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2:50 pm, 6 Ottobre 23 calendario

I balneari: “Concessioni solo sul 33% delle aree disponibili, la gara Ue non serve”

Di: Redazione Metronews
concessioni balneari
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“Non ci sono più incertezze, si tratta solo della volontà politica di risolvere definitivamente il problema. Le risorse non sono scarse, anzi la risorsa ancora disponibile polverizza gli effetti dell’articolo 12 della direttiva europea che basa tutti i suoi presupposti di gara iniziando con la preposizione qualora la risorsa sia scarsa”. Lo dice Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria, commenta quanto emerso dal tavolo tra governo e associazioni balneari. E cioè che la quota di aree occupate dalle concessioni demaniali sarebbe, attualmente, al 33% delle aree disponibili rispetto al totale del litorale.

I balneari, la Ue e la concorrenza

“Quindi – spiega – appurato che la risorsa non è scarsa, riteniamo che dobbiamo ricadere nell’applicazione dell’articolo 11 che non pone limiti alla durata delle autorizzazioni, che per noi sono le concessioni, e addirittura contempla il rinnovo automatico. Ovvero quella che noi tutti conosciamo come legge Baldini, 88 del 2001, che è stata frettolosamente ed erroneamente abrogata. Bisogna far valere a Bruxelles le nostre ragioni e la difesa delle imprese balneari italiane, ma anche di tutte quelle che operano nel comparto turistico-ricreativo: porti, campeggi, alberghi, ormeggi, ristoranti tutti coloro che hanno una concessione demaniale marittima”. “Il tavolo di ieri – sostiene – è stato un momento importante perché istituito dopo 15 anni di pressappochismo in questa materia e questo governo si è approcciato alla vicenda istituendo un gruppo di lavoro davvero operativo. Il dato che emerge è che la risorsa non è scarsa: ci attestiamo circa a un 30-33% di risorsa occupata e i rimanenti tratti della costa marittima risultano ancora liberi da concessioni. Mancano però ancora i dati lacuali e fluviali, che renderanno questa percentuale dell’occupazione ancora più bassa. Da segnalare che il criterio di analisi deve essere nazionale. Le organizzazioni di settore in modo quasi totalitario hanno apprezzato il lavoro svolto dal tavolo e come Assobalneari abbiamo ribadito che deve essere assolutamente acquisito il dato lacuale e fluviale, così da avviare un’interlocuzione con la Commissione europea proprio a seguito del dato già acquisito”.

Il dato del tavolo tecnico

Il documento finale del tavolo tecnico sui balneari istituito lo scorso maggio alla Presidenza del Consiglio per determinare la sussistenza o meno della scarsità della risorsa naturale disponibile segnalerebbe che “Sulla base dei dati disponibili ad oggi, è risultato che la quota di aree occupate dalle concessioni demaniali equivale, attualmente, al 33% delle aree disponibili rispetto al totale del litorale, detratte le aree militari, secretate, le aree marine protette, le avio superfici, le aree portuali commerciali, le aree industriali relative a impianti petroliferi e di produzione di energia”. I dati sono stati acquisiti attraverso la banca dati Sid- Portale del mare che però non contiene quelli sul demanio lacuale e fluviale, “la cui acquisizione richiede tempi lunghi di elaborazione, in quanto sono gestiti a livello comunale o sovraregionale e subordinati a preventive e complesse valutazioni di natura idraulica e idrogeologica”. Quanto ai criteri tecnici utili a determinare la sussistenza della scarsità della risorsa naturale, “il Tavolo ha evidenziato come in base agli elementi finora raccolti e analizzati, questi debbano essere individuati tenendo conto del dato nazionale, secondo un approccio generale e astratto, proporzionato e non discriminatorio, nelle more dell’acquisizione dei dati del demanio lacuale e fluviale e dell’operatività del sistema Siconbep”, conclude il documento.

6 Ottobre 2023
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