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5:16 pm, 22 Febbraio 23 calendario
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Pamela Mastropietro, ergastolo a Oseghale: ci fu violenza sessuale

Di: Redazione Metronews
Pamela Mastropietro
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Condanna all’ergastolo per Innocent Oseghale, ritenuto responsabile non solo dell’omicidio di Pamela Matropietro, ma anche di violenza sessuale. Lo ha stabilito oggi pomeriggio la corte d’assise d’appello di Perugia. La giovane viveva a Roma ed era nelle Marche in una comunità di recupero che aveva abbandonato all’improvviso.

Pamela Mastropietro, ergastolo per Oseghale: ci fu violenza sessuale

La corte d’assise d’appello di Perugia ha ritenuto Innocent Oseghale responsabile di violenza sessuale nei confronti di Pamela Mastropietro. Il nigeriano era stato già condannato in via definitiva per l’omicidio della 18enne, ma la Cassazione aveva mandato gli atti a Perugia per un processo di appello bis in relazione all’aggravante della violenza sessuale.

Dopo circa un’ora di camera di consiglio la decisione della corte, presieduta dal giudice Paolo Micheli. La sentenza è stata accolta dall’applauso dei parenti e degli amici di Pamela, anche oggi presenti in aula. Assente, invece, l’imputato. Pamela Mastropietro è stata uccisa il 18 gennaio 2018 a Macerata, il suo corpo era stato ritrovato in due trolley. La ragazza si era allontanata da una comunità di Corridonia, da dove aveva raggiunto Macerata e quindi conosciuto Oseghale per l’acquisto di eroina.

La madre di Pamela: «Fuori ci sono altri mostri»

La sentenza con cui Innocent Oseghale è stato condannato all’ergastolo per la violenza sessuale e per l’omicidio di Pamela Mastropietro «un po’ di sollievo me lo dà, per quanto riguarda Oseghale. Ma ci sono altri mostri fuori. Ci sono le prove che c’erano anche gli altri, adesso vogliamo anche gli altri». Lo ha detto Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, dopo la lettura del dispositivo in tribunale a Perugia. «Ho imparato che nella vita non si sa mai, e mi aspettavo di tutto. Però confidavo comunque nei giudici e nella loro intelligenza e umanità. Hanno visto le carte e li ringrazio», ha aggiunto.

«Non ho parole. Ho temuto per una sentenza diversa. Adesso bisogna sperare di superare la Cassazione». Lo ha detto Stefano Mastropietro, il padre di Pamela.

Udienza a porte chiuse per i testimoni che ebbero rapporti sessuali con Pamela

Le deposizioni dei due testimoni nel processo per l’omicidio di Pamela Mastropieto si sono svolte a porte chiuse. Lo ha stabilito la corte d’assise dopo la camera di consiglio. La richiesta è stata avanzata dal legale di uno dei due testimoni, l’ex tassista Fracesco Crisel che, a causa di questa vicenda per la quale è stato assolto dal reato di violenza sessuale, avrebbe subito, secondo quanto riferito dal suo legale, minacce e ingiurie tanto da essere costretto a cambiare lavoro e regione di residenza.

Per dimostrare il reato e la non volontarietà della ragazza al rapporto con Oseghale, il procuratore generale ha riaperto il dibattimento per ascoltare i due uomini sulla presunta attitudine di Pamela a pretendere rapporti sessuali protetti, cosa che non è avvenuta con Oseghale. I due dovevano essere ascoltati nell’udienza di gennaio ma non si sono presentati. Mercuri in maniera ingiustificata è stato accompagnato questa mattina dai carabinieri. Nei giorni scorsi entrambi hanno chiesto di essere esonerati dal testimoniare per paura, riferendo che avrebbero ricevuto minacce e insulti per questa vicenda. La procura generale non ha rinunciato ai testimoni e loro hanno chiesto che le deposizioni fossero svolte a porte chiuse. Intanto fuori dal tribunale di Perugia si sono radunati amici e parenti di Pamela con striscioni per chiedere giustizia.

 

 

 

22 Febbraio 2023
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