Beni Culturali
9:34 pm, 16 Febbraio 16 calendario

Caschi blu della cultura Matthiae: Un passo avanti per il mondo

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Siamo il primo Paese che mette a disposizione dell’Unesco una task force dedicata alla difesa del patrimonio culturale mondiale». Così il ministro Dario Franceschini alla cerimonia per la costituzione dei “caschi blu della cultura”. La task force – composta da una trentina di carabinieri del comando tutela patrimonio culturale e da altrettanti restauratori, archeologi, storici dell’arte ed esperti del settore – potrà intervenire nelle aree di crisi in seguito a una decisione dell’Unesco. Essa non interverrà nel corso di conflitti ma solamente in seguito, anche per la formazione delle polizie e degli addetti ai lavori locali. Intanto è stato sottoscritto un protocollo per la costituzione a Torino del centro internazionale di formazione e ricerca sull’economia della cultura e del patrimonio mondiale dell’Unesco.
L’intervista a Paolo Matthiae
«La cultura è pace. L’idea italiana dei caschi blu è un importante passo avanti per il mondo». Lo spiega Paolo Matthiae, illustre archeologo che ha lavorato a Ebla, in Siria, per 47 anni, e che di recente ha pubblicato per Electa il libro “Distruzioni. Saccheggi e rinascite”, proprio sul tema dei danneggiamenti del patrimonio culturale. 
Professore, lei è stato tra i primi a parlare della necessità di caschi blu per la cultura: ieri la firma…
La proposta promossa dal governo italiano è sicuramente un’iniziativa positiva: ha portato all’attenzione del Consiglio  di sicurezza dell’Onu il problema della cultura, che prima era sempre tenuto in secondo piano. Mi sembra giusto che l’Onu prenda atto che – come dice la carta dell’Unesco – la cultura deve avvicinare le nazioni anche quando economia e politica creano tensioni e conflitti. La cultura è il luogo del dialogo, il fondamento della pace. 
Come funzioneranno?
Non è che potranno risolvere conflitti o comunque intervenire in zone di gravissime crisi come la Siria e parte dell’Iraq. Quello che è importante è che in gran parte dei casi di cui si occupa l’Onu – ad esempio in operazioni concordate di mantenimento della pace – prima non si era mai pensato che fosse opportuno un nucleo dedicato al patrimonio culturale. Invece già per le operazioni in Mali, su proposta italiana, il Consiglio di sicurezza ha attribuito ai caschi blu anche il compito di tutelare il patrimonio culturale. Dalla firma di Roma deve partire l’azione dell’Unesco verso l’Onu per dare spazio alla cultura perché attraverso di essa si stabiliscono dialogo e rispetto della diversità. L’Isis con le sue distruzioni non è contro la cultura, è a favore di una terribile monocultura. 
Qual è la situazione in Siria e Iraq? 
È estremamente grave. Gli scavi clandestini infuriano. L’occupazione di siti storici da forze armate di qualunque parte li espone ad attacchi devastanti. E la cosa più grave sono le distruzioni intenzionali da parte dell’Isis, difficilissime da ostacolare. Bisogna dire che i governi di Damasco e Baghdad fanno un grande sforzo. Anche a caro prezzo: emblematico il caso del conservatore 82enne di Palmira ucciso dall’Isis, ma sono 15 i funzionari che hanno perso la vita per tentare di salvaguardare i beni culturali. Inoltre Damasco cerca di salvaguardare anche i siti in zone controllate da ribelli non-Isis, con una sorta di forza civica di gente locale che tutela i siti culturali a prescindere da chi controlli la zona, perché sono patrimonio di tutti.
OSVALDO BALDACCI

16 Febbraio 2016
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