Guerra contro l'Isis
9:12 pm, 25 Giugno 15 calendario

L’Isis torna all’attacco della città simbolo di Kobane

Di: Redazione Metronews
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SIRIA I jihadisti dell’Isis, che nei giorni scorsi avevano dovuto arretrare sotto la spinta delle milizie curde, sono passati al contrattacco: con una mossa a sorpresa nella notte hanno sferrato una serie di offensive simultanee contro l’esercito siriano e le stesse milizie. Gli uomini del califfato sono riusciti a rientrare a Kobane e hanno sottratto al controllo del governo siriano due quartieri della città di Hasaka.
Kobane è città simbolo di questa guerra e in particolare della resistenza curda, che l’ha riconquistata nello scorso gennaio segnando un’inversione di tendenza rispetto all’avanzata del califfato che sembrava fino ad allora inarrestabile. L’offensiva jihadista è cominciata in piena notte: i jihadisti hanno fatto irruzione nella cittadina di Bark Butan, alle porte dell’enclave curdo-siriana, travestiti da combattenti curdi dell’Ypg e con le bandiere dell’Els (i ribelli laici), riuscendo ad eludere la sorveglianza dei posti di blocco. È stata una strage di civili nel sonno, 23 – secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani – la gran parte donne e bambini. Poi è esplosa  almeno un’autobomba vicino al valico di frontiera di Mursitpinar, che unisce Kobane con la Turchia.  I miliziani curdi affermano che 45 civili sono stati uccisi nell’attacco  (60 le vittime per un sito curdo), e sarebbero morti 30 jihadisti. Ancora una volta il Kurdistan iracheno si è detto subito disposto a inviare di nuovo le proprie miliziepeshmerga per difendere la città. L’attacco a Kobane rappresenta la prima controffensiva jihadista, dopo che i curdi hanno assunto pieno controllo di più di 400 chilometri del confine turco-siriano. Ma proprio la Turchia è stata accusata di aver lasciato passare i terroristi; «Solo bugie», ha replicato subito Ankara. 
Nella notte, gli estremisti hanno conquistato anche importanti quartieri di Hasaka, una città finora divisa tra curdi e regime di Damasco.
I curdi rilanciano la resistenza
«I jihadisti non ritirano i loro artigli», ha affermato Anwar Muslem, uno dei protagonisti della scorsa battaglia e ora co-presidente del distretto di Kobane presente a Milano per delle iniziative di Sel: «Il tentativo in corso è grave, hanno ucciso tanti civili, ma ci hanno informato che ora la situazione è sotto controllo, solo in un punto ancora ci sono membri dell’Isis». «La città è stata attaccata da 100 terroristi», ha detto Nissrin Abdullah, comandante delle Unità femminili curde di difesa, anche lei in Italia, dove racconta di essersi arruolata per contrastare «il continuo stupro non solo fisico che fa l’Isis». 
Il Califfato dell’Isis è nato un anno fa
Il 29 giugno di un anno fa l’Isis proclamò il Califfato. In quest’anno il brutale regime si è esteso su Iraq e Siria, distruggendo il patrimonio culturale, sottomettendo migliaia di persone, uccidendo selvaggiamente “spie” a scopo di propaganda. «I civili finiscono spesso presi in mezzo fra le parti in lotta», dice a Metro Donatella Rovera, che per Amnesty International si occupa di crisi, «Tutti commettono abusi e crimini di guerra». Milioni di persone sono in fuga dai combattimenti e in particolare dall’Isis, ma ma spesso non trovano sbocchi. 
A un anno dalla sua affermazione, l’Isis ha sostenuto la sua presenza in molti altri Paesi dalla Tunisia all’Afghanistan, e pianifica di espandersi e in particolare di rafforzare la sua presa su Siria e Iraq. «La sfera di influenza che l’Isis può raggiungere in futuro – spiega Rovera – è oggetto di accese discussione fra studiosi. Forse sarebbe più saggio focalizzarsi  nel fronteggiare le attuali sfide politiche ed umanitarie che se lasciate irrisolte potranno infiammare ulteriormente la situazione». 
La situazione sul terreno è variabile. L’Isis, secondo l’esperta, controlla un vasto territorio ma è in grado di minacciare solo le città vicine alle proprie. Al momento non sembra in grado di conquistare Damasco o Baghdad. ed è già successo che abbia perso del territorio: le sue conquiste non sono irreversibili. Ma continua ad avere la capacità di colpire duro e ottenere successi rilevanti.
OSVALDO BALDACCI E DMITRY BELYAV/MWN
 

25 Giugno 2015
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