Tasse
8:46 pm, 14 Dicembre 14 calendario

La tredicesima? Brucia in tasse

Di: Redazione Metronews
condividi

ROMA. Nella busta paga di oltre 30 milioni di italiani arriva la tredicesima ma per oltre la metà (51%) dovrà essere destinata al pagamento di tasse, mutui, rate e bollette, mentre solo il 26% la userà per i regali e il 23% per il risparmio. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe in occasione dell’arrivo delle tredicesime che porteranno 39 miliardi di euro aggiuntivi nelle busta paga di lavoratori dipendenti e pensionati, con un aumento dell’uno per cento rispetto allo scorso anno.  
L’arrivo della tredicesima – sottolinea la Coldiretti – anticipa quest’anno la scadenza del 16 dicembre nella quale si verifica un ingorgo fiscale col pagamento tra l’altro di Imu e Tasi e Tari mentre è prossimo il pagamento del canone Rai. La tredicesima è sostanzialmente già spesa per la maggioranza degli italiani che la ricevono ma c’è anche un 23% che ha la possibilità e decide di metterla da parte per il futuro incerto. Il risultato è che poco più di un italiano su quattro (26%) la userà per lo shopping di Natale che si concentra proprio negli ultimi dieci giorni.
«La spesa media per regali – rileva in una nota la Coldiretti – si avvicina ai 200 euro e si preferisce evitare di ridurre il numero di regali e contenere l’importo del singolo omaggio. Una tendenza significativa è quella di regalare un oggetto che già si possiede e che non si è utilizzato. Quest’anno dichiara di farlo il 24% degli italiani e tra questi il 3% per la prima volta. Un comportamento dettato dalle difficoltà economiche ma anche da una maggiore sensibilità nel contenimento degli sprechi. La tendenza al risparmio si manifesta anche con la tendenza ad acquistare regali utili e all’interno della famiglia, tra i parenti e gli amici si preferisce scegliere oggetti o servizi a cui non è stato possibile accedere durante l’anno».
Tiene l’enogastronomia anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione.
Stangata sulle seconde case
A seguito dell’introduzione dell’Imu e poi della Tasi, tra il 2011 e il 2014 la tassazione sugli immobili diversi dall’abitazione principale ha registrato aumenti boom. Lo sostiene il centro studi della Cgia di Mestre, secondo cui in 3 anni c’è stato un aumento del 236% sulle seconde case locate a canone concordato, del 150 % sulle seconde case locate a canone libero, del 144 % sugli uffici e gli studi privati.    
Per la Cgia, l’aumento su negozi e botteghe è stato del 140%, del 115% sulle seconde case sfitte, del 10 % sui laboratori artigianali, del 96% su alberghi, pensioni e capannoni commerciali e del 95% su opifici, capannoni artigianali/industriali e fabbriche. I calcoli prendono come riferimento iniziale il 2011, ultimo anno in cui abbiamo pagato l’Ici. Per gli immobili a uso produttivo, i risultati non tengono conto del risparmio fiscale concesso dalla legge. Nel 2014, ad esempio, la Tasi è per le aziende deducibile dal reddito di impresa, mentre l’Imu lo è solo per il 20%.
METRO/AGI

14 Dicembre 2014
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo