ha detto con tono di sfida, affrontato «le battaglie più dure, le lotte più dure … perchè è quello che per cui mi avete scelto». Il discorso era stato registrato lunedì sera, insieme al manipolo di fedelissimi che gli sono rimasti accanto: il presidente non esce dalla Casa Bianca nè si vede in pubblico da una settimana e anche ieri è rimasto sempre all’interno della residenza ufficiale a limare la lista dei provvedimenti di grazia che ha concesso nelle ultime ore di presidenza, proprio a ridosso del giuramento di Biden.
143 provvedimenti
Trump ha concesso la grazia a 143 persone nelle sue ultime ore alla Casa Bianca. Fra i provvedimenti di clemenza concessi c’è quello al suo ex consulente Steve Bannon, accusato di aver truffato centinaia di migliaia di sostenitori di Trump in una raccolta fondi da 35 milioni di dollari per la costruzione del muro con il Messico. Trump ha concesso la grazia totale a Dwayne Michael Carter Jr., ‘Lil Waynè”.Commutazione della pena, invece, il rapper Kodak Black. “Bill Kapri, meglio noto come Kodak Black”, è stato “condannato a 46 mesi di carcere per dichiarazioni false” ed è in carcere. Non figurano invece tra i beneficiari né Julian Assange. Né Edward Snowden. Come pure non c’è il provvedimento di auto-grazia: Trump aveva sollevato l’ipotesi di perdonare anche se stesso, ma alcuni consiglieri avevano messo in guardia il presidente da quella che sarebbe stata un’azione senza precedenti e non necessaria.
Nessuna citazione per Biden
«Preghiamo per il successo» della nuova amministrazione», ha osservato ancora nel suo discorso di commiato, senza fare il nome del suo successore. Trump – che ha lasciato stamane Washington, con una cerimonia d’addio alla Joint Base Andrews, ma rompendo la tradizione non darà il benvenuto a Biden- ha anche fatto un breve riferimento all’assalto al Campidoglio, riconoscendo che «tutti gli americani sono rimasti inorriditi: la violenza politica è un attacco a tutto ciò che amiamo come americani. E non può mai essere tollerata». Ma non si è assunto alcuna responsabilità per l’accaduto; ha invece lodato i successi «incredibili» messi a segno in economia, si è detto addolorato per la pandemia e ha insistito di essere stato un presidente per tutti: «La nostra agenda non riguardava destra o sinistra, repubblicani o democratici, ma il bene di una nazione». E si è scagliato contro la censura politica, il bavaglio che gli hanno imposto i social media, di fatto stravolgendo la sua agenda politica negli ultimi giorni di presidenza: «Zittire il dibattito libero e aperto viola i nostri valori fondamentali e le tradizioni più radicate».
Una promessa di arrivederci
Poi quella che è sembrata una promessa di arrivederci: «Mentre mi preparo a passare la mano a una nuova amministrazione, voglio che tu sappia che il nostro movimento è solo all’inizio». Ma su di lui pende un processo politico che, superata la giornata di festa oggi a Washington e i primi passi di governo della nuova amministrazione, potrebbe essere incardinato subito dopo al Senato: le prospettive di una condanna per Trump si sono fatte più concrete nelle ultime ore dopo le parole del leader dei Repubblicani al Senato, Mitch McConnell, che ha accusato Trump di aver provocato la folla che ha preso d’assalto il Congresso. Proprio McConnell potrebbe trascinare con sè un numero sufficiente di repubblicani per arrivare ai due terzi dei senatori; e a quel punto la condanna porterebbe con sè anche il divieto a Trump di presentarsi in futuro a qualunque carica pubblica.   
 

20 Gennaio 2021
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