Roma
10:28 am, 23 Gennaio 24 calendario

Caso Pamela, oggi sentenza per Oseghale

Di: Redazione Metronews
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“Giustizia per Pamela” Mastropietro e la foto sorridente della ragazza con una coroncina in testa: uno striscione campeggia davanti alla Corte di Cassazione dove oggi è attesa la sentenza del processo bis per la sola aggravante della violenza sessuale nei confronti di Innocent Oseghale, già condannato in via definitiva all’ergastolo per aver ucciso e fatto a pezzi la 18enne romana che, allontanatasi da una comunità di Corridonia, provincia di Macerata, fu uccisa e i resti della quale furono ritrovati in due trolley nel gennaio del 2018.

Amici e parenti in piazza per Pamela davanti alla Cassazione

Amici e parenti sono insieme alla mamma della ragazza, Alessandra Verni: «Mi aspetto la conferma dell’ergastolo». Dalla condanna o meno per la violenza sessuale dipende infatti il calcolo della pena e la conferma dell’ergastolo.

La mamma di Pamela: «Mi aspetto la conferma dell’ergastolo»

«Dopo tre gradi di giudizio, che hanno sempre confermato la violenza su Pamela, mi aspetto giustizia anche oggi», ha continuato la Verni. Poi la battaglia andrà avanti, ha spiegato la mamma, convinta che ci siano dei «complici»: «Alcune indagini non sono state fatte bene, altre non sono andate avanti e vorrei sapere perché. Su questo vorrei chiedere una Commissione di inchiesta alle istituzioni”.

L’abbraccio con la mamma di Desirèe Mariottini

Due mamme accomunate dallo stesso dolore, Barbara Mariottini e Alessandra Verni, rispettivamente madri di  Desirèe Mariottini, la 16enne violentata e uccisa nel palazzo occupato del quartiere San Lorenzo a Roma nell’ottobre 2018, e Pamela Mastropietro. Le due donne si sono incontrate e abbracciate in Corte di Cassazione. «Sono qui – ha detto Barbara Mariottini – perché viviamo e siamo condannate allo stesso ergastolo di dolore».

Il sostegno del fratello di Pietro Orlando alla madre di Pamela

A sostenere la mamma di Pamela in questa ultima tappa della vicenda giudiziaria anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa oltre 40 anni fa.

«Era il minimo stare qui, essere presenti e dare solidarietà ad Alessandra, che è rimasta sola, abbandonata anche dai media – afferma Orlandi -. Dopo sei anni spero ci sia giustizia al cento per cento». Secondo Pietro Orlandi è assurdo che ci sia ancora qualcuno che metta in discussione la violenza sessuale. «Alessandra non potrà mai trovare la pace, ma mi auguro che un minimo di pace oggi possa trovarla con la certezza della pena», conclude.

Gli striscioni che ricordano la 18enne romana uccisa e fatta a pezzi

Intanto piazza Cavour è piena di striscioni: “Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni”, si legge su uno mentre un altro fa riferimento alla patologia della quale la 18enne romana soffriva e per la quale si trovava nella comunità dalla quale si allontanò: “Il disagio non può essere un alibi per un massacro”.

23 Gennaio 2024
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