medio oriente
6:52 pm, 14 Febbraio 24 calendario

Raid israeliani sul Libano, resta in stallo la trattativa con Hamas su Gaza

Di: Redazione Metronews
Raid israeliani
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Raid israeliani con jet da combattimento sono stati effettuati «in modo esteso sul Libano» dall’Aeronautica di Tel Aviv, sollevando timori di un’escalation tra i due Paesi confinanti dopo mesi di scontri a fuoco quotidiani nel contesto della guerra a Gaza. L’esercito israeliano non ha fornito ulteriori dettagli sugli attacchi, che sono scattati dopo che un razzo lanciato dal Libano aveva provocato la morte di una donna e il ferimento di altre otto persone a Safed. A seguito dell’episodio, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha dichiarato che l’attacco su Safed «equivale ad una dichiarazione di guerra» ed ha chiesto un cambiamento drastico nel modo in cui Israele gestisce gli equilibri al confine libanese. «Questa è guerra», ha scritto il ministro di estrema destra sui social. Secondo una fonte della sicurezza libanese, i raid aerei israeliani nel sud del Paese hanno ucciso quattro civili, tra cui due bambini, e ferito altre nove persone. «Una donna è stata uccisa insieme ai suoi figli nell’attacco a Souaneh», mentre un quarto civile è stato ucciso ad Adshit.

Raid israeliani alzano la tensione

Intanto arriva un nuovo stop alla trattativa per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas e un cessate il fuoco a Gaza: Israele non farà tornare i suoi rappresentanti al Cairo, dove da giorni si sta continuando a negoziare, finchè Hamas non cambierà le sue condizioni sulla liberazione degli ostaggi. «Israele non ha ricevuto al Cairo nessuna nuova proposta di Hamas sulla liberazione degli ostaggi», fa sapere l’ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e «non cederà alle richieste deliranti di Hamas». Solo «un cambiamento nelle posizioni di Hamas permetterà ai negoziati di avanzare», dice il governo di Tel Aviv.

Famiglie ostaggi contro Netanyahu

L’ennesima battuta di arresto alla trattativa, condotta dai capi dell’intelligence israeliana, dal capo della Cia e dai servizi egiziani con la mediazione del Qatar e che nelle ultime ore sembrava più vicina a una conclusione, ha suscitato la reazione disperata delle famiglie degli ostaggi, secondo cui la decisione di Netanyahu di non tornare al tavolo significa «la condanna a morte» degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. L’Hostages Families Forum, che rappresenta i familiari della maggior parte dei prigionieri rimasti a Gaza, si dice «sbalordito» dalla decisione di «ostacolare» i colloqui in corso, aggiungendo che «sembra che alcuni membri del governo abbiano deciso di sacrificare la vita degli ostaggi ammettendolo». Questa decisione segnerà la loro «condanna a morte».

Scontro con il Vaticano

Duro attacco contro il Vaticano dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede. I diplomatici di Tel Aviv hanno definito le affermazioni di ieri del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, «deplorevoli». Ma la Santa Sede ribadisce che «la scelta di campo è sempre quella delle vittime» e il diritto alla difesa non giustifica una carneficina. Le diplomazie sono al lavoro per ricucire lo strappo che si è verificato dopo le dichiarazioni di Parolin il quale, dopo aver ribadito la «condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo», aveva sottolineato la sproporzione nell’invocato diritto alla difesa di Israele e lo sdegno «per questa carneficina». Nella controreplica di Israele si sottolinea come «la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza sia di Hamas e solo di Hamas».

Oms: «Israele ostacola gli aiuti»

Rimane drammatica la situazione a Gaza, mentre aleggia lo spettro del piano israeliano di una massiccia offensiva a Rafah, nel Sud della Striscia, che renderebbe la situazione ancora più grave. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fa sapere che la situazione negli ospedali di Gaza è ormai insostenibile e accusa Israele di ostacolare le missioni di consegna degli aiuti. «Le operazioni militari a Rafah potrebbero portare a un massacro a Gaza» e alla «morte definitiva» delle operazioni umanitarie ha aggiunto Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza. Il presidente francese Emmanuel Macron, ha chiesto a Netanyahu di interrompere le operazioni a Gaza perchè la «situazione umanitaria» è «intollerabile». Macron, che si aggiunge alle voci di decine di Paesi – da Usa a Regno Unito dalla Cina alla Ue – ha anche espresso a Netanyahu «la ferma opposizione della Francia» a un’offensiva di Israele a Rafah e ha parlato di «estrema urgenza» di arrivare ad un accordo «senza più ritardi» su un cessate il fuoco.

14 Febbraio 2024
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