Italia, allarmi a raffica Gentiloni: no soldati in Siria

ROMA «Nessuno metterà gli scarponi in Siria, né Obama né noi». Così il ministro degli Esteri Gentiloni ha escluso la possibilità di spedizioni di terra. Per quanto riguarda i tornado italiani in Kuwait, essi svolgono funzione di ricognizione in Iraq, ma questo assetto tattico «potrebbe cambiare». «Siamo tutti consapevoli che la via di uscita per la crisi siriana è di natura politica», ha proseguito. Quanto alla risposta alla richiesta di aiuto di Hollande, Gentiloni, ha detto «vedremo quali saranno le richieste specifiche, noi siamo pronti ad aiutare i nostri fratelli francesi». Poi a un gruppo di studenti il ministro ha detto che il terrorismo va combattuto «con la nostra sicurezza, ma senza sentirsi in guerra, cioè senza rinunciare al fatto che ristoranti, stadi, chiese rimangono aperti, continuando a difendere il nostro modo di vivere».
Intanto però l’Italia si riempie di allarmi, rivelatisi tutti -fortunatamente – falsi. A Roma ieri in tre circostanze sono stati fermati tratti di metropolitana per allarmi-bomba, con le stazioni chiuse, evacuate e perquisite. L’intervento degli artificieri della polizia ha poi chiarito che i sacchetti sospetti erano inoffensivi. Analogo scenario alla stazione Duomo della metropolitana di Milano. La valigia che ha provocato l’evacuazione era piena di vestiti. All’aeroporto di Bergamo sono stati arrestati due siriani che avevano passaporti falsi e foto di guerra. Le autorità continuano a indagare in merito alla segnalazione dell’Fbi di 5 sospetti che potrebbero colpire tra Roma e Milano: ma nessuna minaccia specifica è stata riscontrata.
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